[Area] AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del processo

Mariano Sciacca mariano.sciacca a giustizia.it
Dom 14 Lug 2019 19:58:43 CEST


A scanso di equivoci chiarisco due cose preliminari.

Intervengo a titolo personale (anche se Upc si è da subito espressa chiaramente sul tema) e sono "direttamente interessato" attualmente ricoprendo la funzione di pst del Tribunale di Catania e quindi in predicato di abrogazione ex lege.

Detto ciò non posso nascondere il grosso disagio nel rilevare due silenzi pesanti sul ddl.

Il primo è quello dei diretti interessati (ovvero gli attuali presidenti di sezione con la loro esperienza maturata) e dei (presunti, spero di no) controinteressati (i direttivi cui il ddl consegna il potere di nomina dei coordinatori).

So che qualcosa si muove sul fronte dei presidenti delle corti più sensibili sul tema, ma nulla mi risulta di contro si muove sul fronte dei presidenti di tribunale.

L'altro silenzio.

Nel comunicato di Area non si fa cenno (salvo ad avere letto frettolosamente) alla eliminazione dei semidirettivi e all'attribuzione della competenza della nomina dei nuovi coordinatori di sezione direttamente ai presidenti dei tribunali e delle corti.

Il tema, insieme alle altre previsioni fortemente punitive e distoniche rispetto agli obiettivi dichiarati e pubblicizzati, è l'attribuzione dei potere di nomina dei presidenti di sezione ai presidenti dei tribunali e della corte.

Sono solo io che ci vede un passo determinante, se non decisivo, per la gerarchizzazione degli uffici giudicanti?

E per le procure, già cosi fortemente verticalizzate, la nomina dei coordinatori di dipartimento quali effetti ulteriori produrrà?

LA sottrazione al CSM di questa competenza (peraltro costituzionalmente prevista: art. 105 Cost.) non sarà foriera di un meccanismo di forte accentramento presso la dirigenza giudiziaria, al pari di quanto è già avvenuto nelle procure?

Ci sentiamo più rasserenati da un fiduciario del presidente del tribunale, piuttosto che da un semidirettivo selezionato dal CSM?

Per chi ha sostenuto la tabellarizzazione delle incarichi semdirettivi è rassicurante questa previsione?

Non c'è in me in questo momento neanche l'ombra di intenti polemici o tanto meno elettoralistici: il momento storico è tale che non mi importa nulla dei voti e delle prossime elezioni.

Il problema è veramente e profondamente culturale e coinvolge sia tutti i profili connessi alla conoscenza tabelllare, ordinamentale, organizzativa ecc ecc  sia la stessa possibilità di potere ancora praticare una reale indipendenza interna nei rapporti tra dirigenza e semidirigenza.

Spero di potere discutere, senza urla e in modo pacato.

In questo momento, al di là di slogans e gente dalle certezze incrollabili, ne abbiano tutti bisogno.

Quanto meno per non dire di avere taciuto.

Mariano Sciacca

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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Coordinamento Area <coordinamentoarea a gmail.com>
Inviato: domenica 14 luglio 2019 18:13
A: mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; area a areaperta.it; nuovarea a nuovarea.it
Oggetto: [Area] AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del processo


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AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del processo





Il Ddl presentato dal Ministro della Giustizia - pur contenendo in alcune sue parti anche apprezzabili previsioni - appare ispirato a un disegno complessivo che, attraverso l’irrealistica e assurda pretesa di governare la magistratura per mezzo di uno strumento disciplinare abnormemente ampliato e l’introduzione di termini capestro, mira a realizzare ancora una volta finalità meramente punitive nei confronti della Magistratura italiana.



Preoccupano, infatti: la previsione di una drastica quanto irrazionale riduzione dei termini di durata delle indagini preliminari e di forme di discovery anticipata; l’introduzione di automatismi e previsioni standardizzate di termini di durata dei procedimenti civili e penali, assolutamente ininfluenti, quando non dannosi, sulla qualità ed efficacia delle indagini e delle decisioni. E ciò senza tener conto, da un lato, della diversa e variabile complessità e difficoltà dei procedimenti; dall’altro, di un carico giudiziario che, tanto nel settore civile, quanto nel settore penale, è in un costante aumento, ormai insostenibile con gli organici e le risorse attuali e non fronteggiabile nonostante la produttività elevata dei magistrati italiani.



Tali previsioni rappresentano l’ennesimo intollerabile tentativo di riversare sui magistrati le conseguenze delle gravi e colpevoli disattenzioni verso il settore giustizia di cui da oltre un ventennio si è resa responsabile la politica con i governi che si sono avvicendati. Ancora una volta, in luogo di prevedere coraggiosi e ormai non più procrastinabili provvedimenti di natura strutturale e di deflazione che assicurino al sistema un effettivo recupero di efficienza, si tenta nei fatti di riformare, punire e normalizzare la Magistratura.


Nella stessa direzione appare andare anche l’introduzione del meccanismo del sorteggio per l’elezione dei componenti togati del CSM che annulla nei fatti il sistema della rappresentanza previsto dall’art. 103 comma 4 della Costituzione, che è il cardine della garanzia dell’autonomia e dell’ indipendenza della magistratura poste a tutela e salvaguardia dei diritti e dell’uguaglianza dei cittadinidavanti alla legge.



Siamo perciò totalmente contrari ad una tale proposta di riforma demagogica la quale - mentre nulla garantisce sul piano del recupero dell’etica della funzione - in contrasto con la Costituzione sostituisce la sorte al meccanismo della rappresentanza, svilisce il senso profondo della partecipazione e del pluralismo e si presta a distorsioni e strumentalizzazioni clientelari anche peggiori di quelle che il disegno di legge afferma di voler contrastare.



I magistrati italiani chiedono riforme che consentano di svolgere la loro funzione con norme processuali e risorse umane e materiali adeguate e consone al delicatissimo compito cui sono chiamati e si attendono che la loro autonomia e l’indipendenza non siano svilite, ma siano rispettate e difese, ad iniziare dagli altri Poteri dello Stato e dalle istituzioni tutte, perché essa è il presupposto per l’esercizio imparziale della funzione e per la tutela dei diritti delle persone e delle loro garanzie.



Chiediamo, perciò, l’apertura di un tavolo di confronto che consenta di pervenire ad un testo di riforma che sia il più largamente condiviso e, soprattutto, realmente utile per il Paese, a cui non serve una magistratura depotenziata e intimidita, ma un sistema giudiziario moderno ed efficiente.



Cristina Ornano, segretario nazionale di AreaDG

Maurizio Carbone, presidente nazionale di AreaDG
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