[Area] R: Fwd: I veri patrimoni del nostro paese

thorgiov thorgiov a libero.it
Mar 28 Gen 2020 18:34:35 CET


Il decisionismo nella ottica di Craxi significava riformismo. 
Indubbiamente non fu l'unico politico a comprendere la inadeguatezza del 
sistema istituzionale scaturito dalla Costituzione del 1948 rispetto ai 
tempi nuovi, ma constato che tutti i tentativi di modificarlo sono 
falliti. Oggi parliamo di Quarta Repubblica, come se dopo la Prima 
Repubblica ce ne fossero state altre, quando in realtà il sistema 
istituzionale è rimasto sempre lo stesso e si è rivelato inemendabile. A 
riformarlo ci hanno provato i due politici che negli ultimi anni 
sembravano avere il maggior tasso di popolarità di tutti gli altri : 
Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Entrambi hanno fallito. Il 
consociativismo si è sviluppato ulteriormente, è diventato più moderno 
ed è diventato trasformismo allo stato puro, laddove, una volta venuto 
meno il retroterra ideologico che caratterizzava i vecchi partiti che si 
riconoscevano nel cosiddetto arco costituzionale, nel senso che erano 
espressione delle forze politiche che avevano dato vita alla 
Costituzione del 1948, è diventato indifferente allearsi con l'uno o con 
l'altro. Ora Matteo Salvini ha di mira non la riforma del sistema, ma la 
sua distruzione. Come dire : quando si è toccato il fondo, si può sempre 
scavare ancora.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 28/01/2020 15:39, PM Giuseppe Bianco ha scritto:
>
> Che il “ decisionismo “ sia stato il “ maggior limite umano “ di CRAXI 
> è cosa che mi pare difficile condividere , caro Mario.
>
> Istanze di una maggiore semplificazione dei meccanismi istituzionali 
> furono frequentissime in quegli anni :
>
> si va dalle proposte missine ( la repubblica presidenziale di 
> Almirante ) a quelle democristiane ( la “ Piccoli-riforma “ ) fino 
> alla commissione Bozzi ( che socialista non era ma liberale ).
>
> Lo stesso consiglio di gabinetto istituito nel governo Craxi ( un 
> governo nel governo che si riuniva sulle questioni più spinose e di 
> cui facevano parte solo alcuni ministri ed i segretari del 
> pentapartito ) non fu una trovata del duce Craxi ma fu costruito su un 
> progetto elaborato dallo staff dell’ ex presidente del consiglio 
> Spadolini , un progetto che Craxi mise subito in atto appena potè.
>
> In sintesi  il decisionismo craxiano non fu altro che un legittimo 
> tentativo di riforma del sistema , secondo una corrente di pensiero 
> sostanzialmente maggioritaria e comunque vastissima in tutto il mondo 
> politico di quegli anni.
>
> Opinabile come tutte le cose dello scibile , naturalmente.
>
> Ciò che ne rimane ( e che intravvedo nella tua risposta ) è solo la 
> immagine caricaturale costruita dalla corrente demitiana della DC e 
> soprattutto dalla opposizione del PCI
>
> ( Craxi fascista con gli stivaloni ) ,
>
> PCI che aborriva gli sforzi del nuovo PSI di sciogliere  il collame 
> consociativo imperante in quegli anni.
>
> Personale opinione, naturalmente.
>
> Buon lavoro , Mario.
