[Area] Turchia, carcere, coronavirus

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Mar 24 Mar 2020 21:52:49 CET


Yavuz Aydin è un magistrato turco, rimosso dall'incarico insieme ad
altri 4.500 giudici e pubblici ministeri dopo gli eventi del luglio
2016.  Ha lasciato il suo paese e vive in Europa. 

Pubblichiamo qui un suo intervento a proposito della situazione carcere
in turchia e delle misure 

CORONAVIRUS SIGNIFICA CHE MOLTI DETENUTI IN TURCHIA DEVONO ESSERE
LIBERATI ORA 

_di Yavuz Aydin, pubblicato su Ahval, 22 marzo 2020_   

La riforma carceraria era già all'ordine del giorno del governo negli
ultimi mesi, ma il rischio del coronavirus l'ha resa una priorità
urgente. I legislatori turchi si sono precipitati a redigere una legge
che potrebbe scarcerare circa un terzo dei 300.000 detenuti attualmente
presenti nelle carceri turche. 

Se si tiene conto delle guardie carcerarie e del personale di
gendarmeria - si tratta di circa 150.000 persone che lavorano nelle
prigioni - si parla di circa 450.000 vite a rischio chiaro e imminente
di infezione di massa nelle strutture carcerarie. 

Le carceri della Turchia sono gravemente sovraffollate - attualmente il
tasso di sovraffollamento è pari al 136% - e la relazione della
Commissione europea, nel 2018 ha affermato che "il sovraffollamento e il
deterioramento delle condizioni di vita penitenziaria continuano a
essere fonte di profonda preoccupazione". Le recenti misure per
garantire che alcune celle fossero utilizzate per l'isolamento
sanitario, poi, hanno fatto in modo che, in molte prigioni, il
sovraffollamento sia peggiorato ulteriormente, con 45 persone detenute
in celle destinate a ospitarne sette. 

Il Ministro della Giustizia, in risposta all'emergenza del coronavirus,
ha annullato le visite riservate e i colloqui in tutte le prigioni della
Turchia. Tuttavia, gli agenti della penitenziaria rimangono in contatto
con il mondo esterno; si aumenta, così, il rischio della diffusione del
virus, soprattutto nell'attuale stato di affollamento. 

Le donne in stato di gravidanza e le madri con figli, nelle carceri
turche, sono estremamente vulnerabili in queste condizioni. Le prigioni
turche non hanno reparti separati per madri e bambini, e in esse ci sono
almeno 780 bambini. La scarcerazione di molte di queste donne è già un
obbligo per il governo sulla base degli _standard_ per il trattamento
delle donne detenute sanciti dalle Nazioni Unite, che stabiliscono che
"ove possibile e appropriato, le pene non carcerarie sono preferite per
le donne in stato di gravidanza e per le detenute madri". 

Anche l'attuale legislazione turca (art. 16-4 legge 5275) prevede che,
nei confronti delle donne in stato di gravidanza o che abbiano partorito
negli ultimi sei mesi, le pene detentive in carcere debbano essere
sospese.  

Allo stesso modo, i detenuti con gravi condizioni di salute sono uno dei
gruppi più a rischio in ragione dell'epidemia. Secondo l'attuale
legislazione turca - art. 16-2 della legge 5275 - nei confronti di
questi soggetti la pena dovrebbe essere sospesa. 

C'è poi la questione dei detenuti accusati di terrorismo, che rischiano
di rimanere esclusi  dai provvedimenti di liberazione. Oltre il 20% dei
prigionieri turchi è accusato di crimini legati al terrorismo. Tuttavia
in questi numeri rientrano coloro che sono accusati fittiziamente di
terrorismo e i sottoposti a processi politici, tra i quali giornalisti,
scrittori, professori universitari, avvocati, giudici, difensori dei
diritti umani, nonché funzionari pubblici e sindaci dimissionati.  

Molti di questi arresti - come quelli del filantropo Osman Kavala e
giornalisti come Mehmet Altan - sono stati ampiamente criticati dagli
organismi e dalle associazioni internazionali per i diritti umani. La
Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) ha chiesto la liberazione di
Selahttin Demirtas, un ex leader del Partito Democratico Popolare (HDP)
di opposizione filocurda, detenuto dal 2016 con l'accusa di propaganda
per Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), dichiarato fuorilegge.
La CEDU ha stabilito che il mantenimento della detenzione di Demirtas,
per il tempo di due elezioni cruciali, era stata concepita per soffocare
il pluralismo e limitare il dibattito politico.  

Emma Sinclair-Webb, direttrice turca di Human Rights Watch, ha
dichiarato in un tweet che i piani per liberare i detenuti, non estesi
ai sospetti di terrorismo, sono "altamente preoccupanti nel contesto
turco", dal momento che "molti prigionieri affrontano processi fittizi".


In una dichiarazione di questa settimana, 33 associazioni di avvocati in
Turchia hanno chiesto al governo di rilasciare i detenuti in ragione del
coronavirus e hanno affermato che le pene in carcere dovrebbero essere
sospese o scontate agli arresti domiciliari per ridurre la popolazione
carceraria. La dichiarazione ha sottolineato che migliaia di prigionieri
sono stati rilasciati in Iran per prevenire la diffusione del virus e
che misure analoghe vengono adottate da altri Paesi. La dichiarazione ha
inoltre rilevato che la fine del ricorso alla custodia cautelare -
spesso protratta per mesi o per anni - è diventata ancora più urgente in
Turchia e ha affermato che nelle carceri turche le strutture sanitarie e
igieniche sono inadeguate.  

Si è appreso che anche i detenuti condannati per droga e reati sessuali
potrebbero essere esclusi dai provvedimenti di liberazione. Come membro
fondatore del Consiglio d'Europa, però, la Turchia è obbligata a
"salvaguardare la salute di tutti i detenuti", senza discriminazioni. Un
uso più ampio delle libertà vigilata con i braccialetti elettronici
potrebbe rappresentare il punto di equilibrio, a tutela dei diritti dei
detenuti, tra il dovere di proteggere la salute pubblica e la sicurezza.


Il 20 marzo il Comitato del Consiglio d'Europa per la prevenzione della
tortura e del trattamento inumano o degradante (CPT), ha pubblicato una
dichiarazione sulla detenzione ai tempi del coronavirus. Ha esortato gli
Stati membri - tra cui la Turchia - a compiere tutti gli sforzi per
"ricorrere ad alternative alla privazione della libertà … in particolare
in situazioni di sovraffollamento". Inoltre ha sancito che "le autorità
dovrebbero fare maggior ricorso a misure meno afflittive della custodia
cautelare, alla commutazione della pena, al rilascio anticipato e alle
misure di _probation_". 

_A questo link l'articolo originale_ 

https://ahvalnews.com/coronavirus/coronavirus-means-many-prisoners-turkey-must-be-released-now

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