[Area] R: La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo zero contro il correntismo

Stefania Castaldi stefania.castaldi a giustizia.it
Ven 13 Dic 2019 12:37:16 CET


La premessa di sostanza posta da Paolo Ielo è a mio parere il punto di partenza o su cui chiarirsi le idee prima di procedere a qualsivoglia ragionamento.
Anche io come Paolo sono stata giudice e pubblico ministero.
Stefania Castaldi

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From: Area <area-bounces a areaperta.it> on behalf of Paolo Ielo <paolo.ielo a giustizia.it>
Sent: Thursday, December 12, 2019 5:36:22 PM
To: Roberto Ferrari <roberto.ferrari a giustizia.it>; thorgiov <thorgiov a libero.it>; area a areaperta.it <area a areaperta.it>
Subject: Re: [Area] R: La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo zero contro il correntismo


Riprendo quanto dissi qualche anno fa su tema.

Per affrontare correttamente la questione, rimanendo aperti a qualsiasi soluzione, occorre distinguere tra funzioni direttive inquirenti e giudicanti.

Lo status del Procuratore della Repubblica è profondamente diverso da quello del Presidente del Tribunale ( ho svolto funzioni requirenti e giudicanti per lungo tempo con entrambe le casacche e questo mi è molto chiaro).

Il Presidente del Tribunale, o anche il presidente di sezione, quando svolgono funzioni giurisdizionali, esprimono la stessa "quota di giurisdizione" espressa dagli altri giudici. il suo voto, quando compone il collegio, "vale " esattamente quanto quello degli altri giudici. Non è infrequente nell'esperienza giudiziaria che i presidenti ( siano essi di Tribunale, di sezione o di collegio) vadano in minoranza. Non c'è, nelle scelte giurisdizionali del giudice, un problema di democrazia. Il direttivo o il semidirettivo giudicante devono creare le condizioni per un'equa distribuzione del lavoro, per una gestione degli spazi e delle risorse efficiente: deve nella sostanza, secondo il diverso ruolo che esprime e con intensità diverse, creare le condizioni perché gli altri lavorino bene.

In conclusione ( una conclusione rozza, perdonatemi, ma per i miei gusti la mail è troppo lunga già così) il direttivo o semidirettivo giudicante deve essere innanzitutto un ottimo organizzatore, pur se un giudice di non eccellenti qualità nell'esercizio della giurisdizione.

Non così il Procuratore della Repubblica. Egli è il titolare dell'azione penale, vista le misure cautelari e, secondo i diversi modelli organizzativi, anche le richieste di intercettazioni telefoniche, diversamente da quanto accade al direttivo o al semidirettivo giudicante che non intervengono negli atti altrui.

Questo richiede che il Procuratore della Repubblica, oltre ad essere un buon organizzatore ( ossia uno che deve far lavorare bene gli altri) deve essere un ottimo pubblico ministero. Egli deve aver chiari i limiti dell'esercizio dell'azione penale e cautelare in funzione dibattimentale, le tecniche investigative; deve avere una capacità di rapporti con i vertici delle polizie giudiziarie; tenere i rapporti con i media ecc.. A mio giudizio ( questo non sta nella legge, ma nella mia visione dell'ufficio di Procura) deve creare anche le condizioni della maggiore democrazia possibile all'interno dell'ufficio ( per esempio facendo emergere -e condividendo- le linee di azione giudiziaria- indirizzi interpretativi e operativi-, vincolanti per tutti, da assemblee di gruppo o d'ufficio, secondo il diverso settore d'intervento ).

In estrema sintesi il direttivo o semidirettivo giudicante non portano la responsabilità delle forme e dei contenuti dell'esercizio della giurisdizione; il Procuratore della Repubblica porta personalmente la responsabilità dell'esercizio della funzione giudiziaria inquirente.

Solo dopo aver preso atto della differenza strutturale tra i due modelli di dirigente, ogni soluzione diviene seria e realistica mentre mischiarli in un'unica figura rischia di essere fuorviante


Paolo


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Roberto Ferrari <roberto.ferrari a giustizia.it>
Inviato: giovedì 12 dicembre 2019 11:27
A: thorgiov; area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo zero contro il correntismo


Il problema dell' inidoneità manageriale si manifesta spesso anche in ambito sanitario, ove il primario continua a fare il medico, perchè già lo sa fare e c'è tanto da fare, anzichè ritagliarsi il tempo necessario a imparare a organizzare.

