[Area] R: LA MIA CANDIDATURA

Giuseppe Salmè giuseppe.salme a gmail.com
Gio 21 Nov 2019 18:07:22 CET


Brava Daniela. Da qui non usciamo! Altri vedano che vogliono fare.
Pino

Il giorno gio 21 nov 2019 alle ore 18:05 Daniela Galazzi <
daniela.galazzi a giustizia.it> ha scritto:

> Regole di cui noi di area facciamo strame.
> I soliti furbacchioni che si ammantano di santità.
> I soliti correntocrati non Trojanizzati.
> Rifarci a basso costo una verginità da cabaret.
> Vergognarsi nel proporsi...
>
> Io non so chi sia Mirenda. So che scrive attraverso altri ad una lista
> alla quale non partecipa.
> E scrive con una modalità degna di un urlato show televisivo.
> Peraltro, quando vengono date le risposte alle domande (vedi ad esempio la
> mail di Lucia Vignale), non vi sono altre difese se non sostenere che
> quello che scriviamo é falso.
> Beh, un vero e proprio confronto democratico.
> Anche io sono uscita dalla ANM nazionale, subissata dai messaggi sempre e
> soltanto negativi, velenosi, pure maleducati di tutta una serie di colleghi
> che scrivono, scrivono, scrivono ... però da qui non esco.
> Però, mi chiedo, visto che vi facciamo tanto schifo, perché non ve ne
> andate voi e ci lasciate qui, nella nostra triste ignoranza delle vostre
> luminose verità rivelate?
> Daniela
>
> Inviato da iPad
>
> Il giorno 20 nov 2019, alle ore 12:56, Gioacchino Romeo <gioarom a alice.it>
> ha scritto:
>
> Essendone stato autorizzato dall’autore, riporto di seguito la risposta
> che Andrea Mirenda, non iscritto alla presente ml, ha inviato alla collega
> Chinaglia che illustrava il perché della sua candidatura alle elezioni
> suppletive:
>
>
>
> *Cara Elisabetta, *
>
> *ma come fai a dire tante banalità in un colpo solo?*
>
> *Ancora fioretti? Ancora promesse di virtù e di carte (igieniche) dei
> valori ?*
>
> *Delle regole, voi di Area, fate strame: avete appena nominato un
> Procuratore Generale della Cassazione privo del requisito attitudinale
> specifico dei 6 anni di funzioni di legittimità, fregando allegramente i
> molti altri che, credendo in quel presupposto e non avendolo, non hanno
> presentato la domanda:  ahhhh, se solo avessero saputo che delle regole ve
> ne fate un baffo!*
>
> *Insomma, siete i soliti furbacchioni che si ammantano di santità, salvo
> agire sottobanco come e quanto gli altri.*
>
> *Ma oramai il giochino è scoperto...*
>
> *Cara Elisabetta, ti faccio una proposta: se proprio vorrai farti
> protagonista di una battaglia riformista “non parolaia”, predica la
> rotazione negli incarichi giudiziari tra tutti i colleghi con almeno
> dieci/quindici anni di anzianità, a turno biennale.*
>
> *E chiediti, poi,  perché tutte le correnti, compresa la tua, sono
> contrarissime a questa semplice riforma a costo zero.*
>
> *Ecco una proposta eversiva!*
>
> *Siete contrari, forse, per assicurare i migliori dirigenti alla
> magistratura italiana? Non raccontiamoci palle: ti faccio un esempio: la
> procura capitolina è acefala  da mesi e mesi eppure a Roma tutto funziona
> regolarmente (e forse in modo più trasparente) grazie alle normali regole
> vicariali. *
>
> *Gli esempi potrebbero moltiplicarsi eppure, proprio per Roma, Firenze,
> Torino e Reggio Calabria le ignobili passerelle notturne negli alberghi
> romani (che, purtroppo, hanno risparmiato ”fortunosamente” i soli
> correntocrati non trojanizzati) dimostrano come la volontà non fosse
> affatto quella di individuare il migliore bensì di piazzare il sodale che
> avrebbe favorito questo o quell’intrallazzo.*
>
> *Ecco la vera questione morale, non quella paludata e sterilizzata che
> inventi tu, buona solo per rifarvi a basso costo una verginitá da cabaret.*
>
> *Elisabetta, ricorderai bene che Area, nella scorsa consiliatura, quando
> era egemone in Consiglio, sostenne gioiosamente nomine ignominiose, poi
> puntualmente censurate dal giudice amministrativo. *
>
> *Dov’eri  Elisabetta? si è mai levata la tua voce contro questo mercato di
> vacche? Hai mai detto pubblicamente “che vergogna”?*
>
> *Ecco, se non lo hai fatto, questo è il tuo momento di vergognarti nel
> proporti come paladina a senso unico (cioè contro gli altri gruppi) della
> trasparenza e delle virtù.*
>
> *Un abbraccio e stammi bene.*
>
> *Andrea Mirenda*
>
>
>
> Gioacchino Romeo
>
>
>
> Inviato da Posta <https://go.microsoft.com/fwlink/?LinkId=550986> per
> Windows 10
>
>
>
> *Da: *Elisabetta Chinaglia <elisabetta.chinaglia a giustizia.it>
> *Inviato: *mercoledì 23 ottobre 2019 08:58
> *A: *area a areaperta.it
> *Oggetto: *[Area] LA MIA CANDIDATURA
>
>
>
>>
> Care/cari colleghe/i
> Ho presentato la mia candidatura alle elezioni suppletive al CSM perché me
> lo hanno proposto i colleghi, appena due settimane fa, nell’assemblea
> distrettuale di AreaDG.
