[Area] Il Presidente di sezione. Honor habet onus di Daniela Galazzi

[thorgiov]

Lasciare un segno di sè è importante, ma non è detto che per farlo si 
debba diventare dirigente o semidirettivo. Anche in passato ho citato 
l'esempio di Giovanni Falcone, la cui candidatura a capo dell'Ufficio 
Istruzione del Tribunale di Palermo fu bocciata, e al suo posto fu 
nominato Antonino Meli. Ebbene, oggi ci si ricorda di Meli solo perchè 
fu preferito  in quell'occasione al candidato più naturale per quel 
posto, mentre Falcone era e rimane, non solo in Italia ma in tutto il 
mondo, il modello di magistrato impegnato nella lotta contro la mafia. 
Eppure non era riuscito a diventare semidirettivo . Per fare un altro 
esempio, Ilda Boccassini ha lasciato un segno molto forte della sua 
presenza soprattutto quando era un magistrato comune, prima di diventare 
procuratore aggiunto, nel momento in cui nel 1992 decise di andare in 
applicazione alla Procura di Caltanissetta per occuparsi delle indagini 
sulla morte di Falcone, rischiando in prima persona. Questo è il giusto 
modo di emergere.

Che cosa significa, poi, affermare che gli incarichi direttivi o 
semidirettivi, se svolti al meglio, possono essere molto onerosi ? Forse 
che lo stesso non vale per l'attività di magistrato comune ? Se uno 
vuole fare lo sfaticato, ha mille occasioni per farlo, anche da 
magistrato senza incarichi di vertice. Io vedo che purtroppo sul caso 
Palamara non si è voluto, all'interno della magistratura, andare a fondo 
sulle vere ragioni della degenerazione correntizia. Queste ragioni si 
trovano tutte nella corsa sfrenata agli incarichi di vertice, perchè 
purtroppo la riforma Castelli - Mastella ha aperto la strada al 
carrierismo più spinto, alla lotta di potere di tutti contro tutti. Vedo 
che si insiste a non volere andare a fondo, a rimuovere le radici del 
male, ma si preferisce lanciare vane e moralistiche lamentele, senza la 
volontà di cambiare veramente.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 24/11/2019 19:31, nicola lariccia ha scritto:
> La cultura cattolica naturalmente non c'entra nulla.
> C'entra piuttosto la natura umana, il bisogno di emergere, di lasciare
> un segno di sè comune più o meno a tutti noi (senza essere ipocriti).
> Che poi gli incarichi direttivi o semidirettivi, se svolti al meglio,
> possano essere anche molto onerosi è facilmente rilevabile.
> Il che non contraddice l'assunto precedente.
>
> Il giorno dom 24 nov 2019 alle ore 18:25 thorgiov <thorgiov a libero.it>
> ha scritto:
>> La mia domanda, che ho posto da tanto tempo agli iscritti alla lista,
>> rimane inevasa : per quale motivo, se l'ufficio semidirettivo o
>> direttivo è così oneroso, i magistrati si scannano letteralmente tra di
>> loro per ricoprirlo e per mantenerlo, passando da un Tribunale all'altro
>> ? Da dove nasce questo masochismo ? C'è forse un senso di colpa sotteso
>> a tutto questo, per cui si ritiene giusto soffrire fino in fondo per un
>> qualche peccato che si è commesso, o semplicemente perchè, in base alla
>> cultura cattolica, siamo nati proprio per soffrire ?
>>
>> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>
>> Il 23/11/2019 12:19, Giustizia Insieme ha scritto:
>>> Il Presidente di sezione. Honor habet onus
>>> di Daniela Galazzi
>>>
>>> Una premessa. Il mio scritto riguarda la figura del presidente di una
>>> sezione civile: si tratta di funzioni che svolgo da alcuni anni, prima
>>> come f.f. in un grande Tribunale, il quinto d’Italia, poi come
>>> presidente effettivo in un Tribunale di medie dimensioni. Le mie
>>> parole risentono fortemente della mia esperienza professionale, sino
>>> ad ora molto positiva, e non ho certo la presunzione di essere
>>> esaustiva. Come direbbe Manzoni, chiedo anticipatamene venia ai miei
>>> venticinque lettori se non ameranno questo scritto.
>>>
>>> https://www.giustiziainsieme.it/it/organizzazione-della-giustizia/790-il-presidente-di-sezione-honor-habet-onus
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