La rotazione potrebbe non risolvere il problema. Questo sarebbe invece risolto ove le funzioni organizzative vengano esercitate effettivamente da tutta la compagine, selezionando le persone più adatte a svolgere determinati compiti. In questo modo, indipendentemente da chi figuri essere il dirigente che firma gli atti organizzativi, il deficit determinato dall' assoluta inefficienza del criterio del merito viene colmato.
Riguardo all' inefficienza, occorre chiarire che la scelta sul merito si basa sulla lacunosa conoscenza di quanto compiuto in passato dal candidato, anzichè sulla (altrettanto difficile) osservazione di quanto effettivamente compie come dirigente. Ove il merito si valuti poi in base alle capacità e alle competenze, il criterio di selezione resta ancora inefficiente. Che si sappia compiere un' opera in modo adeguato non lascia indurre che lo si voglia anche e che lo si faccia effettivamente.

Il problema della carriera o del cursus honorum segnalato da Pizzi è invece di grande importanza, trattandosi di fenomeni che appartengono a organizzazioni sociali dalle quali la Costituzione pare volersi discostare con decisione.
La "carriera" appartiene propriamente a epoche storiche di transito dai sistemi feudali a quelli centralizzati (la Francia dell' assolutismo monarchico, il mandarinato cinese); constatata l' ingestibile fedeltà dei ceti nobiliari, la si richiede al burocrate alle dirette dipendenze della corte, che deve inoltre essere il più efficiente possibile. La fedeltà è comunque la condizione primaria e irrinunciabile; uno bravo di cui non mi fido è un rischio inaccettabile; è molto meglio un inaffidabile incapace.
Il cursus honorum romano attiene più propriamente all' organizzazione di tipo repubblicano dei rapporti interni ai patrizi, che gradualmente evolve nel tempo dell' impero in forme più simili a quelle del mandarinato (con grande apertura al ricambio nelle classi dirigenti).
Tali sistemi organizzativi della macchina statale appaiono contrari agli indirizzi costituzionali.

Va poi detto che il problema della reale conoscenza della capacità e fedeltà del funzionario si aggrava con la complessità dell' organizzazione sociale e dell' economia. Se la conoscenza della realtà è difficile, allora il carrierista lavora sulla creazione dell' apparenza a lui utile (in particolare riuscendo a entrare in un cartello i cui partecipanti cooperano nel costruire e asseverare reciprocamente le rispettive reputazioni); l' unica competenza che possiamo esser certi possieda è quella nella creazione di una reputazione idonea allo scopo.



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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di thorgiov <thorgiov a libero.it>
Inviato: mercoledì 11 dicembre 2019 18:54
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo zero contro il correntismo


E chi altri potrebbe ( e non dovrebbe ) amministrare ? Mi sembra ovvio che i dirigenti andrebbero scelti per gli effettivi meriti. La questione di fondo è che su quei meriti non dovrebbe essere possibile fondare una carriera, perchè la carriera, in base alla Costituzione, non dovrebbe esistere. Se si costruisce una carriera, il magistrato diventa effettivamente un burocrate che perde ogni contatto con la sua funzione, che è la funzione giurisdizionale, non quella direttiva.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 11/12/2019 18:36, Giuseppe De Rosa ha scritto:
Non sono d'accordo. La rotazione negli incarichi provocherebbe in poco tempo l'appiattimento della funzione dirigenziale. Il solito problema che si ha quando si adottano soluzioni simili. Nessuno è responsabile di niente ed chi dirige è lì più o meno per caso. La conseguenza sarebbe, inevitabile, l'ulteriore burocratizzzaione e gerarchizzazione esterna della magistratura, perché se i dirigenti ruotano senza una specifica scelta, in fondo non servono. Quindi, altri devono amministrare.
Occorre sforzarsi di sceglierli come si deve. E' difficile, ma è meno rischioso.
Giuseppe de Rosa (Corte Appello Trieste)

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di andreale
Inviato: mercoledì 11 dicembre 2019 08:29
A: Area a areaperta.it<mailto:Area a areaperta.it>
Oggetto: [Area] La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo zero contro il correntismo

Andrea Mirenda,  nell'articolo  che vi allego, pubblicato oggi su Il riformista,  spiega chiaramente i motivi per sostenere la proposta della rotazione negli incarichi apicali tra i magistrati.
Uno strumento semplice e senza 'controindicazioni' sotto il profilo della legittimità costituzionale.
Un'arma molto efficace contro il nominificio correntizio.
Ve lo sottopongo per una riflessione.
Saluti,
Andrea Reale




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