[Area] [Mailinglist-anm] R: Ris: Re: [Nuovarea] articolo La stampa

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Lun 8 Giu 2020 11:10:39 CEST


  Rivolgendosi a persone che non praticano per professione il diritto ma se ne interessano come cittadini (credo che sulla ml Area ve ne siano), penso che non sia inopportuno spiegare alcune cose. C'è un aspetto dell'antifascismo che è innanzi tutto morale. Allora si comincia con il combatterlo in sé.  Ma questo non è obbligatorio per legge.   Dal punto di vista del dibattito colto, si può poi replicare a chi è tentato da idee fasciste ricordando dati storici e le conseguenze che i metodi fascisti produssero e  producono nella convivenza civile. Ma anche questo non è obbligatorio per legge.   Dal punto di vista politico, si può cercare di contrastare il fascismo per impedire che assuma il controllo delle società. Storicamente lo si è fatto anche combattendo una guerra, detta di Resistenza. Il fascismo mussoliniano, quello storico, venne abbattuto in questo modo. Del resto è proprio dell'ideologia fascista servirsi della violenza collettiva, in particolare organizzandola nella società nelle forme dello squadrismo, per intimidire e silenziare gli oppositori e per farsi  strada in questo modo verso il potere pubblico. Dunque, in un contesto non democratico dove il fascismo impera, difficile evitare una vera guerra.  Di fronte ai metodi fascisti, la prima forma di resistenza è però quella che ho chiamato morale e poi quella di  una presa di coscienza storica, quindi culturale, per cui si ripudia il fascismo in sé e si prende la decisione di contrastarlo in società, vincendo la paura che incute. Questo fu il percorso di vita di molti giovani formatisi nel fascismo storico che poi lo combatterono nella guerra di Resistenza. Vinta quella guerra, si decise politicamente di vietare per legge il fascismo, e lo si fece innanzi tutto in Costituzione e poi anche con una legge apposita, del 1952, che è stata modificata e integrata nel 1975 e nel 1993. Questo per prevenire la necessità di una nuova guerra per resistere  ad un movimento fascista che tentasse di nuovo di conquistare la società. Per preservare l'ordine democratico che protegge dalla violenza pubblica, e quindi per assicurare alla società la pace, la vita, la serenità, la libertà morale ed effettiva.   Bisogna dire che, anche prima del 1952, i metodi usati storicamente dal fascismo erano già puniti come delitti. Ma si vollero creare remore più serie, anticipando la repressione e la punizione prima che si producessero conseguenze più gravi. Fece scuola l'esperienza del primo dopoguerra, quando il fascismo mussoliniano, all'inizio fortemente minoritario nel consenso politico, si fece strada con metodi spicci senza trovare sufficienti contrasti nelle istituzioni.  Tuttavia, anche così, non vengono puniti gli aspetti morali o culturali del filo-fascismo, come anche non è punibile chi, appassionato, accumula gadget di tipo fascista, foto del Duce, divise, gagliardetti, fotografie, ecc.ecc. La soglia di punibilità è superata solo quando un gruppo cominci ad assumere certe caratteristiche, in particolare per la violenza e l'intimidazione esercitata sulla società o anche solo programmata, per cui la convivenza civile inizi a risentirne.  Ora si vedono in giro persone che amano farsi vedere agghindate in un modo che pensano ricordare i costumi del fascismo storico, fanno il cosiddetto saluto romano (inventato di sana pianta dal fascismo mussoliniano) e lanciano grida di Viva il Duce!. Se l'adunata  in spazi pubblici è stata preannunciata a norma di legge all'autorità pubblica o se si svolge in spazi privati, e se gli schiamazzi non superano una certa soglia, non si viene però solo per questo sanzionati per fascismo. Questo è il risultato dell'attività giurisdizionale svolta dalla Corte di Cassazione, alla quale tutti gli altri magistrati fanno riferimento per risolvere le questioni applicative che sorgono nell'attività giudiziaria: dunque non sono sanzionate "le manifestazioni del pensiero e dell'ideologia fascista in sé, attese le libertà garantite dall'art.21 Costituzione, ma soltanto ove le stesse possano determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste, in relazione al momento ed all'ambiente in cui sono compiute, attendando concretamente alla tenuta dell'ordine democratico e dei valori ad esso sottesi" (sentenza del 2016).  E' la legge del 1952, modificata nel 1975, che indica quando si abbia ricostituzione del disciolto partito fascista  rilevante penalmente a vari livelli:
"Si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti, metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista". Ma poi la giurisprudenza ha tracciato precisi confini per evitare di comprendere nei rigori della legge penale la semplice, per così dire, scenografia  fascista, vale a dire le persone a cui piace fare il fascista, ma senza rappresentare un vero pericolo per le istituzioni democratiche. A volte varcare il confine è però facile. Ad esempio, è stato ritenuto che "il fatto che, alcuni imputati, alzandosi in piedi, simultaneamente ad altri tre, dopo la lettura della sentenza emessa nei loro confronti, abbiano salutato romanamente e gridato più volte la parola 'Sieg heil', integra gli estremi costitutivi del delitto di cui all'art.11 della legge 22 maggio 1975 n.152 [che ha modificato l'art.5 della legge n.645 del 1952, cosiddetta Scelba, che riguardava le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista] non potendosi, in tale atteggiamento disconoscere l'esistenza di un pur minimo pericolo per le istituzioni democratiche (nella specie, i giudici di merito avevano anche sottolineato la volontà negli agenti di suscitare consensi alla loro attività neofascista e, quindi a diffondere concezioni favorevoli alla ricostituzione di organizzazioni fasciste)".  