[Area] Verso le elezioni del Comitato direttivo centrale dell'ANM

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Sab 29 Feb 2020 03:28:45 CET


Le vicende legate all'inchiesta di Perugia hanno determinato un
mutamento nel panorama associativo della magistratura e nella
composizione dell'autogoverno.
La riflessione su quello che è accaduto non può ritenersi esaurita con
una "presa d'atto" di questo nuovo assetto, che pure impone di
confrontarsi con alcuni rischi evidenti per il futuro e le specificità
del nostro associazionismo giudiziario.

È invece necessario che la magistratura porti avanti in tutte le sedi un
confronto radicale sui cambiamenti culturali subiti e sul suo assetto
complessivo (etica e professionalità, carriera, direttivi, nomine,
associazionismo e autogoverno), raccogliendo la spinta al rinnovamento
espressa dalle assemblee dell'ANM autoconvocate e ponendo questi temi al
centro del dibattito associativo. A cominciare da quello in vista delle
imminenti elezioni per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale
dell'Associazione.

Il valore del pluralismo ha sempre rappresentato la cifra del nostro
associazionismo e reso la nostra Associazione rappresentativa di tutta
la magistratura.
È necessario che tale valore sia rhiaffermato e recuperato nella sua
pienezza per tutta l'ANM e per tutta la magistratura, anche quella che
alle elezioni per il Consiglio ha scelto la via del non voto e che ha
espresso segni di sfiducia verso l'autogoverno e l'associazionismo
giudiziario.
Soltanto la ripresa del dibattito interno sui valori, stimolato dalla
presenza di molteplici e diverse visioni culturali, consentirà
all'Associazione Nazionale Magistrati di mantenere, nel dibattito
pubblico e politico, quell'autorevolezza che l'ha sempre caratterizzata
e che deriva dalla sua capacità di fare sintesi della complessità
culturale della magistratura.

Per questo consideriamo un grave rischio per la rappresentatività
dell'ANM e per la sua autorevolezza la prospettiva che si stabilizzi una
polarizzazione delle aggregazioni e delle posizioni: se ne colgono già
gli effetti nelle nuove dinamiche associative, che spingono sempre più i
gruppi alla ricerca di un maggior consenso, anche a scapito
dell'affermazione delle proprie specificità culturali.
Le stesse dinamiche di gara al consenso complicano gli sforzi unitari
che oggi deve compiere l'ANM e indeboliscono la sua capacità di dare una
risposta autorevole, in quanto rappresentativa di tutte le posizioni.

I rischi di queste nuove dinamiche sono apparsi evidenti anche nel
dibattito pubblico e associativo dell'ultimo periodo, caratterizzato
dalla scelta di non far sentire una voce alternativa forte a quelle
esternazioni, anche di esponenti istituzionali della magistratura, che
propongono un modello culturale di magistrato quale unico paladino della
legalità e una visione della giurisdizione per lo più declinata in
termini di repressione penale. In mancanza di voci alternative, la
percezione pubblica è stata quella di una magistratura interamente
identificabile con quei modelli, che invece non appartengono a tutti.

Per questo riteniamo che, come espressione del fondamentale pluralismo
culturale, non deve mancare il punto di vista su valori irrinunciabili,
quali la capacità di fare autocritica, l'apertura al punto di vista
esterno alla giurisdizione, la necessità del dialogo con l'avvocatura e
il necessario confronto con tutti i protagonisti del sistema giustizia.

Al valore del pluralismo, della rappresentanza e della parità di genere,
che ne rappresenta una declinazione fondamentale, sono legati il futuro
del nostro sistema di autogoverno e la sua capacità di ritrovare fiducia
e autorevolezza fra magistrati e nell'opinione pubblica.
Per questo vanno contrastati progetti di riforma che abbiano come unico
o principale obiettivo quello di creare rapporti stringenti e vincolanti
tra eletti e realtà locali, o che perseguano il risultato di favorire
all'interno del Consiglio la creazione di maggioranze stabili e
precostituite.
Il ruolo costituzionale del CSM richiede, al contrario, un meccanismo di
rappresentanza che valorizzi il confronto programmatico e ideale fra le
diverse sensibilità presenti in magistratura, e contrasti quello basato
su favoritismi e compiacenze, premessa per le degenerazioni cui abbiamo
assistito.
L'Esecutivo di Magistratura Democratica 

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