>
> *Da:*mario ardigo [mailto:marioardigo a yahoo.com]
> *Inviato:* venerdì 24 gennaio 2020 10:50
> *A:* giuseppe.bianco a giustizia.it 
> <mailto:giuseppe.bianco a giustizia.it>; 'Augusto Lama'; 'Gianfranco 
> Gilardi'
> *Cc:* 'Stefano Celli'; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com 
> <mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>
> *Oggetto:* R: [Mailinglist-anm] IN DIFESA DI CRAXI
>
> Craxi, alla fine se degli anni '70, diede avvio a una metamorfosi del 
> socialismo italiano con il saggio "Vangelo socialista", scritto con la 
> collaborazione di Pellicani. Ebbe l'opportunità di renderla concreta 
> durante la sua lunga presidenza del Consiglio negli anni '80, ma la 
> perse per strada in gran parte per suoi limiti personali. Aveva anche 
> validi consiglieri, che però non seguì. La politica di oggi prende 
> esempio da lui nel suo "decisionismo", in definitiva da ciò che mi 
> apparve il suo maggior limite umano. È per il fallimento del craxismo 
> che oggi è difficile in Italia definirsi "socialisti". Dalla metà 
> degli anni '90, il socialismo è stato espresso in Italia, come 
> esperienza di massa antagonista al capitalismo, da alcuni frammenti 
> dei vecchi partiti marxisti e soprattutto, specialmente ora, dal 
> cattolicesimo sociale, nel filone del pensiero sociale ispirato alla 
> teologia della liberazione. La proposta socialista craxiana intendeva 
> distanziarsi molto dagli uni e dall'altro, ricambiata.  Senza 
> riferimenti al marxismo il pensiero socialista apparve perdere la sua 
> forza critica aggregante. Mario Ardigó
>
> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *mario ardigo
> *Inviato:* lunedì 27 gennaio 2020 22:15
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese
>
>  I giudizi su Bettino Craxi che vado leggendo su questa lista sono 
> piuttosto superficiali. Ho proposto alcune idee in merito  sulla 
> mailing list dell'ANM e non sto  a ripetermi.
>
>  Su questa mailing list accedono però anche non magistrati. Per loro 
> dico che ho l'età per aver vissuto consapevolmente, e quindi per 
> esserne testimone,  gli anni in cui Craxi e il suo gruppo proposero un 
> neo-socialismo centrato su questo proposito: sostituire la lotta di 
> classe e l'assolutismo del modello leninista con lo sviluppo indotto 
> dalla modernizzazione dei processi sociali, quindi per ottenere la 
> giustizia sociale mediante lo sviluppo, innanzi tutto economico. 
> Significava cercare di coniugare socialismo e capitalismo: il modello 
> che sta seguendo la Cina sotto la guida di Xi Jingping. Il capitalismo 
> che si veniva affermando negli anni '80, il decennio in cui i craxiani 
> ebbero e persero l'opportunità di affermare il loro progetto politico, 
> era però quello che ancora oggi domina addirittura tutto il mondo, il 
> feroce neoliberismo di scuola statunitense. Esso finì con il 
> travolgere tutto ciò che gli si arrendeva. Il socialismo parve svanire 
> di fronte ad esso.
>
> Invito a leggere un documento molto importante, di non facilissima 
> assimilazione per i molti riferimenti al pensiero dei socialismi 
> storici con il quale oggi si  è persa dimestichezza: /"Il vangelo 
> socialista"/, uscito a firma di Bettino Craxi,  che è disponibile 
> liberamente sul WEB. Perché /vangelo/? Nella sua accezione di /buona 
> notizia/ fu una parola usata dai socialisti. Il socialismo era la 
> buona notizia per i sofferenti per ingiustizia del mondo. Il documento 
> può essere considerato il /manifesto /del craxismo, di un suo 
> neo-socialismo. E' una critica molto ben motivata del comunismo di 
> scuola sovietica, secondo l'ideologia marxista leninista. /Marxismo 
> /significa critica sociale argomentata principalmente  mediante 
> l'osservazione realistica delle dinamiche sociali, per intuire dove va 
> la storia delle società in cui si è immersi. /Leninismo/ è la dottrina 
> del russo /Lenin /per /forzare /la storia e la società inducendo il 
> socialismo, anche laddove non si erano ancora create le condizioni del 
> crollo del capitalismo sotto le sue contraddizioni, mediante l'azione 
> di un partito organizzato secondo una rigida disciplina gerarchica e 
> una fase di transizione caratterizzata da un ordinamento sociale 
> totalmente  organizzato come un'azienda (Karl Marx riteneva che 
> l'unico settore sociale in cui non poteva affermarsi una democrazia 
> socialista fosse quello aziendale, per la necessità di una forte 
> struttura di comando), comandata inflessibilmente da quel partito,e 
> presidiato da una onnipresente polizia politica, a reprimere ogni 
> dissenso, considerato eversione e sabotaggio, /spada e scudo del 
> partito/ come si diceva. In quel documento di Craxi si sostiene che i 
> socialisti fin dall'inizio, nell'Ottocento,  avevano previsto a che 
> cosa avrebbe portato quel modello, vale a dire a società dominate 
> dalla violenza politica e prive di sviluppo, quindi povere. Occorreva 
> quindi distaccarsi da quel modello molto più decisamente di come 
> avevano fatto i socialisti fino ad allora e di come avevano iniziato a 
> fare i comunisti italiani sotto la guida di Togliatti e, molto più 
> marcatamente, di Enrico Berlinguer, negli anni '70. Nel 1977, 
> Berlinguer in un famoso  discorso a Mosca, per l'anniversario della 
> Rivoluzione d'Ottobre, aveva dichiarato che nell'Europa occidentale si 
> sarebbe seguita una via al comunismo diversa dal modello sovietico. Fu 
> il cosiddetto "strappo".
