[Area] GI Scelte tragiche e Covid19 Intervista a Luciano Eusebi, Luigi Ferrajoli, Antobio Ruggeri e Giorgio Trizzino

Giustizia Insieme redazione a giustiziainsieme.it
Mar 24 Mar 2020 07:19:57 CET


  1. Le domande

1. Le notizie drammatiche in questi tempi veicolate dalle autorità 
coinvolte e dai mass media hanno fortemente insistito sul fatto che la 
maggiore pericolosità del Covid-19 coinvolge le persone in età avanzata, 
al punto da diffondere le notizie circa i decessi sempre collegate 
all’età anagrafica avanzata.

Rispetto all’emergenza di una terapia intensiva tra pazienti di diversa 
età affetti  da gravi patologie respiratorie, la scelta rimessa al 
sanitario o all’equipe  che si dovesse trovare a non potere soddisfare 
contemporaneamente le urgenze di diversi pazienti gravi deve seguire 
delle regole deontologiche, sanitarie ed etiche. Queste scelte sono 
condizionate dall’età del paziente, dalla gravità delle sue condizioni, 
dalle prospettive di successo dell’intervento sanitario.  Qual è la sua 
opinione?

2. In questo periodo si è spesso tornato a riflettere sul rapporto fra 
scienza e diritto. Il tema della prima domanda può secondo Lei essere 
affrontato dando prevalenza alle regole tecniche della medicina o della 
scienza e in che misura espone il soggetto chiamato a scegliere a 
responsabilità di natura giuridica o etica?

3. Dal punto di vista filosofico la decisione di posporre l’intervento 
sanitario in un caso di impossibilità di fare fronte a diversi 
interventi è governata secondo Lei da un’etica dei diritti? La scelta 
tragica fra diversi diritti che non possono trovare tutti contemporanea 
soddisfazione merita un esame comparativo di tipo soggettivo ovvero una 
prospettiva più ampia? In altri termini, la scelta va fatta unicamente 
orientando l’indagine sul profilo del singolo paziente e dei tempi di 
ricovero o deve coinvolgere anche una prospettiva solidaristica che 
guarda alla società, al beneficio che essa potrebbe avere in relazione 
alle scelte adottate dal sanitario?

4. Nell’ipotesi in cui il diritto alla assistenza sanitaria venisse 
limitato secondo criteri di priorità dal legislatore, riterrebbe 
opportuno anche riconoscere e garantire ai sanitari   un diritto alla 
obiezione di coscienza come normativamente previsto, ad esempio, nei 
casi di sperimentazione animale, procreazione medicalmente assistita e 
interruzione volontaria di gravidanza? Ed in caso di mancato 
riconoscimento normativo di un diritto di “obiezione” quali scenari 
pensa si aprirebbero in concreto negli ospedali italiani?
https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-dell-emergenza-covid-19/942-scelte-tragiche-e-covid-19




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