[Area] R: [Mailinglist-anm] Re: AreaDG sul Ddl di riforma dell'Ordinamento giudiziario e del processo

Maria Cristina Elisabetta Ornano mariacristinaelisabetta.ornano a giustizia.it
Lun 15 Lug 2019 13:31:39 CEST


Senza alcuno spunto polemico rispondiamo a Mariano Sciacca, presidente di
Unicost, riguardo ad  un nostro presunto silenzio su alcune parti della Ddl
Bonafede, che il nostro comunicato diramato nella giornata di ieri ha inteso
denunciare con fermezza quelli che a nostro avviso sono gli aspetti più
evidenti e devastanti della proposta, ossia il sorteggio, la pretesa di
governare la magistratura attraverso lo strumento di un   disciplinare
abnormemente ampliato e di ridurre i temi delle indagini e dei processi per
decreto, riversando sui magistrati l’inefficienza del sistema. 

Non si tratta, purtroppo, degli unici punti  di quella proposta che noi
avversiamo e, oltre a quelli indicati dal presidente di Unicost, ve ne sono
molti altri. Basti per tutti lo psicologo per le valutazioni di
professionalità dei magistrati. 

Abbiamo ritenuto perciò di affidare la doverosa analisi di dettaglio ad un
documento in preparazione nel quale approfondire  il contenuto del disegno
che, accanto ad alcune proposte apprezzabili, ne contiene molte altre
assolutamente inaccettabili e sulle quali la risposta  della magistratura
deve essere ferma ed unitaria.

Per questo auspichiamo che siano messe da parte polemiche e
strumentalizzazioni, nell’interesse dell’Istituzione e di tutti magistrati. 

Questa è la linea che AreaDG ha  inteso assumere fin dal momento in cui è
scoppiato lo scandalo che ha travolto alcuni autorevoli esponenti di altri
gruppi della magistratura associata. Pur estranei a quelle vicende,  per
senso e rispetto dell’Istituzione e della magistratura non abbiamo operato
alcuna strumentalizzazione, così come  non abbiamo risposto alle ricorrenti
provocazioni di Magistratura indipendente non per mancanza di argomenti, ma
perché siamo convinti che in questo momento la posta in gioco  non sia
quella di strappare qualche consenso, ma di salvare l’Autogoverno, la nostra
autonomia e indipendenza, messe in gravissimo pericolo da questo Ddl e  da
altre proposte di riforma. 

Auspichiamo che tutti seguano questa linea,  che è quella segnata
dall’A.N.M., perseguendo, nel reciproco rispetto, comuni obiettivi
nell’esclusivo interesse della magistratura e del Paese.  

Cristina Ornano e Maurizio Carbone

 

 

 

 

Da: Mariano Sciacca [mailto:mariano.sciacca a giustizia.it] 
Inviato: domenica 14 luglio 2019 19:59
A: Coordinamento Area <coordinamentoarea a gmail.com>;
mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; area a areaperta.it;
nuovarea a nuovarea.it
Cc: Mariano Sciacca <mariano.sciacca a giustizia.it>
Oggetto: [Mailinglist-anm] Re: [Area] AreaDG sul Ddl di riforma
dell’Ordinamento giudiziario e del processo

 

A scanso di equivoci chiarisco due cose preliminari.

Intervengo a titolo personale (anche se Upc si è da subito espressa
chiaramente sul tema) e sono "direttamente interessato" attualmente
ricoprendo la funzione di pst del Tribunale di Catania e quindi in predicato
di abrogazione ex lege.

Detto ciò non posso nascondere il grosso disagio nel rilevare due silenzi
pesanti sul ddl. 

Il primo è quello dei diretti interessati (ovvero gli attuali presidenti di
sezione con la loro esperienza maturata) e dei (presunti, spero di no)
controinteressati (i direttivi cui il ddl consegna il potere di nomina dei
coordinatori). 

So che qualcosa si muove sul fronte dei presidenti delle corti più sensibili
sul tema, ma nulla mi risulta di contro si muove sul fronte dei presidenti
di tribunale.

L'altro silenzio.

Nel comunicato di Area non si fa cenno (salvo ad avere letto
frettolosamente) alla eliminazione dei semidirettivi e all'attribuzione
della competenza della nomina dei nuovi coordinatori di sezione direttamente
ai presidenti dei tribunali e delle corti.

Il tema, insieme alle altre previsioni fortemente punitive e distoniche
rispetto agli obiettivi dichiarati e pubblicizzati, è l'attribuzione dei
potere di nomina dei presidenti di sezione ai presidenti dei tribunali e
della corte.

Sono solo io che ci vede un passo determinante, se non decisivo, per la
gerarchizzazione degli uffici giudicanti?

E per le procure, già cosi fortemente verticalizzate, la nomina dei
coordinatori di dipartimento quali effetti ulteriori produrrà?

LA sottrazione al CSM di questa competenza (peraltro costituzionalmente
prevista: art. 105 Cost.) non sarà foriera di un meccanismo di forte
accentramento presso la dirigenza giudiziaria, al pari di quanto è già
avvenuto nelle procure?

