[Area] Magistratura democratica newsletter 2

Magistratura democratica md a magistraturademocratica.it
Mar 25 Maggio 2021 20:31:20 CEST


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Cari lettori,
 
apriamo la lettera di notizie di Magistratura democratica con l'intervento di Medel (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés) nel giorno dedicato al ricordo di Giovanni Falcone, e per questo proclamato Alert day sull'Indipendenza della Giustizia in Europa. Ne parla Mariarosaria Guglielmi, che di Medel è vicepresidente. Rimanendo in ambito continentale, a seguire i link ai due recenti seminari del Gruppo Europa di Md sui risvolti sociali della Carta dei diritti fondamentali. 
 
Infine, i temi legati alle carceri, con la presenza del presidente di Magistratura democratica Riccardo De Vito e Letizio Magliaro, componente del direttivo nazionale dell'associazione.
 
A seguire, riproponiamo i contenuti del "numero zero" di questa newsletter. Il diritto internazionale e la tutela dei diritti in assoluto, rappresentano il filo conduttore di due recenti seminari on-line, organizzati da Magistratura democratica, che hanno coinvolto l'associazione: dal dramma della cosiddetta “rotta balcanica” all'uso della violenza da parte delle forze dell'ordine, fino al tema della giustizia nel mondo del lavoro. Senza dimenticare i problemi interni alla magistratura, che inevitabilmente si riverberano sui diritti dei cittadini.
 
L'appuntamento con la newsletter MD, salvo eccezioni, è ogni martedì, alle ore 20.     
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   23 maggio: giornata di allerta
per l’Indipendenza della Giustizia  

 
di Mariarosaria Guglielmi
Segretaria generale di Magistratura democratica e vicepresidente di Medel
 

Ogni anno il 23 maggio, in memoria di Giovanni Falcone e di tutte le vittime della strage di Capaci, Medel celebra l’Alert Day sull'Indipendenza della Giustizia in Europa.
L’attenzione rivolta al ruolo della giurisdizione quale componente chiave dello Stato di diritto democratico ed attore del processo di integrazione costruito sulla promozione dei diritti e dei valori posti a fondamento dell’Unione europea, ha consentito a Medel (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés, associazione alla quale aderisce Md) di svolgere in questi anni una costante attività di sorveglianza democratica e di scorgere in anticipo, nei contesti nazionali, i mutamenti che preannunciavano l’avvio di pericolose involuzioni poi giunte a compimento.
 
LA DEMOLIZIONE DELLO STATO DI DIRITTO
Siamo stati testimoni dei tragici eventi del luglio 2016 in Turchia e di tutti i cambiamenti che hanno impresso una rapida accelerazione verso la deriva autoritaria con l’introduzione dello stato di emergenza, la deroga generalizzata e permanente alle garanzie per i diritti e le libertà fondamentali delle persone, gli arresti di massa di giornalisti, avvocati, magistrati, professori e funzionari pubblici, le destituzioni e le confische dei beni personali, i processi sommari conclusi con condanne durissime.
Dopo l’Ungheria, la Polonia si è rivelata il nuovo laboratorio all’interno dell’Unione per il processo di sistematica demolizione dello Stato di diritto, attuato con lo smantellamento di tutte le garanzie di indipendenza della magistratura e con riforme che, nel giro di tre anni, hanno portato all’assoggettamento dell’intero sistema giudiziario e del suo Consiglio di Giustizia al controllo dell’esecutivo. Ma ovunque, anche in Europa, si registrano situazioni di minaccia all’indipendenza dei sistemi giudiziari e di attacco allo stato di diritto.
 
A DIFESA DELLA DEMOCRAZIA
Per questo, anche quest’anno, ricordando i nomi di giudici e pubblici ministeri scomparsi che in Turchia hanno subito condanne e detenzione senza un giusto processo e l’impegno di tutti i magistrati che in Polonia sono sotto attacco per aver difeso l’indipendenza della Giustizia, Medel vuole riaffermare con forza la necessità di difendere questo valore: valore essenziale per la democrazia nella sua fuzione di tutela e di garanzia per le libertà e i diritti fondamentali delle persone.
 
