[Area] R: In memoria di Pino Airó

Angelo Renna angelo.renna a giustizia.it
Mar 12 Nov 2019 11:47:11 CET


Faccio persino fatica a pensare che Pino non ci sia più, ed è vero quello che scrive Claudio: era  un autorevole, naturale  punto di riferimento per tutti quelli che hanno lavorato a Monza, quale che ne sia stato l'incarico e il ruolo.  Ne ricordo la capacità, l'immediata autorevolezza, l'ironia e il riso che coinvolgeva gli occhi, acuti e intelligenti.

Ho spesso fatto udienza con lui, quando era  coordinatore dell'ufficio Gip di Monza (un ufficio straordinario ed eccellente), e  ammiravo la sua capacità di condurre l'udienza  con naturale  fermezza, sempre interessato a comprendere i fatti e le persone che stava per valutare,  incarnando alla perfezione il  ruolo del giudice.

Era un ottimo esempio di migrante, aveva colto il meglio della cultura brianzola ( l'essere senza fronzoli, la dedizione al lavoro, l'interesse al risultato, la voglia di fare funzionare al meglio le cose) senza mai dimenticare le sue origini.  Sono certo che gli  farà piacere se  menziono qui  la sua abilità  nel preparare riso, patate e cozze: una delizia che ha fatto scoprire ai nordici.

Mi spiace tanto,  ciao Pino.


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Rota Maria Cristina <mariacristina.rota a giustizia.it>
Inviato: martedì 12 novembre 2019 10:54
A: Claudio Castelli; area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: In memoria di Pino Airó

Grazie Presidente, hai davvero ragione; speso, troppo spesso veniamo travolti dal quotidiano e non prestiamo la dovuta attenzione alle persone. Io ho conosciuto Pino solo in occasione della malattia e poi della scomparsa di Walter, di cui era grande amico,  e, pur conoscendolo poco, avevo avuto l’impressione di una persona solida e sensibile.
Cristina


Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Claudio Castelli
Inviato: martedì 12 novembre 2019 10:21
A: area a areaperta.it
Oggetto: [Area] In memoria di Pino Airó

In memoria di Pino Airó

La scomparsa di Pino Airó è uno di quei colpi bassi nella vita che ti lascia senza fiato. Eravamo entrati insieme in magistratura oltre 40 anni fa e, destinati lui a Monza ed io a Milano, avevamo partecipato con entusiasmo a quella faticosa, ma eccitante stagione di rinnovamento della magistratura italiana cercando di far vivere nella nostra attività i valori della Costituzione. Lui, giudice istruttore a Monza, si era scontrato con una Procura immobile, attenta agli equilibri politici e ai poteri consolidati, e con tenacia e costanza aveva gestito processi all’insegna della giustizia eguale per tutti. Questo ha caratterizzato la sua attività giudiziaria, senza sbavature e cadute, senza furori e sempre con equilibrio e con quel sorriso che dava sicurezza e serenità. È quel sorriso e quella serenità che ha conquistato tanti, colleghi, avvocati e personale che per lui erano disposti a tutto. Un amico mi ha detto che pochi possono capire quello che Airó è stato per Monza e per il suo Tribunale. È vero. É stato una colonna, il rifugio ove chiedere consiglio, la persona cui rivolgersi che dava tranquillità e sicurezza con quel modo di fare pacato, deciso e sorridente. Ed il suo rapporto con Monza, lui che veniva dalla Puglia, ma che ormai era un brianzolo nell’anima con pragmatismo e legame con il territorio. Tante volte gli abbiamo chiesto di spostarsi per altri incarichi, anche molto prestigiosi, per beneficiare delle sue capacità organizzative e professionali, ma sempre incontrando cortesi e affettuosi rifiuti. E poi l’ultima stagione vissuta insieme per la diffusione delle buone pratiche, per la digitalizzazione, per la modernizzazione della giustizia. Una stagione entusiasmante, partita con Innovazione per Area (una decina di magistrati, poi estesasi a personale, esperti di organizzazione, professori universitari), che ha cercato di lanciare l’innovazione organizzativa e tecnologica nel mondo della giustizia, con un ruolo di critica, pungolo e proposta nei confronti del Ministero e con una costante interlocuzione con uffici giudiziari, avvocatura e Università. In questo ambito Pino aveva realizzato uno dei più bei progetti con la realizzazione degli sportelli territoriali per la volontaria giurisdizione. Un progetto che aveva vinto premi anche in Europa. Un seme fecondo se oggi parliamo in tutta Italia di sportelli di prossimità in tutta Italia. E da allora, anche per la lontananza dei luoghi dove lavoravamo, erano diventate quasi un’istituzione le cene periodiche con Walter Mapelli, ed i professori universitari che ci avevano supportato nel percorso di best practices e progetti. Cene sempre rivolte al futuro, a nuovi progetti, a proposte che potessero migliorare il nostro lavoro ed il servizio. Capire cosa è successo è difficile. Anche se continuare a farsi carico dei problemi degli altri é usurante, anche se vivere in un mondo che appare dominato dal rancore e non dalla speranza é costoso. E poi vengono i sensi di colpa. Come mai non abbiamo capito ? Dove eravamo? Sempre travolti dalle mille piccole questioni quotidiane in cui ci affanniamo, spesso dimentichiamo cosa è davvero importante.
Ci mancherà il tuo sorriso, Pino. Ma comunque ci accompagnerà.

Claudio Castelli

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