[Area] In ricordo di Pino Airò

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Mar 12 Nov 2019 14:51:30 CET


Magistratura Democratica ricorda Pino Airò, scomparso ieri, con le
parole di due amici 

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"Pino Airò è stato un grande uomo, prima che un grande magistrato. Per
lui il "mestiere" di giudice era inscindibile dalla sua profonda
umanità: uomo, chiamato a giudicare altri uomini e donne, prima che
imputati. E gli imputati - tutti, anche gli autori di crimini efferati -
e i loro difensori riconoscevano e rispettavano in lui innanzitutto
l'uomo, chiamato ad applicare la legge, anche con severità, se
necessario, ma sempre con attenzione, garbo e rispetto per le vite degli
altri. Pino era autorevole, senza bisogno di essere autoritario. Pino
era entusiasta di poter condividere la sua grande esperienza con i
colleghi più giovani. Pino riusciva a coinvolgere e motivare chiunque
avesse la fortuna di lavorare con lui. Si era appassionato
all'organizzazione e credeva fermamente che noi magistrati dovessimo
"sollevare la testa dalle carte e dai fascicoli" e occuparci anche di
come far funzionare meglio gli uffici per dare un servizio efficiente ed
efficace alla collettività in nome della quale amministriamo la
giustizia. Pino credeva profondamente nella necessità di dialogare col
territorio, con gli altri enti, di trasformare il palazzo di giustizia
da una torre d'avorio in una casa di cristallo al servizio degli altri.
Pino è stato il mio maestro, il mio presidente, uno dei miei più cari
amici, un "fratello" maggiore. Mi mancherà, ci mancherà tantissimo" 

Giusi Barbara 

"La scomparsa di Pino Airó è uno di quei colpi bassi nella vita che ti
lascia senza fiato. Eravamo entrati insieme in magistratura oltre 40
anni fa e, destinati lui a Monza ed io a Milano, avevamo partecipato con
entusiasmo a quella faticosa, ma eccitante stagione di rinnovamento
della magistratura italiana cercando di far vivere nella nostra attività
i valori della Costituzione. Lui, giudice istruttore a Monza, si era
scontrato con una Procura immobile, attenta agli equilibri politici e ai
poteri consolidati, e con tenacia e costanza aveva gestito processi
all'insegna della giustizia eguale per tutti. Questo ha caratterizzato
la sua attività giudiziaria, senza sbavature e cadute, senza furori e
sempre con equilibrio e con quel sorriso che dava sicurezza e serenità.
È quel sorriso e quella serenità che ha conquistato tanti, colleghi,
avvocati e personale che per lui erano disposti a tutto. Un amico mi ha
detto che pochi possono capire quello che Airó è stato per Monza e per
il suo Tribunale. È vero. É stato una colonna, il rifugio ove chiedere
consiglio, la persona cui rivolgersi che dava tranquillità e sicurezza
con quel modo di fare pacato, deciso e sorridente. Ed il suo rapporto
con Monza, lui che veniva dalla Puglia, ma che ormai era un brianzolo
nell'anima con pragmatismo e legame con il territorio. Tante volte gli
abbiamo chiesto di spostarsi per altri incarichi, anche molto
prestigiosi, per beneficiare delle sue capacità organizzative e
professionali, ma sempre incontrando cortesi e affettuosi rifiuti. E poi
l'ultima stagione vissuta insieme per la diffusione delle buone
pratiche, per la digitalizzazione, per la modernizzazione della
giustizia. Una stagione entusiasmante, partita con Innovazione per Area
(una decina di magistrati, poi estesasi a personale, esperti di
organizzazione, professori universitari), che ha cercato di lanciare
l'innovazione organizzativa e tecnologica nel mondo della giustizia, con
un ruolo di critica, pungolo e proposta nei confronti del Ministero e
con una costante interlocuzione con uffici giudiziari, avvocatura e
Università. In questo ambito Pino aveva realizzato uno dei più bei
progetti con la realizzazione degli sportelli territoriali per la
volontaria giurisdizione. Un progetto che aveva vinto premi anche in
Europa. Un seme fecondo se oggi parliamo in tutta Italia di sportelli di
prossimità in tutta Italia. E da allora, anche per la lontananza dei
luoghi dove lavoravamo, erano diventate quasi un'istituzione le cene
periodiche con Walter Mapelli, ed i professori universitari che ci
avevano supportato nel percorso di best practices e progetti. Cene
sempre rivolte al futuro, a nuovi progetti, a proposte che potessero
migliorare il nostro lavoro ed il servizio. Capire cosa è successo è
difficile. Anche se continuare a farsi carico dei problemi degli altri é
usurante, anche se vivere in un mondo che appare dominato dal rancore e
non dalla speranza é costoso. E poi vengono i sensi di colpa. Come mai
non abbiamo capito ? Dove eravamo? Sempre travolti dalle mille piccole
questioni quotidiane in cui ci affanniamo, spesso dimentichiamo cosa è
davvero importante. Ci mancherà il tuo sorriso, Pino. Ma comunque ci
accompagnerà." 

Claudio Castelli 

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