>
> Leggendo attentamente "/Il vangelo socialista/" si nota ad un certo 
> punto il fattore di novità rispetto al socialismo libertario dei 
> decenni precedenti, quello che, pur mantenendo l'aggancio al marxismo, 
> aveva rifiutato l'adesione al comunismo sovietico: è l'idea di una 
> società pluralistica, sì, democratica, sì, ma anche /con gruppi 
> sociali,e anche politici,in costante competizione tra loro. 
> /Attenzione, è scritto proprio /competizione/, secondo l'idea del 
> capitalismo, non /bilanciamento /di poteri per evitare l'assolutismo. 
> Ma come può esservi /fraternità/ in un sistema in /perenne/ 
> /competizione/, dove pesce grosso mangia pesce piccolo, e ciò viene 
> considerata legge di natura da non correggere? I socialismi avevano 
> inglobato  sempre anche un'esigenza di fraternità, da cui derivava il 
> comandamento sociale della solidarietà di classe delle maggioranze 
> sfruttate e subalterne e la loro forza, con l'unità di intenti e 
> quindi di azioen,  del rovesciamento della situazione, mediante una 
> presa di coscienza insieme della propria forza sociale e della propria 
> condizione di ingiusta subalternità. Nel modello craxiano a questa 
> fraternità, che garantisce il radicamento popolare del socialismo, si 
> volle sostituire il semplice /consenso/, da acquisire mediante 
> fascinazione, in particolare col medium egemone negli anni '80, le 
> televisioni. Un'attività molto costosa di propaganda, non più da 
> svolgere nelle realtà di base e mediante il volontariato, ma da uffici 
> di propaganda al vertice e sfruttando le tecniche del marketing. 
> Questo spiega la fame costante di risorse dei neopartiti che si 
> muovevano in quell'ottica, quindi certi sviluppi, ma anche certi 
> compagni di strada. Ho parlato di /neopartiti/, al plurale, perché il 
> socialismo craxiano fece scuola, nei metodi e anche nei propositi, in 
> particolare nell'idea che la giustizia sociale potesse derivare dallo 
> sviluppo consentito dall'economia del neo-capitalismo liberista, 
> centrato sulla convinzione che meno regole c'erano più ricchezza si 
> produceva. Questa ideologia, benché costantemente smentita dalla 
> storia fino ai tempi nostri, venne fatta propria da quasi tutte le 
> neo-formazioni politiche che succedettero al socialismo craxiano, che 
> perse la sua occasione ben prima di essere colpito dalle indagini 
> giudiziarie. Perse la sua occasione per la irriducibile opposizione 
> dei cattolici democratici, il cui pensiero sociale, sulla base del 
> quale  è stata in gran parte progettata l'attuale Unione Europea, 
> ripudiava l'idea di una società in perenne conflitto, e per non essere 
> riuscito a coinvolgere i neo-comunisti prodotti dalla metamorfosi del 
> Partito Comunista Italiano, pur avendoli tentati fino all'ultimo, 
> secondo quello che riferì Achille Occhetto. Ciò non toglie che, a 
> parte frammenti di socialismo ancora marxista, la gran parte degli 
> attuali partiti politici segua ancora la proposta craxiana, della 
> giustizia sociale mediante sviluppo, e dello sviluppo mediante 
> modernizzazione, in particolare ritenendo controproducente 
> l'imposizione fiscale progressiva, per cui chi più ricava deve dare 
> progressivamente di più sulle quote di ricchezza più alte. Tutti i 
> maggiori partiti hanno fatto proprio lo slogan /meno tasse./
>
> Ho l'età per aver partecipato, da giovane, alle animate discussioni 
> che seguirono alla pubblicazione del /Vangelo socialista/, che, come 
> si seppe poi, era in gran parte  frutto della penna del sociologo 
> Luciano Pellicani, dunque un documento colto, ben informato, ben 
> motivato, non una serie di slogan come la politica dei nostri giorni, 
> sulla scia degli spot commerciali, ci ha abituato. Com'era che il 
> socialismo, dove era stato realizzato pienamente, non aveva portato il 
> benessere agli sfruttati, ma una condizione di generalizzato 
> livellamento verso il basso, garantendo a tutti, sì, l'essenziale, in 
> particolare casa, lavoro, cure sanitarie, istruzione, vacanze, ma a 
> prezzo di una invasiva repressione poliziesca del dissenso, anche 
> minimo, dell'obbligo di generale uniformità a standard decisi 
> dall'alto e di una condizione sociale che, confrontata con quella 
> della classe media dell'Europa occidentale, era deteriore? Era 
> possibile un diverso tipo di socialismo? O la costante lotta di tutti 
> contro tutti era l'unica via per l'arricchimento sociale? La vita 
> degli statunitensi era l'unico modello valido da seguire?
