[Area] Per non falsificare la storia della giurisdizione

Magistratura democratica md a magistraturademocratica.it
Lun 8 Feb 2021 11:16:35 CET



 

PER NON FALSIFICARE LA STORIA DELLA GIURISDIZIONE

 

Il “libro intervista” di Alessandro Sallusti e Luca Palamara ricostruisce
come un “sistema” la storia recente e quella attuale della magistratura
italiana: un terreno di caccia di correnti interessate a spartirsi i vertici
degli uffici giudiziari (soprattutto delle Procure), in pieno accordo con la
politica. Meglio, con una parte della politica: quella di sinistra.

“Il Sistema”, secondo il libro, trarrebbe linfa dal collateralismo storico
di Magistratura democratica con le organizzazioni politiche della sinistra
(dal Pci al Pd), e dalla lotta per via giudiziaria contro i “nemici di
turno” (Berlusconi, e poi Renzi e Salvini). 

La finalità e la strumentalità di questa lettura, e dell’evidente impegno
mediatico nel divulgarla, non sono difficili da cogliere: si parte dalla
crisi della magistratura, svelata dalle indagini perugine sulle nomine di
dirigenti, e dallo spaccato aperto all’interno della magistratura da quelle
vicende, per arrivare a riscrivere la storia di intere stagioni e vicende
giudiziarie, accertate nei processi e da sentenze passate in giudicato,
utilizzando come chiave di lettura l’azione di una magistratura
“politicizzata” e da sempre impegnata in una “lotta politica”, per via
giudiziaria, contro i suoi “avversari”.

 

Una rilettura che, se da un lato vuole riabilitare singoli protagonisti
interessati da quelle vicende, e colpire Magistratura democratica come
espressione deteriore della magistratura “politicizzata”, dall’altro attenta
al cuore di un valore essenziale per la tenuta della democrazia: la fiducia
nell’imparzialità della giurisdizione, quale strumento di tutela dei diritti
e delle garanzie, e nel suo ruolo di difesa della legalità e dei principi
dello Stato di diritto.

Un ruolo che, proprio nella lunga fase di crisi della nostra democrazia,
segnata dalla corruzione e dai conflitti d’interesse al vertice dello Stato,
ha rappresentato un argine allo sviluppo dell’illegalità pubblica e un punto
di tenuta fondamentale per le istituzioni investite dalla perdita di
credibilità.

 

Erano gli anni in cui Alessandro Pizzorusso scriveva che se la maggioranza
politica di centrodestra avesse continuato con il suo programma di
controriforme avrebbe fatto “regredire di almeno un secolo il livello di
evoluzione delle nostre istituzioni giudiziarie”. E nel Rapporto preliminare
sulla missione in Italia del Relatore speciale dell’Onu si poteva leggere di
come fossero “ragionevoli i timori dei giudici e dei pubblici ministeri che
vedono minacciata la loro indipendenza”. 

La difesa dei valori dell’indipendenza e dell’autonomia della giurisdizione
ha visto in quella stagione impegnata tutta la magistratura, unita da una
forte consapevolezza dei valori in gioco, trasversale ai gruppi:
nell’avvertire le minacce derivanti dai tentativi di aggressione alla
Costituzione e dai conflitti di interesse portati ai vertici dello Stato, la
magistratura fu in grado di esprimere con fermezza un fronte unitario e
riconoscibile nella difesa dell’assetto di indipendenza della giurisdizione
e di tutti i valori dello Stato di diritto.

Tutto questo nella “ricostruzione” del libro è omesso e tanto basta per
amputare una parte della storia della magistratura intera e di interi uffici
giudiziari, riducendo quella stagione ad una vicenda “emblematica”
dell’aggressione portata per via giudiziaria a presunti avversari, dalla
magistratura “politicizzata” rappresentata da MD.

La magistratura italiana, chiamata oggi ad una riflessione seria e
coraggiosa su sé stessa e sulla crisi che attraversa anche l’autogoverno e
l’associazionismo, non merita una simile opera di rimozione della verità
della sua storia né le mistificazioni di un racconto caratterizzato da
omissioni e dimenticanze significative o affermazioni indimostrate e
allusioni sui singoli.

 

Magistratura democratica è stata parte importante di questa storia e, sin
dalla sua nascita, ha portato avanti il suo impegno nell’associazionismo
giudiziario all’insegna della consapevolezza della responsabilità che la
magistratura ha nella realizzazione della Costituzione.

Un impegno che, per questo, ha sempre rifiutato l’idea della neutralità
rispetto ai valori costituzionali e quell’idea della politicità che, dietro
un’apparente neutralità, cela l’adesione e il legame tacito al sistema
politico e agli interessi dominanti: proprio quella “politicità” che le
vicende di Perugia hanno disvelato.

MD ha saputo riaffermare, anche nella stagione più buia del terrorismo
politico, il valore essenziale e insostituibile della garanzia giuridica,
destinato a operare in qualunque congiuntura politica, con qualunque
maggioranza politica, e con qualunque governo.  

 

Anche nella sua storia più recente, MD ha sempre rivendicato e rinnovato il
suo impegno – da gruppo di giuristi – per l’attuazione della Costituzione,
in tutte le occasioni in cui abbiamo visto prendere corpo le minacce di
progetti regressivi, e rispetto a tutte le sfide poste da progetti
regressivi alla democrazia e alla giurisdizione.

