[Area] CSM: una legge elettorale in funzione del suo ruolo costituzionale

Magistratura democratica md a magistraturademocratica.it
Mer 24 Giu 2020 11:48:31 CEST



 

CSM: UNA LEGGE ELETTORALE IN FUNZIONE DEL SUO RUOLO COSTITUZIONALE

(
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http://www.magistraturademocratica.it/comunicato/csm-una-legge-elettorale-in
-funzione-del-suo-ruolo-costituzionale_3095.php)

 

La storia di questo Paese e, al suo interno, quella della Magistratura ci
consegnano un insegnamento chiaro: non è la modifica di una legge elettorale
che può cambiare un sistema. Per ottenere un simile risultato – ne siamo
consapevoli – occorre ben altro.

Prima della riforma elettorale, e affianco ad essa, è infatti necessario
cambiare prassi e culture, senza cedere all’idea consolatoria che, eliminate
alcune mele marce, tutto possa considerarsi definitivamente risolto. 

L’attuale legge elettorale, nata nel 2002 con lo scopo di ridurre il peso
delle correnti, si è rivelata funzionale al rafforzamento del potere degli
apparati delle correnti, nella selezione dei candidati. Questa legge non
troverà magistrati disposti a difenderla, se non coloro che l’hanno
sfruttata per creare potentati e ottenere così due effetti: rafforzare le
correnti come centri di potere, eliminarle come fucine di idee e di visioni
della giustizia.

Tuttavia, per immaginare la legge elettorale del Consiglio, occorre prima di
tutto immaginare il Consiglio che vogliamo.

Non pensiamo, da questo punto di vista, che l’autogoverno debba essere
ridotto a gestione di nomine. Al contrario, riteniamo che il Consiglio debba
tornare ad essere il baluardo dell’indipendenza della magistratura e un
luogo di confronto tra le varie idee sulla giurisdizione, a partire dai
pareri sull’attività normativa, dalle relazioni sullo stato della giustizia,
dalle pratiche a tutela e dal delicatissimo settore dei procedimenti di
incompatibilità ambientale. 

Coerentemente con questo obiettivo, riteniamo che ogni legge elettorale che
si prefigga lo scopo di inoculare nell’autogoverno l’idea della
governabilità e del bipolarismo sia pericolosa. L’autogoverno, infatti, non
ha bisogno di governabilità, ma del confronto, trasparente e dialettico, tra
idee diverse e contrapposte. Né ha bisogno di ripetere le logiche della
politica, con bipolarismi fittizi che avrebbero quale unico scopo quello di
far leggere in termini di competizione gli esiti di ogni delibera
contrastata.

Sappiamo, poi, quali sono gli effetti deleteri dei sistemi maggioritari,
binominali o uninominali a doppio turno: favorire gli accordi tra i gruppi,
le desistenze e i “mercati” tra un turno e l’altro. Non è un caso, infatti,
che la logica maggioritaria, storicamente, si sia dimostrata una logica di
gestione del potere e di ricerca del consenso per il consenso: questo ha
determinato il sostanziale oscuramento degli ideali che erano alla base
della scelta dei magistrati di riunirsi per idee e progetti sulla
giurisdizione.  

Abbiamo bisogno dell’esatto contrario, di un sistema elettorale che
abbandoni la logica personalistica e che risponda, al massimo grado, a tre
diverse esigenze: garantire la rappresentatività delle idee di tutti, dentro
e fuori dai gruppi, non mortificando le diversità di visione della
giurisdizione; allargare la partecipazione e smarcarla dall’ipoteca delle
correnti, restituendo potere di scelta al magistrato elettore; assicurare
che sia data finalmente risposta alla questione, non più eludibile, della
corretta rappresentanza di genere. A fronte di una presenza di donne
superiore al 50% all’interno della magistratura, non è più pensabile,
infatti, che il sistema non tenga in considerazione questo dato. Né è
possibile parlare di rappresentatività del CSM se permane l’attuale
situazione di grave disparità dovuta alla sotto-rappresentanza di genere al
suo interno.

Una riforma del sistema elettorale dovrebbe, quindi, rispondere a queste
esigenze: disegnare un modello che rimetta al centro la scelta dei
magistrati, che dia cittadinanza alla pluralità delle idee e alle diverse
professionalità e che introduca meccanismi di riequilibrio, in modo da
realizzare, anche nel nostro organo di autogoverno, una “democrazia
paritaria”. 

Sarà una scelta importante, poiché siamo comunque convinti che il sistema
elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura concorrerà a disegnare
il governo della magistratura che vorremo, così come i suoi comportamenti,
la sua cultura e la sua visione della giurisdizione.

Roma, 24 giugno 2020.

 

L’Esecutivo di Magistratura democratica

 

 

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