[Area] Memoria di Davi Cerri

Giustizia Insieme redazione a giustiziainsieme.it
Mer 27 Gen 2021 07:38:38 CET


Memoria
di David Cerri
_E io concederò nella mia casa e dentro le mie mura _
_un monumento e un nome (Yad Vashem),_
_un nome eterno che non sarà mai cancellato._                            
                                                                          
                                                                   (Isaia 
56:5)
_Quando Bàal-shem doveva assolvere un qualche compito difficile, 
qualcosa di segreto per il bene delle creature, andava allora in un 
posto nei boschi, accendeva un fuoco, e diceva preghiere, assolto nella 
meditazione: e tutto si realizzava secondo il suo proposito. _
_Quando, una generazione dopo, il Maggìd di Meseritz si ritrovava di 
fronte allo stesso compito, riandava in quel posto nel bosco, e diceva: 
"Non possiamo più fare il fuoco, ma possiamo dire le preghiere" - e 
tutto andava secondo il suo desiderio. _
_Ancora una generazione dopo, Rabbì Moshè Leib di Sassow doveva 
assolvere lo stesso compito. Anch'egli andava nel bosco e diceva: "Non 
possiamo più accendere il fuoco, e non conosciamo più le segrete 
meditazioni che vivificano la preghiera; ma conosciamo il posto nel 
bosco, dove tutto ciò accadeva, e questo deve bastare". E infatti ciò 
era sufficiente. _
_Ma quando di nuovo, un'altra generazione dopo, Rabbì Yisrael di Rischin 
doveva anch'egli affrontare lo stesso compito, se ne stava seduto in una 
sedia d'oro, nel suo castello, e diceva: "non possiamo fare il fuoco,non 
possiamo dire le preghiere, e non conosciamo più il luogo nel bosco: ma 
di tutto questo possiamo raccontare la storia." _
_E - così prosegue il narratore - il suo racconto da solo aveva la 
stessa efficacia delle azioni degli altri tre._[1]
[1]La storia di Yisrael ben Eliezer, detto Bàal Shem Tov(Maestro del 
nome di Dio), rabbino polacco del '700, guaritore itinerante considerato 
il fondatore del chassidismo, è narrata da Gershom Scholem in Le grandi 
correnti della mistica ebraica(Torino, Einaudi, 1993, 353) come appresa 
dalla viva voce del grande scrittore israeliano  Schemuel Y. Agnon.

A più di ottanta anni dall'emanazione delle prime leggi razziali 
italiane, date a San Rossore, ed in un momento storico nel quale 
l'Europa vede riaffacciarsi timori che credeva da tempo scomparsi, 
qualche riflessione sui "perché" dello scrivere non è forse inutile.

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