[Area] R: R: R: QG - Il caso Davigo: la vera posta in gioco

Gennaro Iannarone gennaro.iannarone a giustizia.it
Mar 13 Ott 2020 14:51:31 CEST


….senza considerare che l’età pensionabile, come le recenti riforme hanno dimostrato, è una variabile nelle mani del legislatore e quindi del potere politico…
E se stabilissero che da domani si va in pensione a 65 anni?
Al di là di questo trovo interessanti spunti di riflessione nella risposta del collega Patarnello al collega Reale:
è vero che l’elaborazione culturale posta in essere negli anni dalle associazioni che riflettono le diverse sensibilità esistenti in magistratura è stato un grande fattore di progresso della civiltà giuridica e che ha contribuito alla evoluzione in senso democratico della giurisdizione e, quindi della società;
e che di fronte a cotanti meriti le critiche radicali possano apparire populiste o qualunquiste.
Ma se tali critiche hanno un fondamento innegabile e riscuotono tanto successo non si possono accusare di distruggere l’associazionismo e la cultura giuridica: si sono distrutti da soli e quello che si è verificato chiama in causa la responsabilità collettiva della magistratura tutta.
Del resto chi ha scelto come intoccabili potenti per decenni Ferri e Palamara?
Di fronte a questa deriva vogliamo credere che ci sia ancora qualcosa di difendibile?
E pensare che ci possiamo stracciare le vesti perché qualcuno parla di sorteggio?
Invocare i massimi sistemi quando il c.d. metodo democratico-rappresentativo ha dato quei risultati?
Gennaro Iannarone

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> Per conto di lucia Vignale
Inviato: martedì 13 ottobre 2020 13:58
A: Marco Patarnello <marco.patarnello a giustizia.it>; 'Andrea Reale' <andreale a yahoo.com>; 'area' <area a areaperta.it>; 'europa' <europa a magistraturademocratica.it>; 'Iscritti' <iscritti a magistraturademocratica.it>; 'penale' <penale a magistraturademocratica.it>; 'Questione Giustizia - Redazione' <redazione a questionegiustizia.it>
Oggetto: [Area] R: R: QG - Il caso Davigo: la vera posta in gioco

Molto, ma molto sommessamente trovo che tra pensionato e dimesso ci sia una differenza.
Questo magari non toglie validità al ragionamento, ma per ragionare correttamente bisogna sempre collocare le mele con le mele e le pere con le pere.
Cari saluti a tutti
Lucia Vignale

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Dott. Marco Patarnello
Inviato: martedì 13 ottobre 2020 13:16
A: 'Andrea Reale'; 'area'; 'europa'; 'Iscritti'; 'penale'; 'Questione Giustizia - Redazione'
Oggetto: [Area] R: QG - Il caso Davigo: la vera posta in gioco

Lo trovi più rischioso perché a te interessa solo una specifica battaglia contro una parte molto precisa dell’associazionismo e della cultura giuridica. Che poi è la ragione per la quale le tue mail compaiono solo sulla lista di questo gruppo. Questo ti offusca la vista come i tori quando vedono rosso.
Invece consentire il proseguimento del ruolo di componente anche da pensionato -o, perché no, da dimesso- è del tutto errato, stravolge il ruolo del csm eliminandone del tutto la funzione anche rappresentativa (anche, non solo) che lo caratterizza per dettato costituzionale, giustifica chi viene eletto in corso di consiliatura a chiedere di fermarsi 4 anni e afferma un principio molto pericoloso. Cambia i connotati dell’organo.
Anche la deviazione dalla corretta attività cambia, di fatto, i connotati dell’organo, ma almeno non costituisce un cambiamento irreversibile.
Comunque come te auspico che la condanna non si arresti al solo Luca Palamara. Ci sono parecchie altre azioni disciplinari esercitate e vedremo come andranno. E vediamo cosa farà il Parlamento con Ferri.
Marco Patarnello

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Andrea Reale
Inviato: lunedì 12 ottobre 2020 16:10
A: area; europa; Iscritti; penale; Questione Giustizia - Redazione
Oggetto: Re: [Area] QG - Il caso Davigo: la vera posta in gioco

Francamente  trovo molto più rischioso per l'assetto dei poteri statuali la indebita occupazione di un organo di garanzia di rilevanza  costituzionale da parte di associazioni private non riconosciute, che hanno scambiato il concetto di rappresentatività della categoria con quello di rappresentanza "politica" dell'organo di governo autonomo, di fatto escludendo  da ogni tutela coloro che non appartengono a dette associazioni.
Ancora più grave è il silenzio che continua a "trapelare" da parte di quelle Istituzioni che avrebbero il dovere di garantire l'indipendenza, soprattutto quella interna, di ogni singolo magistrato.
Ma tant'è: la condanna esemplare nei confronti del "capro espiatorio" è già stata irrogata in tempi da record e con un taglio netto della lista testi difensiva.
Tutto può continuare come e peggio di prima.
Sperando che il prossimo trojan resti attivato per maggior tempo e all'interno di più apparecchi cellulari di tanti nostri "politicanti".
Andrea Reale

On Monday, October 12, 2020, 03:57:06 PM GMT+2, Questione Giustizia - Redazione <redazione a questionegiustizia.it<mailto:redazione a questionegiustizia.it>> wrote:


La decisione sulla permanenza in Consiglio superiore della magistratura di Davigo travalica il caso concreto e investe l’assetto della magistratura come ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere

di Riccardo de Vito

https://www.questionegiustizia.it/articolo/il-caso-davigo-la-vera-posta-in-gioco
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