>
>  Ora, certo, corruzione vi fu: del resto lo stesso Craxi, in un famoso 
> discorso in Parlamento, sostanzialmente la ammise. Oggi, nell'epoca 
> degli smartphone, la politica è divenuta infinitamente meno costosa, 
> ma all'epoca lo era. La politica come semplice propaganda, senza 
> fraternità vissuta, stava staccando i partiti italiani dalle loro basi 
> sociali, e il consociativismo, il contrattare il consenso delle 
> formazioni sociali a fronte di spesa pubblica, non dava più i suoi 
> frutti, perché si chiedeva sempre di più alla politica la quale aveva 
> ormai drenato tutte le risorse  pubbliche utilizzabili e cominciava ad 
> aver limitazioni nel governo della moneta e dell'imposizione 
> tributaria. Ecco la ragione dell'azzardo morale della politica di 
> allora, per cui ora le ci scagliamo contro dandole della /ladra. 
> /Osservo però che, se si vuole capire, fare il resoconto delle 
> indagini e dei processi giudiziari non basta. Le questioni poste nel 
> /Vangelo socialista /sono ancora di stretta attualità. L'impostazione 
> craxiana ha certamente lasciato un'eredità al presente. Più che un 
> patrimonio, la definirei un problema. Esso  non è però solo quello 
> dell'azzardo morale in politica, bensì anche questo: abbandonati i 
> socialismi, chi si fa patrono degli sfruttati, di chi in società ha la 
> peggio (e ora come e sempre si tratta della maggioranza)? Ed è 
> possibile esserlo  prescindendo dal socialismo? La società della lotta 
> perenne di tutti contro tutti fa tanti /scarti/, tanti /vinti: /ecco 
> la dinamica della povertà, da dove essa scaturisce, le fonti sociali 
> della povertà. Ci dobbiamo rassegnare? E che ne facciamo di una 
> Costituzione, come quella italiana, che è piena di elementi di 
> socialismo, a partire dall'art.3? Basta lo /stato minimo /proposto dal 
> pensiero liberale a mantenere le condizioni minime di convivenza civile?
>
> Questo c'è in ballo e, per la verità, non lo sento menzionare nemmeno 
> dai reduci del craxismo storico. Ho scritto altrove che in effetti, 
> per capire il progetto neosocialista craxiano, bisognerebbe andare 
> /oltre /Craxi e la sua triste vicenda personale di sofferenza. 
> Aggiungo che è meritevole di pietà anche quella degli accusati, e dei 
> condannati. Lo dice l'art.27  della Costituzione: la pietà umanitaria 
> è profondamente democratica.
