[Area] Fare presto per un nuovo inizio
Aldo Policastro
aldo.policastro a giustizia.it
Gio 18 Giu 2020 16:46:50 CEST
E' aperto all'adesione di chiunque si riconosca in esso
Fare presto per un nuovo inizio.
Sconcerto, sconforto, disagio, vergogna sono i termini che, giorno dopo giorno, sono stati utilizzati da magistrati e non, per descrivere il proprio stato d’animo dopo le notizie dei fatti di Perugia.
La magistratura perde la propria “dignità”, il CSM appare sempre più debole e delegittimato, l’ANM è in preda alla confusione, con una GEC dimissionaria, non si comprende se perché si sente delegittimata per quanto quotidianamente viene pubblicato o perché ritiene di non essere in grado di intervenire con l’indispensabile determinazione per compulsare i procedimenti disciplinari nei confronti degli associati coinvolti nelle note conversazioni, comunque inadeguata al tragico momento che attraversa la magistratura. Una GES che non ha ritenuto di farsi sentire sul tema né ha ritenuto di dover convocare un’assemblea. Ormai si sprecano i convegni da remoto, ma di un’assemblea della “casa comune” dei magistrati neppure l’ombra di un’idea. Alle parole di biasimo e alle promesse di rinnovamento riversate negli omologhi comunicati dei coordinamenti nazionali e territoriali, le correnti non hanno fatto seguire alcuna iniziativa concreta, richiedendo l'intervento dei collegi dei probiviri ed esigendo il rispetto dei propri statuti interni.
Tutto questo non può lasciarci indifferenti, non ci stiamo a far travolgere quello che resta della giurisdizione delineata dalla Costituzione. Tanti di noi si sono impegnati, ciascuno con la propria storia personale, professionale e anche politica, in un percorso che, illusoriamente, credevamo potesse condurci ad un reale cambiamento condiviso, ma abbiamo dovuto costatare che in tutte le correnti, nessuna esclusa, non si è aperta la strada ad una genuina riflessione profonda ed autocritica su ciò che tutti noi abbiamo fatto, come lo abbiamo fatto e, soprattutto, su ciò che non abbiamo fatto in questi anni. Una riflessione che è premessa necessaria in questo momento così tragico, che ha travolto l’istituzione e smascherato umane miserie, per riappropriarci della nostra dignità e autorevolezza, tristemente svilite da un sistema al quale certamente non siamo stati estranei, ma del quale, al tempo stesso, non avevamo compreso la insidiosa degenerazione.
Di fronte alla catastrofe, l’unica soluzione possibile intravista da tutti i gruppi, ancora una volta, oggi come un anno fa, è stata quella di arginare le altre correnti, mantenere i posti di combattimento, per affrontare e perpetuare una guerra autodistruttiva. Seguendo questa strada, la magistratura si è ammalata gravemente e dovremmo provare a curarla e a curarcene. Non possiamo nuovamente far “decantare” tutto, come è già avvenuto un anno fa. E’ il tempo di gesti coraggiosi e visibili, il tempo dell’unità sui valori condivisi piuttosto che quello del ricompattamento politico, il tempo di far prevalere i principi sulle poltrone, di trovare nuove idee e passione civile, di sentirsi ed essere liberi senza alcun vincolo di appartenenza. Non vogliamo rassegnarci a questa chiusura miope, ciascuno nel proprio orticello/corrente, che ha già caratterizzato la reazione alle rivelazioni di un anno fa ed oggi si ripropone. E’ il tempo in cui ciascuno di noi è messo davanti alle sue responsabilità di persona delle istituzioni democratiche, senza vincoli di appartenenza che tengano, ciascuno di noi verrà chiamato a rispondere personalmente di quello che ha fatto per la magistratura tutta e non per la sua corrente.
In tale contesto sarebbe auspicabile un’iniziativa forte della ANM o a livello locale della GES , al di là di ogni divisione.
Ciò sinora non è accaduto, ma certamente non possiamo restare in silenzio e rassegnati.
Chiediamo, quindi, che si apra uno spazio per una discussione senza pregiudiziali di appartenenza, per un nuovo percorso, nel quale si elaborino nuove regole per le candidature al Consiglio Giudiziario e al CDC, che segnino un vero cambiamento rispetto al passato, anche se ciò dovesse comportare da parte dei candidati la possibilità di scegliere di fare un responsabile passo indietro.
Chiediamo, inoltre, che si proceda con urgenza all’adozione di una nuova legge elettorale in linea con i principi affermati dalla Costituzione, che ha voluto salvaguardare la dignità dei magistrati ponendoli tutti sullo stesso piano (“ i magistrati si distinguono tra loro soltanto per diversità di funzioni”, art. 107) e delineando un autogoverno del CSM a tutela di tale dignità.
E’ necessario che ciascuno si senta portatore di valori intangibili, che non debbano mai più essere sviliti da un sistema in cui occorre proteggersi o ricorrere a compromessi. Perché ciò si realizzi, chiediamo sin d’ora al legislatore che una riforma del sistema elettorale del CSM sia immediatamente approvata e ancor più rapidamente si vada al voto con essa, per ridare nuova legittimazione e forza al nostro organo di autogoverno, ormai appannato e alle corde.
Napoli 18 giugno 2020
Annalaura Alfano
Gabriella Nuzzi
Gloria Sanseverino
Aldo Policastro
Celeste Carrano
Domenica Miele
Giuseppina Loreto
Isabella Iaselli
Michele Caccese
Carla Sorrentini
Stefania Amodeo
Maria Pierri Brunetti
Alfonso Sabella
Ida Frongillo
Maria Luisa Miranda
Marina Cimma
Alessandro Milita
Luigi Landolfi
Teresa Areniello
Massimo Perrotti
Maria Grassi
Stefania Daniele
Diana Bottillo
Marta Di Stefano
Silvana Gentile
Nicoletta Giammarino
Antonello Palumbo
Rosa Napoletano
Marzia Castaldi
Angela Paolelli
Barbara Mendia
Marcella Suma
Francesco Chiaromonte
Maria Rosaria Santoni
Roberta Ianuario
Valeria Monti
Nagia Ramadan Bulugma
Flavio Cusani
Assunta Tillo
Antonella Fratello
Immacolata Sica
Vincenza Marra
Maurizio De Marco
Gianfranco Scarfò
Antonella Serio
Maria Sepe
Francesco Raffaele
Valentina Sincero
Simona Rossi
Enrica Parascandolo
Marcello Rotondi
Martino Aurigemma
Rossella Grassi
Alessandra Zingales
Donata Di Sarno
Francesco Vicino
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