> E’ stata una proposta inaspettata, che ho accettato ponderandone
> attentamente le conseguenze, da un lato l’abbandono temporaneo
> dell’attività giurisdizionale, che amo e a cui mi sono dedicata
> ininterrottamente per quasi trent’anni, e dall’altro la grande
> responsabilità da assumere.
> E’ una responsabilità grande, perché *la sfida del CSM di oggi è ridare
> credibilità all’autogoverno, e con esso all’intera magistratura*.
>
> La* questione morale *è il primo punto su cui dobbiamo essere fermi.
> I fatti che sono emersi la scorsa primavera, accordi tra autorevoli
> esponenti di alcune correnti e politica, sono gravissimi e costituiscono
> pericolosi attentati all’indipendenza della magistratura intera; quei fatti
> vanno stigmatizzati con forza e senza alcun tentennamento.
> Ridare credibilità al CSM comporta che tutti i suoi componenti si
> impegnino nel recupero di autorevolezza e trasparenza, attraverso *comportamenti
> rispettosi delle regole, eticamente ineccepibili, trasparenti,
> completamente estranei a logiche di scambio e correntizie, totalmente
> imparziali**.*
> Questo percorso passa necessariamente attraverso il recupero delle ragioni
> profonde che sono alla base dell’*associazionismo giudiziario*,
> riconducendolo a *luogo di confronto e di scambio culturale sul modo di
> fare giurisdizione e autogoverno*, con netto rifiuto delle correnti come
> luoghi di spartizione del potere.
> Personalmente, mi sono iscritta subito all’ANM e, dopo alcuni anni di
> professione, a Magistratura Democratica e poi ad Area Democratica per la
> Giustizia, all’unico fine di trovare luoghi di confronto collettivo che mi
> aiutassero a collocare il mio lavoro all’interno di una visione più ampia
> del servizio giustizia, per migliorarlo.
> Credo quindi di potere, qui, parlare con sincerità non solo a chi crede in
> questa idea di “gruppo”, ma anche ai molti che, diffidenti verso
> l’associazionismo, pensano comunque di condividere gli stessi valori che
> propongo.
>
> *Chi sono.*
> Sono in magistratura dal marzo 1990; ho una famiglia e due figli, nati
> negli anni in cui non esisteva alcuna previsione, oltre ai periodi di
> astensione previsti per legge, per la tutela della maternità e per
> garantire la parità di genere.
> Non ho mai svolto incarichi fuori ruolo.
> Ho sempre svolto funzioni giudiziarie, prima requirenti e poi giudicanti:
> Procura-Pretura, Pretura, dibattimento penale collegiale e monocratico in
> una sezione di Tribunale, GIP per dieci anni, Tribunale del riesame, il
> tutto a Torino; dal 2016 ad oggi sono presidente della sezione penale del
> Tribunale di Asti (organico di 21 giudici).
> Dal 2008 al 2012 sono stata componente del Consiglio Giudiziario del
> Distretto di Torino, dal 2008 al 2016 componente della Commissione
> permanente per l’analisi dei flussi del Distretto; ho proseguito ad
> occuparmi di ordinamento giudiziario anche negli anni successivi, sia per
> studio e momenti di confronto collettivo, sia praticando la normativa
> primaria e secondaria nello svolgimento del ruolo semidirettivo. Ho cercato
> di portare in queste attività la mia idea di autogoverno.
> Mi sono spesso occupata di magistrati in tirocinio, in una occasione come
> tutor presso la Scuola superiore della magistratura, spesso come
> affidataria, cercando di trasmettere ai magistrati più giovani la passione
> per questo lavoro bellissimo.
> Le varie esperienze svolte mi hanno consentito di acquisire consapevolezza
> delle plurime complessità organizzative del lavoro di magistrato.
> Il ruolo semidirettivo che svolgo da tre anni (in un ufficio di ridotte
> dimensioni, con tutte le connesse problematiche di mancanza di
> specializzazione, carenze di organico, pendolarismo, ecc) è stato una
> grande palestra, sia per le complessità organizzative da risolvere, sia per
> la fatica e l’entusiasmo di gestirlo coerentemente con l’idea di
> magistratura orizzontale e non gerarchica: semplicemente come una “diversa
> funzione”, seppur implicante forti responsabilità, prima tra tutte la
> ricerca della gestione partecipata dell’ufficio.
>
> *Che idea di giurisdizione e di magistratura.*
> Una *giurisdizione *attenta ai valori costituzionali, capace di
> riconoscere, senza condizionamenti interni ed esterni, la tutela dei
> diritti di tutti.