In memoria di Giovanni Falcone. Qui il link al sito Medel:
https://medelnet.org/index.php/news/europe/738-23rd-of-may-alert-day-for-the-independence-of-justice-2021
 
 Il link al documento di Medel pubblicato su Twitter:
https://t.co/3Nssi63685       
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   La lunga marcia verso un'Europa sociale  

 
La Carta dei diritti fondamentali e dei diritti sociali è il titolo del webinar organizzato lo scorso 18 maggio dal Gruppo Europa di Magistratura democratica, anche per ricordare i venti anni dalla proclamazione della stessa. L'iniziativa è parte integrante di un ciclo di incontro costituito da convegni, seminari, conferenze di Università, centri di ricerca, fondazioni, reti associative, condivise in uno spazio on-line comune, che ha come punto di riferimento la Fondazione Lelio e Lisli Basso.
L'iniziativa si è svolta pochi giorni dal vertice di Porto, che ha riunito Stati membri, istituzioni europee, parti sociali, società civile. «La dichiarazione che ne è seguita – ha osservato Valeria Piccone (Consigliere della Corte di cassazione, esponente di Md Gruppo Europa) - è sembrata piuttosto tiepida: il Pilastro europeo dei diritti sociali in realtà si pone in termini più programmatici che attuativi. Comunque, stabilisce venti principi fondamentali che dovrebbero guidarci verso un'Europa sociale forte, equa, inclusiva e piena di opportunità nel ventunesimo secolo». Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione si è impegnata a intraprendere una serie di azioni concrete, con tre obiettivi principali da raggiungere entro il 2030: tasso di occupazione almeno al 78%, una partecipazione del 60% degli adulti a corsi di formazione ogni anno, la riduzione del numero di persone a rischio di esclusione sociale a meno di 15 milioni (con 5 milioni di bambini).
In un contesto traumatico così eclatante, nel quale si cerca di potenziare la politica sociale europea, «la Carta dei diritti fondamentali – secondo Valeria Piccone – si pone come lo strumento che ha trasportato la dimensione sociale al centro della sfera pubblica europea, riconoscendo i diritti sociali, in modo da poterli configurare come un indispensabile nucleo delle relative politiche. Tuttavia, è ancora poco conosciuta: una priorità è la formazione dei giudici per attuarla». A distanza di venti anni dalla promulgazione, «la Carta – ha affermato Piccone - rappresenta un punto di arrivo diritti umani e al tempo stesso di partenza, verso nuove esigenze di protezione. Pur avendo fatto molti passi in avanti, resta il problema nodale dell'attuazione attraverso il diritto europeo». 
Nel processo di attuazione della Carta dei diritti, «la fase in cui viviamo - ha osservato Giuseppe Bronzini (Presidente di sezione della Corte di Cassazione, e componente di Md Gruppo Europa) concludendo l'iniziativa - è quella in cui la Corte di Giustizia ha fornito materiali preziosi in materia di discriminazione, protezione familiare e personale, di protezione dei dati e orari di lavoro, con un salto di qualità delle politiche sociali. Assistiamo a una certa riflessività dell'Unione rispetto a limiti e conquiste della Corte di Giustizia. Tanto che le proposte della Commissione rappresentano una ricezione della giurisprudenza della stessa Corte».
 