Ci sentiamo più rasserenati da un fiduciario del presidente del tribunale,
piuttosto che da un semidirettivo selezionato dal CSM?

Per chi ha sostenuto la tabellarizzazione delle incarichi semdirettivi è
rassicurante questa previsione?

Non c'è in me in questo momento neanche l'ombra di intenti polemici o tanto
meno elettoralistici: il momento storico è tale che non mi importa nulla dei
voti e delle prossime elezioni.

Il problema è veramente e profondamente culturale e coinvolge sia tutti i
profili connessi alla conoscenza tabelllare, ordinamentale, organizzativa
ecc ecc  sia la stessa possibilità di potere ancora praticare una reale
indipendenza interna nei rapporti tra dirigenza e semidirigenza.

Spero di potere discutere, senza urla e in modo pacato.

In questo momento, al di là di slogans e gente dalle certezze incrollabili,
ne abbiano tutti bisogno.

Quanto meno per non dire di avere taciuto.

Mariano Sciacca

  _____  

Da: Area <area-bounces a areaperta.it <mailto:area-bounces a areaperta.it> > per
conto di Coordinamento Area <coordinamentoarea a gmail.com
<mailto:coordinamentoarea a gmail.com> >
Inviato: domenica 14 luglio 2019 18:13
A: mailinglist-anm a associazionemagistrati.com
<mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com> ; area a areaperta.it
<mailto:area a areaperta.it> ; nuovarea a nuovarea.it
<mailto:nuovarea a nuovarea.it> 
Oggetto: [Area] AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del
processo 

 

 

 

 

AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del processo

 

 

Il Ddl presentato dal Ministro della Giustizia - pur contenendo in alcune
sue parti anche apprezzabili previsioni - appare ispirato a un disegno
complessivo che, attraverso l’irrealistica e assurda pretesa di governare la
magistratura per mezzo di uno strumento disciplinare abnormemente ampliato e
l’introduzione di termini capestro, mira a realizzare ancora una volta
finalità meramente punitive nei confronti della Magistratura italiana.

 

Preoccupano, infatti: la previsione di una drastica quanto irrazionale
riduzione dei termini di durata delle indagini preliminari e di forme di
discovery anticipata; l’introduzione di automatismi e previsioni
standardizzate di termini di durata dei procedimenti civili e penali,
assolutamente ininfluenti, quando non dannosi, sulla qualità ed efficacia
delle indagini e delle decisioni. E ciò senza tener conto, da un lato, della
diversa e variabile complessità e difficoltà dei procedimenti; dall’altro,
di un carico giudiziario che, tanto nel settore civile, quanto nel settore
penale, è in un costante aumento, ormai insostenibile con gli organici e le
risorse attuali e non fronteggiabile nonostante la produttività elevata dei
magistrati italiani.

 

Tali previsioni rappresentano l’ennesimo intollerabile tentativo di
riversare sui magistrati le conseguenze delle gravi e colpevoli
disattenzioni verso il settore giustizia di cui da oltre un ventennio si è
resa responsabile la politica con i governi che si sono avvicendati. Ancora
una volta, in luogo di prevedere coraggiosi e ormai non più procrastinabili
provvedimenti di natura strutturale e di deflazione che assicurino al
sistema un effettivo recupero di efficienza, si tenta nei fatti di
riformare, punire e normalizzare la Magistratura.

 

Nella stessa direzione appare andare anche l’introduzione del meccanismo del
sorteggio per l’elezione dei componenti togati del CSM che annulla nei fatti
il sistema della rappresentanza previsto dall’art. 103 comma 4 della
Costituzione, che è il cardine della garanzia dell’autonomia e dell’
indipendenza della magistratura poste a tutela e salvaguardia dei diritti e
dell’uguaglianza dei cittadinidavanti alla legge.

 

Siamo perciò totalmente contrari ad una tale proposta di riforma demagogica
la quale - mentre nulla garantisce sul piano del recupero dell’etica della
funzione - in contrasto con la Costituzione sostituisce la sorte al
meccanismo della rappresentanza, svilisce il senso profondo della
partecipazione e del pluralismo e si presta a distorsioni e
strumentalizzazioni clientelari anche peggiori di quelle che il disegno di
legge afferma di voler contrastare.

 

I magistrati italiani chiedono riforme che consentano di svolgere la loro
funzione con norme processuali e risorse umane e materiali adeguate e
consone al delicatissimo compito cui sono chiamati e si attendono che la
loro autonomia e l’indipendenza non siano svilite, ma siano rispettate e
difese, ad iniziare dagli altri Poteri dello Stato e dalle istituzioni
tutte, perché essa è il presupposto per l’esercizio imparziale della
funzione e per la tutela dei diritti delle persone e delle loro garanzie.

 

Chiediamo, perciò, l’apertura di un tavolo di confronto che consenta di
pervenire ad un testo di riforma che sia il più largamente condiviso e,
soprattutto, realmente utile per il Paese, a cui non serve una magistratura
depotenziata e intimidita, ma un sistema giudiziario moderno ed efficiente.

 

Cristina Ornano, segretario nazionale di AreaDG

Maurizio Carbone, presidente nazionale di AreaDG

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