[Area] Falcone e quella notte al Consiglio Superiore della Magistratura (quarto capitolo)

Giustizia Insieme redazione a giustiziainsieme.it
Gio 9 Lug 2020 09:11:53 CEST


Falcone e quella notte al Consiglio Superiore della Magistratura (quarto
capitolo)

Intervista di Paola Filippi e Roberto Conti a Vito D'Ambrosio

Il Presidente emerito della Corte costituzionale Gaetano Silvestri, già
componente laico del CSM, in un suo recente saggio dedicato all'analisi
delle non commendevoli vicende che attualmente agitano il mondo
giudiziario (Notte e nebbia nella magistratura italiana, QG,12 giugno
2020), ha osservato che la vicenda  della mancata nomina di Giovanni
Falcone alla funzione di Consigliere Istruttore del Tribunale di Palermo
assume ancora oggi un valore emblematico rispetto alle difficoltà
mostrate dal governo autonomo della magistratura sul tema della c.d.
anzianità senza demerito degli aspiranti a ricoprire  incarichi
direttivi o semi-direttivi. Essa, a ben considerare, offre ulteriori e
forse ancora maggiori punti di riflessione che riguardano da vicino il
rapporto dei magistrati con le correnti, con l'opinione pubblica, la
politica ed il CSM.

Giustizia Insieme intende tornare su quella vicenda per farne memoria,
soprattutto a beneficio dei tanti che non vissero direttamente quella
stagione ed il clima avvelenato che ne seguì, vuoi perché lontani da
quella che viene considerata secondo un ben sperimentato stereotipo
terra di mafia, vuoi perché non ancora entrati all'interno dell'ordine
giudiziario. Ciò ha inteso fare attraverso alcuni dei protagonisti che
contribuirono direttamente a scrivere le note di quella notte del 19
gennaio 1988 consumata all'interno del plenum del CSM.

Carlo Smuraglia, Stefano Racheli, Marcello Maddalena e Vito D'ambrosio,
membri alcuni togati (D'Ambrosio, Racheli e Maddalena), alcuni laici
(Smuraglia) del CSM che si occupò di quella  pratica, hanno accettato di
rileggere quegli avvenimenti a distanza di oltre trentadue anni. Una
rilettura certamente mediata, per un verso, dall'esperienza maturata dai
protagonisti nel corso degli anni passati al Consiglio Superiore  della
magistratura e, per altro verso, da quanto emerso rispetto alla gestione
del goberno autonomo in tempi recenti. La drammaticità di quella vicenda
sembra dunque legarsi a doppia mandata all'attuale contesto storico che
sta attraversando la magistratura italiana. I contributi che seguono,
nella prospettiva che ha animato la Rivista non intendono, dunque,
offrire verità ma semmai stimolare la riflessione, aprire gli occhi ai
tanti che non vissero quell'episodio e quell'epoca assolutamente
straordinaria per tutto il Paese.

La spaccatura che si profilò all'interno dei gruppi presenti in
Consiglio e delle scelte che i singoli consiglieri ebbero ad esprimere
votando a favore o contro la proposta di nomina del Consigliere
Istruttore Antonino Meli pongono, in definitiva, interrogativi più che
mai attuali, occorrendo riflettere su quanto nelle determinazioni
assunte dal singolo consigliere del CSM debba essere mutuato
dall'appartenenza al gruppo e quanto, invece, debba liberamente ed
autonomamente attingere al foro interno del consigliere, allentando il
vincolo "culturale" con la corrente quando si tratta di adottare
decisioni che riguardano gli uffici giudiziari ed i loro dirigenti. 

Gli intervistati hanno mostrato tutti in dose elevata la capacità di
approfondire in modo costruttivo  quell'episodio  e per questo va a loro
un particolare senso di gratitudine.
In calce ad ognuna delle quattro interviste che saranno pubblicate in
successione abbiamo riportato, oltre al verbale consiliare del 19
gennaio 1988 tratto dalla pubblicazione che il CSM ha dedicato alla
memoria di Falcone, alcuni documenti storici che Giovanni Paparcuri,
testimone vivente delle stragi mafiose e custode delle memorie raccolte
nel museo "Falcone Borsellino" ha gentilmente messo a disposizione della
Rivista. Documenti che offrono, in cifra, l'immagine dell'uomo e del
magistrato Falcone e del contesto nel quale Egli operò.
La quarta ed ultima intervista è del Cons. Vito D'Ambrosio, già
Sostituto Procuratore Generale presso la Procura Generale della Corte di
Cassazione - dove seguì per l'accusa, con altri due colleghi, i
sostituti Martusciello e Tranfo, il c.d. maxi processo contro la mafia,
istruito da Falcone e dal pool di Palermo - membro togato del CSM
durante il quadriennio 1986-1990 e Presidente della Giunta della regione
Marche.

https://www.giustiziainsieme.it/it/le-interviste-di-giustizia-insieme/1210-falcone-e-quella-tragica-notte-al-consiglio-superiore-della-magistratura-iv-vito-d-ambrosio
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