[Area] R: Cattivo esempio

Massimiliano Siddi massimiliano.siddi a giustizia.it
Dom 15 Mar 2020 23:51:38 CET


La disposizione del Card. Vicario allegata riguarda l’accesso dei fedeli al culto e non certo quello dei sacerdoti o, a maggior ragione, del Papa. Oggi ho assistito alla messa televisiva celebrata dal Card. Donati presso il santuario del Divino Amore, ovviamente a porte chiuse. Nondimeno erano presenti alcuni sacerdoti ed il personale addetto alle riprese.
Mi consta, peraltro, da notizie giornalistiche che talune chiese parrocchiali romane siano state riaperte dal Card. Donati al culto dei fedeli, non alle celebrazioni, a seguito delle parole dello stesso Papa di un paio di giorni fa, allorquando ha detto che “le misure drastiche non sempre sono buone”.
Ad oggi ciò, piaccia o meno, non è vietato da alcuna disposizione. In ogni caso, le città ormai quasi spettrali pullulano di pattuglie che ricacciano a casa i cittadini e li denunciano per i più svariati motivi, spesso immotivatamente. Se il Papa, i sacerdoti o i fedeli che si recano in Chiesa stessero viceversa violando le disposizioni per il contenimento del contagio ci sarà senz’altro un’Autorita’ che avrà l’obbligo di provvedere, non da ultimo la stessa magistratura.

       Massimiliano Siddi

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Il giorno 15 mar 2020, alle ore 23:22, Gioacchino Romeo <gioarom a alice.it<mailto:gioarom a alice.it>> ha scritto:


Come contributo alla discussione pubblico di seguito il decreto 12 marzo 2020 a firma del Cardinale vicario Angelo De Donatis, che si può leggere sul sito ufficiale della Diocesi di Roma:

«In relazione ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4, 8 e 9marzo 2020, nonché alla “Comunicazione” del Segretario Generale del Vicariato di Roma del 5 marzo 2020 e alla “Lettera ai fedeli” del Cardinale Vicario del 6 marzo 2020;

- considerate le nuove e ancor più cogenti limitazioni poste all’ordinaria circolazione delle persone del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato in data 11 marzo 2020;

- considerati, altresì i “Comunicati” dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI n. 11/20 in data 8 marzo u.s. e, in specie, quello n. 15/2020 in data odierna, in cui si riferisce: «Viviamo una situazione gravissima sul piano sanitario […] A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone. Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta ad un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione»;

- viste le disposizioni di cui al mio Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s., tuttora in vigore, e confermate altresì le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie, rettorie e negli altri luoghi di culto già poste al medesimo;

SI DISPONE

che il n. 1 del Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s. venga così modificato:

1. Sino a venerdì 3 aprile 2020 l’accesso alle chiese parrocchiali e non parrocchiali della Diocesi di Roma, aperte al pubblico (cf. cann. 1214 ss. c.j.c.), e più in generale agli edifici di culto di qualunque genere aperti al pubblico, viene interdetto a tutti i fedeli. Rimangono accessibili solo gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc.: cf. can. 1223 c.j.c.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.

I fedeli sono in conseguenza dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 c.j.c.).

Sarà cura dei sacerdoti responsabili dell’esercizio di culto nei singoli luoghi (Parroci, Rettori, Cappellani, ecc.) attivarsi per dar seguito a questa disposizione, innanzitutto con la chiusura delle aule di culto e con ogni altra iniziativa idonea allo scopo.

Ricordiamo che questa disposizione è per il bene comune. Accogliamo le Parole di Gesù che ci dice dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt. 18.20). In questo tempo, ancora di più, le nostre case sono Chiese domestiche.

Vi benedico, affidandovi tutti ancora una volta alla materna intercessione della Madonna del Divino Amore.

Dato in Roma, dalla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 12 marzo A. D. 2020. Prot. n. 468/20»

Gioacchino Romeo


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Da: thorgiov<mailto:thorgiov a libero.it>
Inviato: domenica 15 marzo 2020 22:38
A: area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>
Oggetto: Re: [Area] Cattivo esempio


Il problema è che Bergoglio non è uscito da solo, perchè dietro di lui c'era un gruppo di persone, quindi un assembramento. Non mi è piaciuto, fra l'altro, l'invito rivolto ai parroci di recarsi a casa dei fedeli ammalati per dare l'eucarestia. Il virus aspetta solo l'occasione di diffondersi. Questa occasione non bisogna dargliela.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 15/03/2020 20:58, Massimiliano Siddi ha scritto:
Per mera completezza, aggiungo che il Papa, come noto, non è uno straniero qualunque, ma il vescovo della città di Roma. Ne consegue che il fatto di recarsi presso due santuari per una funzione liturgico/spirituale costituisce, senza dubbio, esercizio del suo ministero, che può essere qualificata anche  come comprovata esigenza lavorativa. Ne’ le norme prescrivono che il raggiungimento della sede “lavorativa” debba per forza avvenire con mezzi di locomozione.

     Massimiliano Siddi
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Il giorno 15 mar 2020, alle ore 20:00, Giuseppe Salmè <giuseppe.salme a gmail.com<mailto:giuseppe.salme a gmail.com>> ha scritto:
oronavirus, Papa a piedi per le strade di Roma: oggi pomeriggio a S.M.Maggiore e a S.Marcellino
[Coronavirus, Papa a piedi per le strade di Roma:                  oggi pomeriggio a S.M.Maggiore e a S.Marcellino]Vatican Media

Questa volta Francesco ha proprio sbagliato. E' uscito, lui e il gruppo di persone che lo seguivano in barba alle norme che vietano di uscire se non per i noti comprovati motivi. E senza mascherine.

Va bene che è straniero, ma un minimo di rispetto per le regole dello Stato che lo ospita.

E poi che esempio dà ai cittadini.

E' un comportamento da disapprovare senza se e senza ma.

P.Salmè
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