[Area] R: Sorteggio

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Lun 15 Mar 2021 04:32:44 CET


 
   La P2 fu una lobby che voleva imporsi sui partiti, strumentalizzandoli ai propri fini. Poté affermarsi perché i partiti italiani avevano cominciato a manifestare la loro crisi terminale e anche di essere incapaci di riformarsi veramente. Negli anni  '80 si pensarono due strade per ottenere la riforma: riformare le procedure elettorali o cercare di rivitalizzare i partiti ricollegandoli con comunità vive. All'inizio degli anni '90 fu la prima ad affermarsi, dopo che sulla seconda si era fallito. La storia  mi pare che si stia ripetendo nel nostro associazionismo. Come andò con la politica nazionale? Si cambiò, poi si cambiò di nuovo e ancora, ma la politica sembrò continuare ad avvitarsi in una caduta senza fine perché la società italiana non apparve più capace di sorreggere una politica popolare, e allora venne il populismo che finora è andato per la maggiore. Nel populismo il popolo è gregge in cerca di un pastore. Tutte le volte che si aggancia la riforma a un capo si ragiona così. L'ideologia politica del pastore  è in realtà una teologia, perché deriva da correnti reazionarie tra i cattolici. In quella del cattolicesimo democratico si vuole invece essere tessitori. Mario Ardigò    Il domenica 14 marzo 2021, 18:45:14 CET, Stefano Celli <riccelli64 a gmail.com> ha scritto:  
 
 Anch’io ringrazio Mario, perché esprime idee sul merito. I problemi ci sono, e non ho avuto necessità di Palamara e del suo telefono per prendere le distanze da un modo di fare associazionismo che non mi ha mai convinto. Chi è più vecchietto come me, ricorda bene i resoconti del consiglio, anzi i verbali, dove le posizioni emergevano con chiarezza e dove si poteva ben capire cosa animava questo o quel consigliere. Quali erano le linee guida, diremmo oggi. Se io fossi un sostenitore dello status quo, farei pervenire fondi e sostegno al gruppo che lotta per il sorteggio, perché allo stato credo che continui a essere impraticabile, a costituzione invariata, con buona pace dei costituzionalisti che, guarda un po’, sono di razza solo quando sostengono tesi consone se non identiche alle nostre. In questo modo (sostenendo i “pro-sorteggio” una parte delle energie positive, quelle che impiegano coloro che sinceramente vogliono un cambiamento, continuerebbe a essere distratto (cioè indirizzato altrove) e qualunque modifica sarebbe assai difficile. Se però  il fine è avere un consiglio superiore in cui i gruppi siano catalizzatori di idee e non lobby (semplifico perché ovviamente la realtà è più sfaccettata) forse vale la pena da un lato prendere atto che questa legge ammazza correnti, come spesso accade, ha ottenuto l’effetto opposto. Non è stata la prima occasione in cui è accaduto, specie in quella legislatura; dall’altro confrontarsi serenamente sui sistemi elettorali adottabili (sempre a costituzione invariata) e capire quale contribuisce meglio al fine prefisso. Il confronto sereno fra noi tutti, specie se attuato fra persone che si riconoscono reciprocamente l’onestà intellettuale può aiutare a prevenire a una soluzione condivisa, se non dalla totalità, da un’amplissima maggioranza (diciamo il 99%?).E se, come si può legittimamente sperare, troveremo nella politica orecchie questa volta attente, competenti e non prevenute, una posizione ragionevole e unitaria avrà molte più possibilità di fare breccia. 
Aggiungo un PS
Quanto al pezzo che ho mandato ieri sera come contributo al dibattito aggiungo che ilfatto che il sorteggio fosse non voluto da Gelli non mi pare il punto fondamentale. O almeno non l’ho colto in questi termini. 
Mi convince invece il ribaltamento di prospettiva, ma solo per colpa del mio ego smisurato, visto che avevo già usato questo argomento qualche tempo fa, all’ultima assemblea generale dell’ANM. 
Cari saluti a tuttiStefano Celli

Il giorno dom 14 mar 2021 alle 13:47 Luca De Ninis <luca.deninis a giustizia.it> ha scritto:


http://toghe.blogspot.com/

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it]Per conto di mario ardigo
Inviato: domenica 14 marzo 2021 04:48
A: area a areaperta.it; ed.brutiliberati a gmail.com
Oggetto: Re: [Area] Sorteggio

 

  Sono andato a rileggere il "Piano di rinascita democratica" gelliano e la proposta di introdurre il sorteggio nella procedura di nomina dei membri  del CSM eletti dai magistrati non c'è. Si parla solo di sorteggiare i periodi di ferie dei dipendenti statali, in modo da distribuirli lungo tutto l'anno.