Ciò detto, abbiamo sicuramente una Costituzione politicamente antifascista, nel senso che ha vietato la politica fascista, quindi di conquistare il governo con la violenza e l'intimidazione, ma nello stesso tempo non ha vietato, anzi consentito con l'art.21, di essere estimatori  del fascismo storico,  di essere quindi  moralmente e culturalmente  fascisti, con la conseguenza che mettere in scena il fascismo, un po' come fanno oggi i Centurioni  davanti al Colosseo per la romanità immaginata dai turisti, non è reato e nemmeno vietato, sempre che non si disturbi la quiete pubblica e si rispettino le leggi che regolano le riunioni in spazi pubblici.  Ma che nel Pubblico ministero si sia moralmente o culturalmente o anche politicamente antifascisti, o che lo sia un giudice chiamato a giudicare di un'imputazione di fascismo, non è che abbia tanta rilevanza, mi pare. Per dire, una persona che lavora nel Pubblico ministero o che fa il giudice può essere  moralmente o culturalmente estimatore in vario grado del fascismo, ma poi, dovendo occuparsi da magistrato di un'imputazione di fascismo dovrà applicare,  e prima di tutto interpretare, una legislazione antifascista. Non vi è necessità che, per questo, diventi lui stesso personalmente antifascista, né la sua sentenza potrà essere sospettata di fascismo solo perché il giudice è un estimatore del fascismo storico.  Inoltre l'estimatore  del fascismo storico che giunga ad essere condannato per uno dei reati di fascismo, quindi, diciamo, quando non si è limitato a rimanere moralmente o culturalmente fascista, ma ha cominciato a menare le mani insieme ad altri con le sue stesse tendenze, esercitando in tal modo una pressione significativa sulla società, intimidendo, distogliendo dalla democrazia, umiliando ecc. ecc., nei modi storici dello squadrismo, non è che per il fatto di essere stato in qualche modo riconosciuto  come fascista e fascista pericoloso per la convivenza democratica, sarà trattato  diversamente da ogni altro condannato per ogni altro tipo di reato: avrà solo ciò che per legge consegue alla condanna,  e quindi anche tutte quelle forme di clemenza penitenziaria che la nostra legislazione ammette per favorire e accompagnare quel cambiamento di mentalità che definiamo, con un termine che non rende completamente l'idea, rieducazione. E' esattamente ciò che è accaduto migliaia di volte per tutti i condannati di varia tendenza politica che travagliarono la mia gioventù negli anni '70 e '80, non limitandosi a inscenare, ma anche umiliando, intimidendo, picchiando, uccidendo, e anche solo, fatemelo dire,  rompendomi l'anima davanti a scuola e nei dintorni, e certe volte ho avuto molta paura, e di questo ora mi sento ancora umiliato. Lego i metodi fascisti a questa mia umiliazione. Una volta sull'autobus mi sono accorto che tre stupidi sedicenti fascisti di scuola mia stavano discutendo se massacrarmi appena fossi sceso, perché indossavo un certo tipo di giubbotto, e poi uno disse che, no, mi aveva riconosciuto, non ero di quelli che abitualmente loro massacravano per ingannare il tempo nei  pomeriggi vagabondi. E, mentre lo racconto, certamente mi sento molto antifascista, perché quell'umiliazione di non essere ritenuto, in quanto inoffensivo, degno nemmeno di essere massacrato paradossalmente mi brucia moralmente a distanza di tanto tempo, e mi pento della mia giovanile inerzia. Avrei potuto e quindi dovuto fare di più. Ma che c'entra questo con il lavoro che devo fare come magistrato?   E' curioso che, nel corso di un'indagine per fascismo, si ponga l'attenzione se chi lavora nel PM o nella giudicante sia antifascista. Perché, se non lo fossero, sarebbe diverso? Non lo sarebbe. Di modo che, in quell'ordine di idee,  chi è moralmente  o culturalmente  antifascista dovrebbe paradossalmente  essere riconosciuto inidoneo ad applicare leggi antifasciste.   Bisognerebbe invece rivolgere l'attenzione al fenomeno criminale indagato. Ha avuto veramente le caratteristiche di un movimento fascista, a prescindere dalla scenografia suggestiva?  C'è un gruppo di più di cinque persone che tiranneggia con la violenza e la minaccia, che cerca di silenziare gli oppositori politici? Che, ad esempio, contrasta la forza pubblica con moventi fascisti, riuscendo a barricarsi in spazi in cui non ha alcun diritto di rimanere in modo tanto efficace che a lungo non si è avuto in animo di assaltarli per far finire quell'arbitrio? Perché si temeva il sangue. Per cui per agire bisogna convocare nientedimeno che il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e programmare una specie di guerra, perché quelli dentro si dichiarano, e hanno tutto l'aspetto di essere, pronti a tutto,   e potrebbero non essere solo scenografia e chiacchiere? Ci si trova di fronte solo alla scenografia di estimatori  del fascismo o  a qualcosa di più: a veri e propri suoi validi emuli?Mario Ardigò
    Il lunedì 8 giugno 2020, 08:44:01 CEST, luca ceccanti <luca.ceccanti a giustizia.it> ha scritto:  
 