Il link al documento, alla base del ciclo di conferenze:   https://www.fondazionebasso.it/2015/futuroeuropasociale/
 
Il link al webinar organizzato dal Gruppo Europa di Md:
[  https://6dn9q.r.ah.d.sendibm4.com/mk/cl/f/fNgazAxKeUN9kfkhU8kYAmbpO2eNsbm-5NV_wakd2eSrZzmL76hq7UUkSqkdS_N9ArVnNTqBdpOIx_hQQ5U3zf5H7e6smsHmP-UU4ZVlgTcmMzJK3oheXcL76lR4x6QT1GRll-xt16ABf37QvGV_IxhtzLalKXC-CMykLgulIQ ]( https://youtu.be/L30IHHWkTZM )

 
Link a un precedente webinar coordinato dalla Fondazione Basso: "Dalla Carta dei diritti fondamentali alla riforma democratica e sociale dell’Unione Europea":
 https://www.youtube.com/watch?v=cpqMn098YXM      
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La custodia e il limite di tre anni di pena   
La custodia cautelare in carcere e il contrasto interpretativo sul limite di pena a 3 anni (art. 275, comma 2 bis, c.p.p.): che succede quando la previsione fatta dal Gip è poi smentita dalla successiva sentenza? La misura decade oppure no? A queste domande di Riccardo Arena (nella rubrica Radio carcere di Radio Radicale) ha risposto Letizio Magliaro, componente dell'esecutivo di Md, Gip presso il Tribunale di Bologna. «Se il Gip si orienta per la necessità della custodia cautelare in carcere – ha affermato - deve verificare due condizioni. Una, che in base all'esito del dibattimento non sarà concessa la sospensione condizionale della pena; la seconda è la previsione che, all'esito del giudizio, non sarà erogata una pena superiore ai tre anni». Il senso della norma è chiaro: «Secondo il più recente orientamento della Cassazione – ha aggiunto Magliaro - il divieto di custodia in carcere sussiste non soltanto nel momento genetico di applicazione della misura, se si prevede una pena inferiore a tre anni, ma anche successivamente, se la pena in concreto inflitta sia inferiore a quel limite».
 
Il link:
https://6dn9q.r.ah.d.sendibm4.com/mk/cl/f/YJw3a4r7zB4GtKwMa3bH6nyAIYA0wEBmmzvwt52-UgmUVsZ1Tgl_7IGrYqE7Xoio-i1fNX-0l-_FIIJoOq8_BcUc2CtAJBNBXny3tWgqF1c2qxO_Z2tRN-K3ZPuwcBZ3NRS6NDIDuYf3Gt5YVEPSY-Xr_ePnVc8tB2u_OsC7thyJTH9K7kJ2K0rFGIOUuHk
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«La speranza nella fine della pena»  
L'ordinanza della Corte costituzionale su ergastolo ostativo e liberazione condizionale è il tema affrontato da Riccardo De Vito (presidente di Md, magistrato di sorveglianza al Tribunale di Sassari), ospite con Gianfranco De Gesu (Direzione ministeriale dei detenuti e del trattamento), e Rita Bernardini (Nessuno tocchi Caino) di Riccardo Arena nella rubrica Radio carcere, di Radio Radicale.

La decisione della Consulta, secondo Riccardo De Vito, «contiene affermazioni che segnano un giro di boa nella penalità penitenziaria: negano la compatibilità con la Costituzione della collaborazione quale unica possibilità strada a disposizione del condannato all'ergastolo per reati di contesto mafioso per accedere alla condizionale; mette nero su bianco che tale unica strada evidenzia una tensione con il principio costituzionale di rieducazione; stabilisce che è necessario che quella presunzione diventi almeno relativa e possa essere vinta da una prova contraria valutabile dal Tribunale di sorveglianza». A questo proposito c'è una espressione significativa della Corte costituzionale: «La questione mette in discussione la possibilità di sperare nella fine della pena». 
Su altre parti, tuttavia, la Corte si mostra arrendevole. Vengono in gioco i meccanismi apicali del contrasto alla criminalità, e quindi la parola viene restituita al legislatore. Come se - ha aggiunto De Vito - non si potesse già ora affidare al magistrato di sorveglianza il compito di bilanciare in concreto le esigenze di sicurezza e quelle rieducative».
 