>
> Mario Ardigò
>
> Il lunedì 27 gennaio 2020, 20:11:53 CET, Domenico Ielasi 
> <domenico.ielasi a giustizia.it> ha scritto:
>
> Ovviamente si è trattato, e si tratta, di un tentativo 
> di riabilitazione politica; quanto alla riabilitazione giudiziaria, è 
> calata una pietra tombale e amen !  Comunque condivido tutti i giudizi 
> negativi espressi su quel tentativo e trovo molto /azzeccato/ il 
> titolo dell'articolo "/il bottino di Bettino/" apparso su “il Fatto 
> Quotidiano”. E’ raccapricciante constatare che molti continuino a 
> mescolare capziosamente il consenso elettorale con il principio di 
> legalità, che, nonostante l’oscurità, la vetustà e l’inadeguatezza di 
> non poche norme, dovrebbe pur sempre costituire la strada maestra in 
> uno stato democratico dalla Costituzione rigida (o presunta tale). Una 
> visione retrospettiva di quella “/onda lunga/” di certi suffragi 
> elettorali ha consentito di capire meglio le ragioni sottostanti ai 
> duri attacchi ai pool di Palermo e di Milano che indagavano sui 
> rapporti corruttivi e collusivi tra settori della politica, 
> dell’economia e della masso/mafia. Ma questa è una storia che 
> purtroppo continua a ripetersi sia pure in nuovi contesti e con altri 
> protagonisti. D. Ielasi      ​
>
> ------------------------------------------------------------------------
>
> *Da:*Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di 
> Guglielmo.Avolio a giustizia.it <Guglielmo.Avolio a giustizia.it>
> *Inviato:* mercoledì 22 gennaio 2020 11:46
> *A:* area a areaperta.it; thorgiov
> *Oggetto:* Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese
>
> Caro Felice, quanta saggezza... e quell’amara consapevolezza che 
> connota il sentire di noi napoletani... provincia compresa!!!
>
> G A
>
> *From:*thorgiov <mailto:thorgiov a libero.it>
>
> *Sent:*Wednesday, January 22, 2020 11:27 AM
>
> *To:*area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it>
>
> *Subject:*Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese
>
> Trovo anche io vergognosa la riabilitazione di un latitante, ma credo 
> che tutto ciò non sia solo funzionale a discolpare i ladri vivi. Penso 
> che sotto questi elogi vi sia essenzialmente una grande nostalgia 
> della Prima Repubblica, perchè tutti i partiti dell'epoca fondavano il 
> loro potere, e il loro grande consenso, sulla spesa pubblica. C'erano 
> le ruberie, gli sprechi, ma tutto sommato agli italiani questo andava 
> più che bene, perchè sulla spesa pubblica campavano tutti. Poi, certo, 
> il livello culturale dei cittadini è talmente basso che nessuno si è 
> mai posto il problema che il pozzo non poteva essere senza fondo, che 
> qualcuno prima o poi il conto lo avrebbe dovuto pagare. Lo si è 
> incominciato a scoprire, amaramente, proprio agli inizi degli anni 90' 
> del secolo scorso, ma il problema di fondo è che ancora oggi la 
> cosiddetta /ggente /non si rassegna all'idea che per ogni spesa ci 
> dovrebbe essere una copertura, nel senso che alla fine qualcuno deve 
> pure pagare. C'è sempre la mentalità per cui quello che è dello Stato 
> è di tutti e quindi di nessuno. C'è sempre l'idea che non importa fare 
> debiti, pubblici o privati, perchè, tanto, per pagare e per morire c'è 
> sempre tempo. I partiti populisti hanno ben compreso questa ignoranza 
> di fondo degli italiani, e non a caso hanno acquistato consenso 
> proprio spendendo soldi pubblici con il reddito di cittadinanza e 
> quota cento. Perchè alla fine il nord Italia ha sempre campato sulle 
> pensioni di anzianità, come il sud Italia è andato avanti con le 
> pensioni di invalidità. Perchè tagliare la spesa pubblica è troppo 
> difficile, laddove quello che per alcuni è uno spreco, per altri 
> rappresenta un modo per sopravvivere. Non è un caso se la riforma 
> delle circoscrizioni giudiziarie si deve ad un governo tecnico, che 
> poteva permettersi di fare approvare leggi impopolari da un Parlamento 
> che aveva trovato un comodissimo capro espiatorio cui far fare il 
> lavoro sporco. Spesso sento dire che i politici di oggi, a differenza 
> di quelli di ieri, non hanno il senso delle istituzioni. Questo è 
> vero, ma non si coglie la vera ragione della differenza : la Prima 
> Repubblica era un periodo di vacche grasse, per cui i politici e i 
> cittadini, nel momento in cui c'era da mangiare a crepapelle per 
> tutti, avevano interesse a salvaguardare anche il sistema 
> istituzionale, nel momento in cui si trattava di un sistema che 
> garantiva tutti. Oggi ci troviamo in un periodo di vacche magre, ed è 
> difficile accettare l'idea. Le risorse sono poche, ma questo dato di 
> fatto si preferisce attribuirlo a colpe di terzi, per esempio 
> dell'Europa cattiva. E in ogni caso, visto che non c'è più da mangiare 
> per tutti, i politici e i partiti sono molto più accaniti che in 
> passato, molto più incattiviti. Nel momento in cui le istituzioni non 
> garantiscono più il benessere diffuso di una volta, non vi è più 
> ragione di difenderle ad ogni costo. Questo non accade solo in Italia, 
> ma in Italia, dato l'infimo livello culturale e la disonestà di fondo 
> della popolazione, il fenomeno è più evidente.