Lo abbiamo fatto sulla base dei contenuti dei provvedimenti, dei
comportamenti e delle leggi, senza mai guardare al colore politico del
governo o in nome di una logica di consenso, alla quale ci dichiariamo
estranei: abbiamo portato il nostro contributo di conoscenza critica nel
dibattito sul referendum costituzionale del 2016; abbiamo rinnovato il
nostro impegno in difesa dei valori del garantismo penale e del giusto
processo, a fronte di scelte di diritto penale espressivo-simbolico e di
torsioni regressive, e dei valori dell’eguaglianza, della solidarietà e
della dignità delle persone, oltre che della funzione emancipatrice dei
diritti fondamentali, a fronte di politiche regressive sull’immigrazione e
sulla sicurezza.

Abbiamo al nostro interno agito con lo strumento della critica dei
provvedimenti e delle prassi, e nella consapevolezza che a ogni magistrato è
richiesta un’elevata professionalità per difendere la propria indipendenza e
per garantire, attraverso la motivazione delle sue decisioni, la chiara,
inequivoca e fondamentale equidistanza dalle parti e dagli interessi in
gioco. È qui, in questo punto, che vive e che può essere verificata la vera
imparzialità, e che si costruisce il rapporto di fiducia con i cittadini. 

Respingiamo ogni accusa di volerci attribuire compiti di opposizione
politica generale o di sostegno ad una parte politica. Ribadiamo la nostra
consapevolezza che il diritto e i diritti agiscono da limite al potere, e
che solo il rispetto dei diritti e delle regole ci rende sempre attenti ai
limiti della nostra funzione e della nostra azione. 

 

Questa consapevolezza ci accompagna nel tentativo di declinare
nell’attualità la nostra storia e di confrontarci con tutte le riflessioni,
anche di autocritica, che ci impone il presente e alle quali non ci siamo
mai sottratti. Per questo non ci limitiamo a contrastare l’accusa di
strumentalità, ma vogliamo evidenziare alcuni punti di riflessione che,
guardando al passato, ci diano indicazioni per il futuro.

 

1)   È necessario ripartire dal metodo di una politica associativa aperta al
confronto e all’ascolto, e pronta a mettersi in discussione. Per questo
occorre una seria analisi autocritica, anche nel nostro gruppo e in tutto il
fronte della magistratura progressista, rispetto alle dinamiche associative
che in questi anni hanno seguito la logica dei “migliori”, dei
“lungimiranti”, di chi ritiene di avere la competenza e la capacità di
scegliere in autonomia, o al più in circoli chiusi e ristretti di
“ottimati”.

Sono queste dinamiche che hanno contribuito alla formazione di luoghi di
decisione nei gruppi, distanti da quelli aperti del confronto interno, e che
hanno concorso alla creazione di un assetto oligarchico, sottratto al
controllo democratico che il confronto aperto nel gruppo garantisce. Questo
assetto è risultato funzionale a pratiche consociative di gestione del
potere e ad una sua amministrazione nell’autogoverno in funzione delle
aspettative dei singoli, espressione del nuovo carrierismo e della
involuzione culturale subita dalla magistratura. Il precipitato di caduta
etica e opacità che ha riguardato anche esponenti di tutta la magistratura
progressista – sul quale non intendiamo chiudere gli occhi – non si ripeterà
se questione morale e controllo democratico cammineranno di pari passo.

2)   Lo scandalo delle nomine, esploso proprio in relazione alla scelta del
dirigente di un ufficio requirente, ha riproposto con maggiore urgenza anche
il tema di riflessione rappresentato dal ruolo delle Procure, dalle modalità
con le quali esercitano i loro poteri, dalla sfera di discrezionalità che li
caratterizza, dai criteri di trasparenza delle scelte e della loro azione,
dalla capacità di rendiconto e, più in generale, dalla compatibilità
dell’assetto delle Procure con quello della giurisdizione, quale risulta
dalla Costituzione e dal principio costituzionale del potere diffuso.

Una compatibilità che richiede di recuperare con urgenza gli anticorpi
culturali rappresentati dalla visione costituzionale della magistratura
fondata sulla pari dignità e sull’eguaglianza delle funzioni.

3)   Serve riprendere in mano un progetto di cambiamento reale ed effettivo
della magistratura che ci coinvolga tutti. Le reazioni mediatiche di questi
giorni, le evidenti strumentalizzazioni di cui la magistratura intera è
vittima ci chiamano tutti ad assumere la responsabilità di trovare strade
comuni per un futuro che garantisca autonomia ed indipendenza alla
giurisdizione. Occorre comprendere e far valere le responsabilità collettive
e individuali, ma non sarà la gara a chi è stato più puro ad indicarci la
via. E il percorso di rinnovamento non si esaurisce nella individuazione
delle responsabilità: sarà piuttosto il punto di partenza per decidere su
quali basi rilanciare il futuro dell’associazionismo, in un confronto aperto
e senza pregiudizi, di cui MD vuole essere parte e soggetto promotore.

 

 

Roma, 8 febbraio 2021.

 

L’Esecutivo di Magistratura democratica

 

--

Magistratura democratica

 <http://www.magistraturademocratica.it/> www.magistraturademocratica.it

 <mailto:md a magistraturademocratica.it> md a magistraturademocratica.it

 

-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20210208/60dc0c68/attachment-0001.html>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato non testuale è stato rimosso....
Nome:        image002.jpg
Tipo:        image/jpeg
Dimensione:  5831 bytes
Descrizione: non disponibile
URL:         <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20210208/60dc0c68/attachment-0001.jpg>


Maggiori informazioni sulla lista Area