  Introdurre il sorteggio nella procedura di nomina dei componenti del CSM eletti dai magistrati non è un'idea strampalata. Ha una sua logica che è quella di contrastare il lobbismo.  Non si tratterebbe di sorteggiare direttamente i componenti del CSM, ma, ad esempio,  di sorteggiare, tra un certo numero di candidati scelti con criteri da individuare, quelli da proporre per l'elezione. O di sorteggiare direttamente tra tutti i magistrati i candidati da proporre nelle elezioni. Questo certamente avrebbe un'efficacia contro il lobbismo. La particolarità delle "nostre" elezioni è che riguardano una classe, quella dei magistrati, nella quale tutti astrattamente hanno la capacità di giudizio che serve al CSM.

  Nel nostro associazionismo, e in particolare, in ANM non mi pare che ci sia ancora resi del tutto conto della gravità del problema. Alcune componenti lo hanno descritto realisticamente, in altre è stato iniziato un radicale processo di riforma. Ma c'è un'altra parte, molto consistente, che non mi pare abbia preso iniziative adeguate. 

  Da ciò che è emerso due anni fa si può fondatamente sospettare che l'arrivismo carrieristico, da parte dei lobbisti e dei loro "clienti" abbia  profondamente inquinato le procedure di nomina dei membri del CSM eletti dai magistrati. Questo in particolare da quando gli incarichi direttivi sono divenuti temporanei e si è innescato un vorticoso giro di nomine. Si parla di correntismo, ma questo non rende bene l'idea. In realtà le correnti tradizionali, costituite sulla base di reali idealità, ed essenzialmente per liberare l'attività giudiziaria dalla polizia ideologica insita in un sistema profondamente gerarchizzato e controllato dalla Cassazione come era quello fino agli anni Cinquanta, sono state cortocircuitate da lobby, che agiscono solo in vista delle nomine e che accrescono il proprio potere elettorale sulla base di un patto che prevede patrocinio per le nomine in cambio di consenso elettorale. Qualcosa di simile si è prodotto anche nella politica nazionale e quindi il fenomeno appare in linea con i problemi che, in generale, la democrazia incontra nel nostro Paese.

  Quanto al sorteggio nelle procedure di nomina, per far capire che non si tratta di cosa strampalata ma che si tratta di decidere se, in relazione a una particolare procedura, sia adeguata, rimando al libro di Nadia Urbinati, "La democrazia del sorteggio", disponibile anche in ebook, che fa anche la "storia" del sorteggio fin dall'antica Grecia e descrive dove ha funzionato e dove no.

 Certo, il cambio delle procedure elettorali per il CSM può essere l'occasione di una resa dei conti tra politica e magistratura, perché l'azione della magistratura, specialmente nel penale, costituisce un rischio serio nel clima di azzardo morale in cui spesso si vive in politica, ma questo naturalmente non da ora. Anche nella politica nazionale, tra la fatica della riforma e la tentazione di eliminare sbrigativamente il rischio giudiziario per altra via,  si appare indecisi, anche perché in genere in politica i tempi stringono, e negli ultimi anni sempre di più, con un giro assillante di scadenze elettorali, per cui si è sempre più o meno in campagna e allora tutto sembra sempre traballare e le si sparano grosse per farsi sentire. 

 Credo, allora, che per tutti noi cittadini, qualunque lavoro si faccia e qualsiasi funzione si ricopra nel governo politico, dalle più alte a quella del cittadino, che in democrazia anche lui "governa", si debba affrontare seriamente la questione della manutenzione della democrazia, come idealità e impegno prima che come procedura, come ad esempio sta facendo da sempre e fin dai giovanissimi uno dei principali agenti italiani di formazione alla politica in Italia, l'Azione Cattolica italiana, e i risultati si vedono. Gli anni '80 furono il tempo delle "scuole" di politica, poi esse diventarono progressivamente sedi dicasting  politico, che è tutt'altra cosa.

Mario Ardigò

 

Il sabato 13 marzo 2021, 17:40:29 CET, <ed.brutiliberati a gmail.com> ha scritto:

 

 

 

 

 

Segnalo questo  brillante articolo del collega Francesco Puleio pubblicato su La Sicilia di oggi 13 marzo 2021

Edmondo Bruti Liberati

 

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