>
> FELICE PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
> Il 22/01/2020 10:48, Guglielmo.Avolio a giustizia.it 
> <mailto:Guglielmo.Avolio a giustizia.it> ha scritto:
>
>     Grazie, Pasquale. Grazie, Paolo.
>
>     Condivido parola per parola.
>
>     Non trovo di meglio che trascrivere quello che ha detto ieri sera
>     Marco Travaglio, che potrà piacere o non piacere, essere
>     antipatico o simpatico, ma è sempre documentatissimo, e non le
>     manda a dire.
>
>     “Craxi, secondo me, viene riabilitato non tanto perché a qualcuno
>     interessi la buonanima defunta venti anni fa. *Attraverso Craxi
>     morto, si cerca di riabilitare i ladri vivi.* Questa è la cosa più
>     vergognosa che sta accadendo in questo momento. Io credo che
>     invece che a Craxi a Milano dovrebbero dedicare una via a
>     *Francesco Saverio Borrelli*“. Sono le parole pronunciate a
>     *“Dimartedì” <http://www.la7.it/dimartedi>* (La7) dal direttore
>     de/* Il Fatto Quotidiano*/*, Marco Travaglio*, che ribadisce:
>     “Trovo vergognoso quello che sta accadendo in questi giorni.
>     Sembra quasi che chi ricorda Craxi debba discolparsi. Per il
>     resto, si difende un corrotto, un bandito, un latitante che ha
>     violato innanzitutto le leggi che lui stesso aveva contribuito a
>     fare e poi le sentenze, essendo stato presidente del Consiglio”.
>
>     Intanto, a Verona...
>
>     https://www.corriere.it/politica/20_gennaio_21/a-verona-via-almirante-segre-incompatibile-mia-cittadinanza-64225844-3c64-11ea-a78f-84ea93852c9b.shtml
>
>     A volte mi sembra di sognare.
>
>     Guglielmo Avolio
>
>     PT Trento
>
>     *From:*Paolo Giovagnoli <mailto:paolo.giovagnoli a giustizia.it>
>
>     *Sent:*Wednesday, January 22, 2020 10:31 AM
>
>     *To:*Giorgio Milillo <mailto:giorgio.milillo a giustizia.it> ;
>     Pasquale Profiti <mailto:pasquale.profiti a gmail.com> ; Area
>     <mailto:area a areaperta.it>
>
>     *Subject:*Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese
>
>     Anche io sono del tutto d' accordo con Pasquale e mi colpisce
>     notare che nessuno contesta sui giornali questi fatti e tanti
>     altri, tra i quali i reati commessi da Craxi, a tutti quelli, in
>     buona parte familiari e complici di  Craxi nelle sue condotte, che
>     cercano di riabilitarlo. Un ex ministro della giustizia, Martelli,
>     si è spinto a dire che Craxi non era latitante perché faceva
>     sapere dove si trovava, ossia in un paese estero che non lo
>     estradava, verosimilmente perché aveva beneficiato dell'
>     investimento degli ingenti profitti delle ruberie fatte in patria
>     da Craxi e i suoi, come se questa condotta non fosse sottrarsi
>     volontariamente alla custodia cautelare ossia la definizione ella
>     latitanza (art 296 cpp). Cercano di farlo chiamare esule come se
>     fosse un patriota sfuggito all' oppressione della dittatura o
>     degli stranieri in Italia. Saluti a tutti PG
>
>     ------------------------------------------------------------------------
>
>     *Da:*Area mailto:area-bounces a areaperta.it per conto di MILILLO
>     GIORGIO mailto:giorgio.milillo a giustizia.it
>     *Inviato:* mercoledì 22 gennaio 2020 10:07
>     *A:* Pasquale Profiti; Area
>     *Oggetto:* Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese
>
>     Non sono iscritto ad AREA ma bravissimo Pasquale .