Il link:
 https://6dn9q.r.ah.d.sendibm4.com/mk/cl/f/w1Nfd1Q41EV0rrLCkxIN-Vcm1_5eDFKLR7fGiXkExO_mrNMU1PtLOBZQ_GHeN4prU5wRLYLsRXZtAML7AfBwgDRkY1gUtnyGgAfgeeZAioZWipjNMZ2DitPvHPW1X_4ydOSZnB7wU3yWnIJ4FxIDwt03Dd11wnWFNNwT5ctqM2CrLd6XG6ZqUshhQLIcyyM
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Tavola della Pace: Md aderisce all'appello   

 
Magistratura democratica aderisce con convinzione all’appello della Tavola della pace.
Nel condannare tutte le violenze, sentiamo il bisogno di rivolgerci a tutte le istituzioni nazionali, europee e internazionali perché facciano prevalere le ragioni del diritto internazionale dei diritti umani e si adoperino con tutte le forze e i mezzi per porre fine al conflitto, innescato da una politica espansionistica senza freni - costellata di gravi violenze nella moschea di Al-Aqsa e provvedimenti di sfratto delle famiglie palestinesi da Gerusalemme Est - e da politiche segregazioniste indagate dalla Corte penale internazionale.
Come è scritto nell’appello, occorre riconoscere al popolo palestinese e ai suoi figli, che in questi momenti drammatici pagano un prezzo altissimo, gli stessi diritti che riconosciamo al popolo di Israele, come riconosciuto dalle risoluzioni delle Nazioni Unite.
È un tema al quale la comunità dei giuristi non può rimanere indifferente.     
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I motivi di un giudice specializzato per il lavoro  

 
di Rita Sanlorenzo
Sostituta Pg presso la Corte di Cassazione, vicedirettrice di Questione giustizia. Ha introdotto il seminario "Il nocchiere... in gran tempesta": il giudice e la giustizia del lavoro fra testo normativo e contesto culturale, organizzato da Magistratura democratica. Un suo articolo sull'argomento è stato pubblicato dal Domani.
 
«La storia del diritto del lavoro è la storia del suo processo, e della sua giurisprudenza. Sia per l’attività interpretativa svolta dai giudici del lavoro che ha via via riempito di contenuti le clausole generali utilizzate dal legislatore: sia per lo stretto parallelismo nella parabola di questi decenni. Alla fase espansiva dei diritti e delle garanzie che è seguita alla nostra Costituzione, fino al culmine dell’approvazione dello Statuto dei lavoratori, ha corrisposto la centrale importanza del ruolo interpretativo del giudice. Con la successiva curvatura, segnata dalla progressiva riduzione delle tutele, si è assistito alla crescente emarginazione del giudice, con l’introduzione di misure di deflazione e di automatismi valutativi, fino alla radicale eliminazione di suoi spazi di intervento» (...)
 
 Link all'articolo di Rita Sanlorenzo pubblicato dal Domani:
https://www.editorialedomani.it/giustizia/lorigine-del-processo-del-lavoro-come-strumento-effettivo-di-tutela-dei-diritti-jyewrwji
 
Link alla registrazione di Radio Radicale:
https://www.radioradicale.it/scheda/636765/il-nocchiere-in-gran-tempesta-il-giudice-e-la-giustizia-del-lavoro-fra-testo-normativote     
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La forza di Polizia in uno studio criminologico   

 
A vent'anni dei fatti del G8 di Genova, e a 40 dalla legge di smilitarizzazione della Polizia, un dibattito sulla violenza da parte delle forze dell'ordine è significativo. Come quello al quale è intervenuto Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica e magistrato di sorveglianza al Tribunale di Sassari. Ulteriore occasione, la presentazione del libro: La forza di Polizia. Uno studio criminologico sulla violenza, di Riccardo Cornelli. 
 
