[Area] Tragic choices, 42 anni dopo. Philip Bobbitt riflette sulla pandemia.

Giustizia Insieme redazione a giustiziainsieme.it
Lun 18 Maggio 2020 16:53:07 CEST


Tragic choices, 42 anni dopo. Philip Bobbitt riflette sulla pandemia.

Intervista di Roberto Conti

Giustizia Insieme ha chiesto a Philip Bobbitt, coautore insieme a Guido 
Calabresi del libro divenuto un classico - come lo ha giustamente 
indicato Stefano Rodotà nella prefazione alla traduzione italiana Scelte 
tragiche, a cura di C.M.Mazzoni e V. Varano, Milano, 2006 di rivisitare 
gli scenari allora proposti sul tema delle decisioni dilemmatiche alla 
luce della recente crisi pandemica da Covid-19.

Lo spunto offerto dal saggio, già sviluppato nell’intervista a più voci 
(L. Eusebi, L. Ferrajoli, A. Ruggeri, G. Trizzino, L. Eusebi) raccolta 
dalla rivista su Scelte tragiche e Covid-19 quando il nostro Paese era 
nel pieno dela fase 1 dell'emergenza pandemica, ha dato il “la” ad una 
riflessione generale sulle vicende che in Italia e negli Stati Uniti, 
come in molti altri Paesi, hanno riguardato la gestione della crisi 
epidemiologica e del passaggio alla c.d. fase 2, orientando l’attenzione 
dapprima sulle scelte operate dal personale medico in ragione della 
scarsa disponibilità di presidi salva-vita e, progressivamente, sulle 
decisioni dei singoli Paesi in tema di allocazione delle risorse in 
ambito non solo sanitario, ma anche rispetto all’intera popolazione 
divenuta destinataria, a vari livelli, di fortissime limitazioni delle 
proprie libertà, comprese quella di iniziativa economica.

Un fascio di tragicità avvertite, fin dai primi giorni dell’epidemia, 
dai singoli operatori per la consapevolezza di non potere offrire 
contemporanea assistenza sanitaria a tutti i malati che ricorrevano alle 
cure mediche, a causa dell’insufficienza delle strutture sanitarie.

Drammaticità che, nella gestione dell’emergenza, ha correlativamente 
orientato le scelte primarie dei governanti volte, da una parte, a 
predisporre, spasmodicamente, nuove terapie intensive , poiché quelle 
esistenti si erano rivelate insufficienti a coprire le richieste di cure 
dei malati più gravi in vista dell’ulteriore previsto aggravamento degli 
effetti prodotti dall’emergenza epidemiologica, e dall’altra, a disporre 
la forzata riduzione delle attività economiche per ridurne la 
diffusione, con evidenti ricadute sulle condizioni di vita di una parte 
della popolazione. Ma senza che ciò abbia potuto eliminare la parimenti 
difficile condizione dei medici che, impossibilitati ad offrire le 
terapie a tutti i malati, hanno per un certo periodo di tempo 
verosimilmente dovuto “scegliere” a chi aprire le porte delle terapie 
intensive, trovandosi di fronte ad un dilemma destinato, una volta 
risolto, a condurre a morte quasi certa qualcuno e a dare un’opportunità 
di vita a qualcun altro.

Erano stati, del resto, Calabresi e Bobbitt a chiedersi se realtà 
ordinamentali e sociali diverse, come quelle italiana e statunitense, 
potessero considerare le stesse scelte come tragiche ed affrontare i 
dilemmi medesimi nello stesso modo (Scelte tragiche, cit., pag.174).

Da qui nasce la griglia di domande rivolte a Bobbitt, non più solo 
orientata ad indagare il tema sotto il versante medico-sanitario, ma 
considerando il fascio di scelte tragiche che in diversi settori la 
pandemia continua a determinare negli USA e in Italia.

Un particolare ringraziamento va a Guido Calabresi che, contattato 
grazie alla preziosa intermediazione del Prof. Enrico Al Mureden, ha con 
generosa disponibilità facilitato la realizzazione dell’intervista ed ha 
poi revisionato la traduzione in italiano resa dal Dott. Calogero 
Ferrara, da Lui molto apprezzata per essere riuscita ad esprimere in 
modo fedele e preciso il pensiero di Philip Bobbitt, al quale Giustizia 
Insieme rivolge un caloroso grazie!
https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-dell-emergenza-covid-19/1049-tragic-choises-43-anni-dopo-philip-chase-bobbitt-riflette-sulla-pandemia



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