[Area] L'appello dei magistrati europei per lo Stato di diritto

Guglielmi Mariarosaria mariarosaria.guglielmi a giustizia.it
Mer 16 Dic 2020 10:17:55 CET


 

5231 magistrati europei hanno sottoscritto l’appello indirizzato alla
Commissione Europea, che verrà inviato a Bruxelles questa settimana. 

 

L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Iustitia dei giudici
polacchi per sollecitare la Commissione ad intraprendere ogni attività
finalizzata alla  tutela dello stato di diritto e all’esecuzione delle
decisioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sull’indipendenza dei
sistemi giudiziari.

 

L’appello  è stato sottoscritto da giudici e pubblici ministeri di tutti i
paesi dell’Unione ( fra gli altri, 965 magistrati olandesi, 569 portoghesi,
538 austriaci, 476 italiani, 410 francesi e 154 romeni) e di altri stati
come la Turchia, la Serbia, la Svizzera e gli Stati Uniti.

 

L’iniziativa è stata  sostenuta da varie associazioni nazionali e da quelle
europee MEDEL (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés),
European Association of Judges (EAJ), Association of European Administrative
Judges (AEAJ), Judges for Judges.

 

Krystian Markiewicz, il Presidente di  Iustitia, ha dichiarato: “Siamo molto
commossi per questa risposta venuta dai magistrati europei. L’azione a
difesa dello stato di diritto e dell’indipendenza dei sistemi giudiziari non
è solo un questione interna alla Polonia ma interessa l’intera comunità
europea”.

 

Dopo la “marcia delle mille toghe” che si è svolta a Varsavia, nel gennaio
scorso, e che ha portato alla magistratura polacca la solidarietà della
comunità europea e internazionale dei giuristi, anche l’adesione a questa
iniziativa conferma che i magistrati “europei”, singoli e associati, si
sentono parte attiva di un  comune percorso verso l’effettiva realizzazione
dell’Europa dei diritti e dello stato di diritto.

 

Mariarosaria Guglielmi

 

 

Da: Guglielmi Mariarosaria [mailto:mariarosaria.guglielmi a giustizia.it] 
Inviato: venerdì 27 novembre 2020 14:04
A: mailinglist-anm a associazionemagistrati.com
Oggetto: [Mailinglist-anm] L'appello dei magistrati europei per lo Stato di
diritto

 

Per la diffusione fra tutti i colleghi e l’adesione, invio nuovamente il
testo della lettera del Presidente dell’Associazione di giudici polacchi
IUSTITIA e dell’appello dei magistrati europei per la difesa dello Stato di
diritto. 

Mariarosaria Guglielmi

 

 

Cari colleghi, Magistrati Europei,

Da 5 anni è in corso un processo di deterioramento del sistema giuridico in
Polonia. La situazione peggiora ogni mese. Le autorità polacche continuano a
vessare, perseguitare  e intimidire apertamente i giudici e i pubblici
ministeri che cercano di difendere lo Stato di diritto. Osserviamo anche che
gli sviluppi in Polonia incoraggiano i politici di altri stati europei a
limitare l'indipendenza delle giurisdizioni nei loro sistemi. La "Marcia
delle 1000 toghe", che si è tenuta l'11 gennaio 2020 a Varsavia, ha
dimostrato che siamo una famiglia di magistrati europei. Lottando per lo
Stato di diritto in Polonia, lottiamo per lo Stato di diritto in tutta
Europa. Ti invitiamo quindi a diffondere, tra i magistrati e le associazioni
giudiziarie, la lettera qui allegata, indirizzata alla Commissione Europea.

La lettera può essere sottoscritta usando il seguente link.

 
<https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfLIOzmTeSG6bx85kOQPHybRGeXc7ixj_R
LhyS22_XSBd6JAQ/viewform>
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfLIOzmTeSG6bx85kOQPHybRGeXc7ixj_RL
hyS22_XSBd6JAQ/viewform

Confidiamo nel tuo sostegno

Il Presidente dell’Associazione di giudici polacchi IUSTITIA

Krystian Markiewicz

 

 

L’appello dei magistrati europei

In base all’art. 2 del TUE, l’Unione Europea è basata sul rispetto dei
valori della dignità umana, libertà, democrazia, eguaglianza, stato di
diritto, e dei  diritti umani, inclusi i diritti delle minoranze. Questi
valori sono comuni agli Stati membri in una società fondata su  pluralismo,
non discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà ed eguaglianza fra
donne e uomini.

Come sottolineato dai più grandi difensori dei diritti delle persone e dei
cittadini, lo Stato di diritto non è negoziabile. Ed è così perché è lo
stato diritto la vera base sulla quale è stata costruita l’Unione Europea
nonché la garanzia di ogni diritto e libertà di qualsiasi cittadino.

 

Oggi l’Unione Europea si trova ad un punto di svolta nel suo percorso. In
paesi come Ungheria, Polonia, Romania e Bulgaria proseguono gli attacchi
sistemici allo stato di diritto e all’indipendenza della magistratura.

 

Purtroppo l’accettazione di tali attacchi come l‘assenza di standard comuni
possono incoraggiare mutamenti preoccupanti in altri paesi. Questi processi
di regressione implicano la distruzione dell’indipendenza delle corti,
politicizzando le procedure di nomina dei giudici, eliminando l’autonomia
dei pubblici ministeri, acquisendo il controllo sui giudici disciplinari ed
usando procedimenti disciplinari e penali contro i magistrati.

Inoltre, si portano avanti campagne di odio “istituzionalizzate” usando i
media che dipendono dai governi. Tutto ciò è concepito come strumento di
repressione contro i magistrati che lottano per tutelare lo stato di diritto
nell’Unione Europea.

 

La Commissione europea  è il guardiano dei Trattati e, dunque, dello stato
di diritto.

Riconosciamo ed apprezziamo le iniziative già intraprese dalla Commissione,
come quelle basate sull’art. 7 e le procedure di infrazione avviate nei mesi
recenti, e non ci attendiamo che la Commissione risolva da sola tutte le
problematiche, poiché queste ricadono nella competenza  di altre
istituzioni, incluse la Corte di Giustizia Europea, il Parlamento Europeo, e
il Consiglio europeo.

Non vi è tuttavia dubbio che la Commissione ha un ruolo chiave in tale
ambito e  che, ad esempio, le decisioni della Corte di Giustizia sono
determinate da iniziative avviate  dalla Commissione. Ogni ritardo in questo
ambito non soltanto  rappresenta una minaccia ai giudici nazionali (e al
tempo stesso europei) ma offre argomenti agli euroscettici che enfatizzano
l’inefficienza delle strutture europee e così giustificano la cancellazione
dei valori scritti nell’art. 2 del TUE.

Alcuni politici sembrano determinati ad eliminare l’indipendenza dei giudici
dai loro sistemi giudiziari. Se la commissione vuole effettivamente
proteggere l’indipendenza della Giustizia,  bisogna valorizzare i giudici
come garanti dei diritti e delle libertà dei cittadini.

 

Noi,  Magistrati dell’Unione Europea,  facciamo appello alla  Commissione
Europea  perché intraprenda ogni altra azione finalizzata al rispetto dei
trattati dell’Unione ( art. 17 TUE) e a dare esecuzione alle decisioni della
Corte di Giustizia dell’Unione Europa (art. 260(2) TFUE).

 

 

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