DAL WELFARE AL DECORO, COME CAMBIANO I PARAMETRI 
«Siamo nell'epoca in cui persino la cultura politica della Sinistra ha sostituito, per dirla con l'espressione di Baratta – ha affermato De Vito, nel corso dell'iniziativa – la sicurezza dei diritto con il diritto alla sicurezza. E abbiamo sostituto il welfare con il concetto di decoro, spostando i problemi nelle periferie delle città, e sostituendo la risposta politica e sociale ai conflitti con un policing urbano sempre più aggressivo e pervasivo nei confronti di chi è ai margini della società». Il problema secondo De Vito non è tanto condannare il singolo episodio, quanto definire il livello di violenza accettabile. «La Polizia – secondo De Vito - esercita la violenza ha una presunzione di legittimità. Ma cosa vuol dire riportare l'ordine? I limiti sono sempre mobili, l'uso della violenza è sempre un aspetto relativo, determinato da tanti fattori, a partire da quelli culturali e sociali.  Se con politiche inadeguate collochiamo ai margini intere categorie di persone, si crea la loro disumanizzazione e si alza la soglia della tollerabilità della violenza nei loro confronti. Allo stesso modo, se legittimo l'uso delle armi tanto più lo accetterò da parte delle forze di polizia, se concentriamo migranti in grandi centri di accoglienza aumentando le conflittualità e la percezione di perciolo, ecco che si alza la soglia di accettazione all'uso della forza».
 
LE NECESSARIE RISPOSTE DELLA POLITICA
Il magistrato, per De Vito «non deve avere un ruolo ancillare rispetto all'uso della forza di Polizia. La risposta al livello di conflitto è multilivello, e sta sopratutto nella politica, non in un presunto potere taumaturigo della magistratura. La Sinistra ha spostato alcuni argomenti di Destra, affrontando i problemi con la repressione i Daspo urbani e con il confinamento nelle periferie, ma così aumentiamo solo i conflitti tra poveri. Si stanno formando dinamiche che disumanizzano alcuni soggetti, alzando la soglia di accettabilità della violenza, moltiplicandola nella società. Il cuore del problema è come la democrazia può limitare la violenza, ad esempio aumentando l'accesso ai diritti».
 
Il link per rivedere il webinar organizzato dalla Casa della cultura di Milano:
https://www.youtube.com/watch?v=AoHTCQw_uvo&t=2523s}          [  ]( # )
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«Serve un tribunale dei soggetti vulnerabili»  

 
Il webinar  ("In mezzo al fango e alla neve: la rotta balcanica fuori e dentro i tribunali"), organizzato da Magistratura democratica, è servito (anche) a definire una necessità: la possibilità di creare un giudice "nuovo", che si muova lungo un incrocio di saperi. Oltre al codice occorrono tante competenze, da condensare in un Tribunale delle persone vulnerabili. Questo il concetto, espresso nella sintesi finale di Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica, riprendendo una proposta di Luca Minniti, giudice presso il Tribunale di Firenze, Sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione.
 
Intanto, nei Balcani si assiste a trattamenti disumani, degradanti, perfino a episodi di tortura oltre alle violazioni dei diritti testimoniati, nel corso dell'iniziativa, da chi vive quotidianamente, all'interno delle organizzazioni umanitarie, la vicenda.
 
Luca Minniti ha osservato: «Qui siamo ai confini dello stato di diritto, ai margini dei nostri strumenti scientifici dell'interpretazione delle norme. Ma è in casi come questo che che si conoscono esperienze diverse, che maturano fatti nuovi. Sui confini si consuma una violazione del diritto all'accesso al giudice. Per ostacolare l'esercizio del diritto di asilo il sistema Europa tenta di apprestare delle barriere. La sfida è trovare soluzioni alternative, ad esempio di assistenza sul confine, introducendo nuovi diritti come avvenne con lo Statuto dei lavoratori. La questione è su un piano culturale e giuridico-formale, con al centro le persone indifese. Da qui la necessità di un tribunale dei soggetti vulnerabili».
 