>
>     Sottoscrivo integralmente il tuo intervento
>
>     Un caro saluto
>
>     Giorgio Milillo
>
>     *From:*Pasquale Profiti <mailto:pasquale.profiti a gmail.com>
>
>     *Sent:*Wednesday, January 22, 2020 8:14 AM
>
>     *To:*Area <mailto:area a areaperta.it>
>
>     *Subject:*[Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese
>
>     Di seguito un pezzo pubblicato su un quotidiano. Buona lettura per
>     chi vuole e, per gli altri, nessuna offesa per il tasto CANC.
>
>     Devo rassegnarmi; sono rigido, forse intollerante.
>
>     Ai giovani racconto spesso le vite di avvocati, magistrati,
>     poliziotti, carabinieri che hanno sacrificato sé stessi per la
>     legalità costituzionale, uccisi da mafia e terrorismo. Dico loro
>     che persone come Giorgio AMBROSOLI, Fulvio CROCE, Giovanni
>     FALCONE, Paolo BORSELLINO, Ninni CASSARA’, Emanuele BASILE e tanti
>     altri devono farci sentire fieri di essere italiani, sono un
>     patrimonio nazionale. Inizialmente quei ragazzi mi guardano con
>     gli occhi di chi pensa che ho voluto spararla grossa per attirare
>     la loro attenzione. Dopo, al termine del racconto, non lo pensano
>     più, capiscono che quelle vite sono testimonianza vera, in carne,
>     ossa e, purtroppo, sangue, di coerenza e sacrificio per il bene
>     comune.
>
>     Torno alla mia rigidità.
>
>     Si, sono rigido perché m’indigna considerare, come qualcuno ha
>     detto, un patrimonio un politico, Bettino CRAXI, che aveva
>     incassato 40 miliardi di lire in conti svizzeri, 40 miliardi che
>     le sentenze e, ancor più, le prove processuali indicano come
>     frutto di tangenti, di corruzione, di illecito finanziamento ai
>     partiti.
>
>     Si, sono rigido a non considerare un patrimonio chi ha utilizzato
>     quel denaro per comprare case in località prestigiose,
>     sovvenzionare televisioni di amiche, assicurarsi una vita da
>     latitante, ricercato per accuse e condanne.
>
>     Sono rigido finanche a ricordare che quel decennio degli anni 80
>     ha prodotto un disavanzo primario di bilancio (differenza tra
>     entrate pubbliche e spesa pubblica al netto degli interessi), che
>     stiamo pagando noi oggi ed ancor più pagheranno le generazioni
>     future. E si, sono rigido come la matematica; è stato solo in quel
>     decennio che l’Italia ha speso di più di quello che incassava: tra
>     il 1980 ed il 1992 il disavanzo primario complessivo è stato di
>     140 miliardi di euro; successivamente, tra il 1992 ed il 2012
>     abbiamo invece accumulato avanzi primari di oltre 600 miliardi.
>     Peccato che gli interessi pagati per i 140 miliardi di quel
>     decennio hanno aperto una voragine 5 volte superiore, A causa
>     degli interessi sul debito, che in quegli anni andavano dal 14 al
>     20% e che hanno fatto sì che il nostro debito pubblico sia oggi
>     costituito nella gran parte da interessi accumulati per quel
>     disavanzo degli anni 80. Un disavanzo originato da opere pubbliche
>     che, grazie alla corruzione dilagante, pagavamo il doppio degli
>     altri paesi e realizzavamo con ritardi imbarazzanti: un chilometro
>     della metropolitana di Milano costava il doppio di quello di
>     Amburgo, come un chilometro del nostro passante ferroviario
>     rispetto a quello svizzero e tutto eseguito nel doppio del tempo.
>
>     Sono rigido ad ammettere che un uomo, un qualsiasi uomo, che
>     arricchisce sé stesso e il suo partito con soldi frutto di delitti
>     che tradiscono la democrazia, può essere perdonato, ma non osannato.
>
>     Sono rigido a non considerare un esempio corrotti e corruttori,
>     percettori di illeciti finanziamenti o, in generale, autori di
>     delitti che dissipano le risorse dei cittadini.
>
>     Dovrò ammetterlo agli studenti nei prossimi incontri; dovrò
>     confessare di aver scelto le persone della cui vita racconterò
>     perché sono rigido. In verità, non sono io rigido, sono i criteri
>     di selezione di questi uomini ad esserlo: quei criteri si chiamano
>     onestà, coraggio e sacrificio per il bene comune.
>
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