> Un *magistrato *indipendente da qualunque potere, interno o esterno
> all’ordine giudiziario, capace di generare fiducia per la sua riconosciuta
> imparzialità, rispettoso delle parti, aperto al dubbio e privo di
> supponenza.
> Una *magistratura*:
> -          non gerarchica, nemica del carrierismo, convinta che i
> magistrati si distinguono davvero solo per le funzioni esercitate;
> -          consapevole del senso della propria funzione ma aperta alla
> visione del mondo che ci circonda e sempre attenta alle persone (persone
> che stanno dietro i fascicoli, persone che lavorano al nostro fianco siano
> essi magistrati o personale amministrativo, persone che attendono risposte);
> -          non autoreferenziale, e tuttavia sempre attenta alla tutela
> della propria indipendenza da attacchi esterni, quindi pronta a controllare
> nei suoi risvolti concreti ogni proposta di modifica legislativa che incida
> sull’autogoverno;
> -          impegnata nella gestione trasparente e democratica degli uffici.
>
> Ogni magistrato ha bisogno di essere garantito nella sua indipendenza da
> un *autogoverno credibile* e di essere messo nelle condizioni di svolgere
> dignitosamente il proprio lavoro, percependo il senso della propria
> funzione, la sua delicatezza, la sua serietà e la sua concreta possibilità
> di incidere sulla realtà.
> Dobbiamo batterci per rifondare un *autogoverno diffuso*:
> - che parte dal singolo magistrato, il quale, in qualunque funzione egli
> svolga la sua attività, ha la possibilità di contribuire all’organizzazione
> degli uffici e di rendere la magistratura un corpo sano e scevro da
> interessi di potere;
> - che passa dai Consigli Giudiziari, organi di autogoverno prossimi al
> territorio ed in quanto tali fondamentali nell’aiuto all’organizzazione
> degli uffici e nell’impegno a rendere al Consiglio Superiore il quadro più
> corretto ed obiettivo possibile della realtà organizzativa degli uffici e
> delle reali potenzialità dei magistrati nell’ottica della scelta di coloro
> che possono svolgere una funzione organizzativa;
> - che arriva ad un CSM serio, credibile, trasparente, capace di difendere
> davvero l’autonomia esterna ed interna della magistratura.
>
> *In concreto?*
> In sintesi, *alcuni punti programmatici* per l’attività del CSM;
> per approfondire *come e perchè*, c’è l’allegato:
> - *giovani magistrati*: attenzione alla formazione e tutela da ogni forma
> di gerarchizzazione o di richiami al conformismo e all’efficientismo;
> - *mobilità*: introduzione di meccanismi che, senza ledere il diritto
> alla mobilità del magistrato, tendano a stabilità e minima copertura degli
> uffici, soprattutto medio-piccoli; particolare attenzione agli uffici più
> difficili, nei quali i magistrati, spesso al primo incarico, devono poter
> coltivare un’idea alta di giurisdizione ma anche avere una vita personale
> sostenibile;
> - *genere e genitorialità*: previsione di meccanismi per gestire le
> assenze per maternità, malattia, e genitorialità come situazioni ordinarie
> e strutturali, non penalizzanti né per il magistrato né per l’ufficio;
> -* Procure*: difesa dagli attacchi esterni e dai rischi interni di
> gerarchizzazione; riavvicinamento alla cultura tabellare;
> - *nomine di direttivi e semidirettivi*: esercizio della discrezionalità
> con responsabilità e trasparenza; calendarizzazione rigorosa; riforma del
> T.U. dirigenza con valorizzazione della maggiore esperienza professionale
> acquisita; rifiuto di percorsi di carriera; riforma significativa del
> sistema di conferma dei dirigenti; necessità per i fuori ruolo di rientrare
> per un congruo periodo nella giurisdizione prima di avere incarichi
> dirigenziali;
> -* valutazioni di professionalità*: serie, fondate su dati di fatto,
> attente all’intera professionalità del magistrato e contestualizzate,
> quanto alla produttività, nella realtà degli uffici;
> - *disciplinare*: esclusivo accertamento della responsabilità del
> singolo, con particolare attenzione al tema dell’interpretazione di diritto
> e di valutazione del fatto e delle prove; contestualizzazione dei fatti nel
> contesto di lavoro;
> - *Ruolo politico del CSM* come interlocutore istituzionale nei confronti
> del Governo e del Parlamento sulle riforme in materia di giustizia, nonché
> attivo nel suo ruolo di tutela della indipendenza e dell’autonomia del
> potere giudiziario.
>
> *In conclusione:*
> Offro la mia candidatura come possibile contributo, insieme a quelli di
> tutti, al percorso di trasformazione del CSM in una vera casa di vetro di
> tutti i magistrati; compito difficile ed entusiasmante, che si deve
> svolgere con onore e umiltà, nella piena consapevolezza del ruolo
> costituzionale della magistratura.
>
> Elisabetta Chinaglia
>
>
>
>>
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