[Area] Organizzazione al servizio della giustizia

giuseppe noviello alkazar a tiscali.it
Sab 19 Dic 2020 08:56:04 CET


Gentile collega Imperato, ma potresti dirci quali sono le carenze organizzative di una magistratura che ogni giorno è chiamata a produrre più di quanto può essere chiesto umanamente? Che si è data i famosi quanto inutili criteri di priorità ( visto che raccolgono tutto quello che si è chiamati a decidere), che tace sui carichi esigibili ( altrimenti, hai visto mai, che dovremmo “produrre” di meno?), che si sostituisce alla pg e ai collaboratori amministrativi mancanti, che sfrutta al massimo le potenzialità dei propri pc, con moduli precostituiti circa gli atti da redigere almeno seriali, che lavora non solo in ufficio ma a casa senza limiti di orario, che spesso neppure pranza, che ha “organizzativamente” demandato a terzi la cura della casa e della famiglia, che ha sempre più sacrificato la qualità sull’altare della quantità? 
Faccio salva una sola misura organizzativa ancora mancante, per quanto poco incisiva sul piano quantitativo della tanto agognata “produzione”: i numerosi “fuori ruolo”, gli eccessivi numeri di semidirettivi e il ballo di poltrone per chi è diventato direttivo e semidirettivo e ormai non esercita più la giurisdizione. 
Di grazia, ci dici in concreto quali sono queste carenze organizzative che persistono e quali sopratutto le soluzioni organizzative che ancora, neghittosamente, non realizziamo?.
Grazie per la tua prossima, articolata e concreta,  risposta. 
Giuseppe Noviello. 




> Vorrei portare anche in questa mailinglist il dibattito che si sta svolgendo sulla lista ANM sulle parole del Presidente Santalucia in relazione al tema “giustizia efficace” (parole che potete leggere in fondo a questa mail)
>  
> Certamente un punto di equilibrio tra qualità e produttività non è facile da trovare.
> Ma non solo perché l’ossessione per i numeri può trasformarci in burocrati efficientisti il cui obiettivo è “SMALTIRE” (orribile termine purtroppo molto diffuso nei nostri discorsi sulle pendenze) piuttosto che dare una risposta di giustizia alle persone che stanno dietro e dentro le nostre carte.
> Da Pubblico Ministero sento la responsabilità dell’obbligatorietà dell’azione penale e dell’aspettativa di giustizia che c’è anche in procedimenti che a me possono risultare banali rispetto alle faccende più gravi e delicate.
> Allora la spinta ad essere organizzato e razionale diventa anzitutto un’esigenza per poter dare una risposta a quella domanda di giustizia, non tanto l’inseguimento di uno standard di rendimento elevato.
>  
> Credo che dobbiamo cercare la stretta e difficile strada in cui l’organizzazione e l’efficienza non sono nemici della qualità e della professionalità, ma al servizio di queste e della nostra funzione giurisdizionale.
>  
> Non sono certo per l'aziendalismo applicato alla giustizia, ma nemmeno possiamo sentirci assolti come categoria da un sistema giustizia troppo spesso non adeguatamente organizzato.
> Ci sono tante responsabilità, anzitutto della politica, e tante attenuanti?
> Certamente sì, ma anche molte responsabilità nostre e dovremmo farcene carico e risolverle per quanto possibile piuttosto che arroccarci.
> Non per l’ansia da prestazione numerica, ma per offrire risposte adeguate alla domanda di giustizia, con tempi e modi all’altezza di un Paese civile e moderno, come non sempre riusciamo ad essere.
>  
> Marco Imperato
> L'ufficio per il processo e la giustizia efficace
> 
> La lettera del presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia al Corriere della sera
> 
>  
> Caro Direttore,
> l'interessante articolo del prof. Giavazzi dal titolo «I problemi della ripartenza - Quattro riforme possibili», pubblicato sabato scorso, stimola, con acutezza di riflessioni, la discussione intorno ai temi della giustizia. Apprezzo l'idea che la giustizia civile vada gestita come un'impresa.
> E ciò non già perché sia assimilabile ad una impresa, ma perché si qualifica come organizzazione complessa.
> Se messa nelle condizioni di funzionare bene, è del resto fattore di produzione di ricchezza.
> L'attenzione ai profili dell'organizzazione è essenziale, ma va riservata soprattutto alle strutture capaci di aumentare la produttività con economie di scala. L'impegno prossimo dovrebbe essere rivolto al rafforzamento di una innovazione che non ha ancora la stabilità che merita: l'ufficio per il processo.
> Per restare all'accostamento all'impresa, occorre pensare al giudice inserito in una più ampia organizzazione che lo assista, con le necessarie competenze, nelle varie fasi, per così dire, della produzione: dallo studio dei fascicoli, alla raccolta delle prove, alla redazione della motivazione. Devono essere migliorati, arricchiti, moltiplicati e diffusi gli accorgimenti necessari all'innalzamento sì della quantità ma anche della qualità del prodotto giudiziario. La soluzione sarebbe di grande vantaggio, più di una pur auspicabile riforma dei riti processuali che, certo, possono essere snelliti e semplificati. La direzione, che è stata già intrapresa, va perseguita senza ripensamenti e con la consapevolezza che i necessari investimenti finanziari restituiranno ricchezza al Paese.
> Qualche battuta, infine, sulla giustizia penale. I magistrati non sono contrari ad una seria e ben calibrata depenalizzazione, che non li costringerebbe a lavorare di più.
> Lavorerebbero non meno ma certo meglio, e potrebbero destinare maggiori energie a quei settori ove è più sentito il bisogno di un controllo efficace di legalità.
> 
> 
> 
> Giuseppe Santalucia
> Presidente Associazione Nazionale Magistrati
> 
>  
> _______________________________________________
> Area mailing list
> Area a areaperta.it <mailto:Area a areaperta.it>
> http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it <http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20201219/3adb728a/attachment-0001.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area