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Sempre fermamente ANTIFASCISTA

  

Luca Ceccanti

  

Da: Claudio Curreli [mailto:claudio.curreli a giustizia.it] 
Inviato: domenica 7 giugno 2020 19:51
A: Corrado Ascoli <corrado.ascoli a giustizia.it>; Gianfranco Gilardi <gianfrancogilardi a gmail.com>; Coordinamento AreaDG <coordinamentoarea a gmail.com>
Cc: area <area a areaperta.it>; <mailinglist-anm a associazionemagistrati.com> <mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>; <nuovarea a nuovarea.it> <nuovarea a nuovarea.it>
Oggetto: [Mailinglist-anm] Ris: Re: [Nuovarea] articolo La stampa

  

Anche io sono e sarò sempre ANTIFASCISTA.  

  

  

Claudio Curreli 

Inviato dal mio telefono Huawei



-------- Messaggio originale --------
Da: Corrado Ascoli <corrado.ascoli a giustizia.it>
Data: dom 7 giu 2020, 16:32
A: Gianfranco Gilardi <gianfrancogilardi a gmail.com>, Coordinamento AreaDG <coordinamentoarea a gmail.com>
Cc: area <area a areaperta.it>, "<mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>" <mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>, "<nuovarea a nuovarea.it>" <nuovarea a nuovarea.it>
Oggetto: [Mailinglist-anm] Re: [Nuovarea] articolo La stampa

Antifascista come la Costituzione a cui ho giurato fedeltà io e tutti i magistrati.

CA

Da: Gianfranco Gilardi <gianfrancogilardi a gmail.com>
Inviato: domenica 7 giugno 2020 15:33
A: Coordinamento AreaDG
Cc: area; <mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>; <nuovarea a nuovarea.it>
Oggetto: [Mailinglist-anm] Re: [Nuovarea] articolo La stampa 

 

Scriviamo tutti: 

  

IO SONO ANTIFASCISTA

  

Gianfranco Gilardi

  

Il Dom 7 Giu 2020, 15:07 Coordinamento AreaDG <coordinamentoarea a gmail.com> ha scritto:


Segnaliamo.

  

“E’ antifascista”. Campagna web contro il pm che indaga su CasaPound

Albamonte attaccato dai siti sovranisti. Nel mirino la bandiera dell’Anpi sul suo profilo facebook. E rispunta Occhionero, l’ingegnere del cyberspionaggio



Eugenio Albamonte

GIUSEPPE SALVAGGIULO Pubblicato il 07 Giugno 2020 

Il segnale era stato dato giovedì pomeriggio da Simone Di Stefano, alla manifestazione di protesta contro il provvedimento del gip di Roma che ha disposto il sequestro dell’immobile di via Napoleone III, occupato abusivamente da Casapound da 17 anni. «Lo sgombero è un attacco politico strumentale che proviene dalla magistratura di sinistra, dal successore di Palamara che è Albamonte», aveva dichiarato il vicepresidente di Casapound.

Da quel momento è partita una campagna web che si fonda su due elementi - le idee politiche del pm e l’evocazione del nome di Luca Palamara, al centro dello scandalo delle nomine giudiziarie – per sostenere che l’inchiesta della Procura di Roma sia viziata da un pregiudizio politico.

A guidare la campagna Francesca Totolo, giornalista «fieramente italiana e patriota» che era assurta a notorietà due anni fa, quando aveva pubblicato sul suo profilo social un video in cui si vedeva Josefa, la camerunense sopravvissuta al naufragio al largo delle coste libiche, circondata dai volontari della Ong spagnola Open Arms. La Totalo aveva sottolineato lo smalto sulle unghie della migrante, concludendo «Josefa con le unghie perfette laccate di rosso. Quindi: 1. i trafficanti mettono lo smalto alle migranti; 2. Sulla nave Open Arms ci si diletta con lo smalto, quindi le condizioni psico-fisiche di Josefa collidono con 48 ore in mare aggrappata al relitto».

La polemica era diventata virale, per smontare la tesi del naufragio e alimentare quella del salvataggio concordato tra scafisti, migranti e Ong. Ma successivamente si era rivelata una fake news, poiché era emerso che lo smalto era stato messo durante la navigazione verso la Spagna dalle volontarie della Ong per distrarre la donna traumatizzata.

Al «compagno Albamonte», la Totalo (oltre 25.500 follower) ha dedicato numerosi tweet negli ultimi giorni. In particolare, evidenziando che il 25 aprile è comparsa, sul profilo facebook del magistrato, l’immagine di una bandiera dell’Anpi (Associazione partigiani), la stessa organizzazione che un anno fa aveva presentato alla Procura di Roma un esposto su Casapound. Immagine successivamente eliminata. Il pm l’ha sostituita con una foto che ricorda la repressione cinese di piazza Tienanmen.

L’ultimo tweet della Totalo (ma anche di altri esponenti di destra, come Francesco Storace) associa il nome di Albamonte a quello di Palamara. «Si sente puzza di Palamara», twitta la Totalo citando Di Stefano. In realtà Albamonte e Palamara non sono della stessa corrente. E Albamonte è stato presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) nel 2017, nove anni dopo Palamara, quando questi non era nel vertice del sindacato delle toghe, in quanto membro del Csm. Nel frattempo, e prima di occuparsi di Casapound, Albamonte ha indagato per anni sulla sinistra antagonista romana, dedita alle occupazioni abusive di immobili a fini sociali. Tra le sue inchieste, anche quelle a carico di militanti di sinistra responsabili di aggressioni a sfondo politico: tra le altre, ai danni di gazebo allestiti da militanti della Lega di Salvini e contro gruppi di giovani di estrema destra arrivati a Roma per partecipare a un evento della stessa Casapound.

Ciononostante, la campagna web impazza. Il giornale sovranista «Il primato nazionale» ha pubblicato un articolo intitolato «Antifascista, di sinistra e pro immigrazione: chi è Eugenio Albamonte, il pm che indaga CasaPound», in cui si sottolinea il ruolo associativo del magistrato (presidente di Area, cartello progressista delle toghe), «appartenenza che già di per sé pone qualche dubbio sulla sua assoluta imparzialità di giudizio».

Segue una breve e parziale biografia, specificando che «è sempre l’attuale segretario di Area, a meno che non si tratti di un clamoroso caso di omonimia, che ama pubblicare sui social immagini celebrative della Resistenza e foto di manifestazioni antirazziste».

Il politologo Marco Gervasoni ha evocato in un tweet il Venezuela: «Signore e signori, direttamente da Caracas, i magistrati italiani». Tweet chiosato da Giulio Occhionero con la frase sibillina «Grazie Professore, e mi permetta di aggiungere, in merito ad Albamonte e ai suoi amici nella giustizia militante, specie quelli Americani, che: “non avete ancora visto niente”».

Occhionero, ingegnere, è stato condannato con la sorella Francesca Maria per accesso abusivo a sistemi informatici per un’attività di cyberspionaggio su vasta scala anche a livello istituzionale: rispettivamente 5 e 4 anni le condanne in primo grado. A sostenere l’accusa era proprio il pm Albamonte.

Occhionero, dal carcere dov’era detenuto, l’aveva denunciato contestando le modalità dell’indagine e chiedendo che rinunciasse al processo. La Procura di Perugia aveva indagato Albamonte per falso e abuso d’ufficio. Dopo un’approfondita inchiesta ne ha chiesto l’archiviazione. Richiesta accolta dal giudice che ha disposto il non luogo a procedere per insussistenza dei fatti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

  

  

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