Il link per rivedere il seminario on-line "In mezzo al fango e alla neve: la rotta balcanica fuori e dentro i tribunali", nella registrazione di Radio Radicale:
https://www.radioradicale.it/scheda/632669/in-mezzo-al-fango-e-alla-neve-la-rotta-balcanica-fuori-e-dentro-i-tribunali          [  ]( # )
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La crisi della magistratura / 1
«Le correnti non sono gruppi di potere»   

Sintesi dell'intervento di Stefano Musolino, componente dell'esecutivo di Md e sostituto procuratore di Reggio Calabria, al webinar: “Per una giustizia liberare e democratica".
 
«C'è una narrazione mediatica viziata, che presuppone l’identificazione tra correnti e gruppi di potere interni alla magistratura. Ma non è così. Sono questi ultimi ad avere approfittato della debolezza di proposta politica dei primi, usando i gruppi associati per scopi particolari, funzionali ad alimentare clientele elettorali, fondate su potentati regionali. In questo senso, può ben dirsi come il metodo Palamara sia stato introiettato nei gruppi associati che hanno, così, smarrito il senso, posto a fondamento della loro esistenza. Ma questa necessità genetica è ancora attuale, nonostante gli errori del passato».
 
UN CLIMA DI DIFFIDENZA
«C'è stata una strumentalizzazione dei gruppi associati che ha incrociato le diffuse istanze personali, alimentate dall’ambizione di carriera, con gli interessi di potentati regionali a coltivare un loro elettorato clientelare. Ma, rotto questo nodo, le correnti rimangono indispensabili, per coltivare le differenti sensibilità valoriali e culturali che attraversano la magistratura e garantire un confronto tra i diversi modi di interpretare il ruolo nel lavoro quotidiano».
 
LE COMPONENTI, GARANZIA DEMOCRATICA
«Non può essere accettabile un Csm avaloriale, con l'abolizione di ogni rappresentanza delle diverse sensibilità che percorrono la magistratura. Il rispetto di queste ultime è garanzia della democraticità di un organo chiamato ad assumere scelte discrezionali, espressione di diversi approcci valoriali. L’esercizio della giurisdizione di ogni singolo magistrato, così come le scelte organizzative e di gestione del Csm non sono mai neutre. Così ad esempio, restando a vicende più prossime all’attualità, ci può essere  un pubblico ministero di “lotta” che sviluppa le indagini preliminari, con una speciale attenzione alle necessità di tutela dell’ordine pubblico, individuando nell’indagato un nemico da sconfiggere o un pubblico ministero di “garanzia” che svolge le indagini, percependo l’indagato come soggetto debole di cui è chiamato a tutelare i diritti. In queste differenti sensibilità culturale dei pubblici ministeri si rispecchiano alcune delle diversità valoriali che attraversano la magistratura». 
 
 Il link al webinar organizzato da Linkiesta:
http://www.radioradicale.it/scheda/632669/in-mezzo-al-fango-e-alla-neve-la-rotta-balcanica-fuori-e-dentro-i-tribunaliante
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La crisi della magistratura / 2
Cadute e attacco alla Giurisdizione   
di Mariarosaria Guglielmi
segretaria generale di Magistratura democratica
 
«La magistratura è chiamata oggi ad una riflessione seria e coraggiosa su se stessa per un rinnovamento etico e culturale, nel sistema di governo autonomo e nell’associazionismo giudiziario. Un percorso che deve confrontarsi con progetti volti a ridefinire in senso burocratico la fisionomia del Csm come organo di amministrazione e di governo del “personale”, e con l’attacco alla giurisdizione e ai suoi valori fondamentali, portato dai tentativi di riscrivere la storia della giustizia italiana con la chiave di lettura di una magistratura impegnata nella “lotta politica”» (...)
 
Sopra, il testo dell'introduzione di Mariarosaria Guglielmi al webinar di Magistratura democratica, dal titolo:  "Dalla crisi e dalle cadute nel governo della magistratura all’attacco alla Giurisdizione".
 
Il link all'intervento completo pubblicato da Questione giustizia:
https://www.questionegiustizia.it/articolo/dalla-crisi-e-dalle-cadute-nel-governo-della-magistratura-all-attacco-alla-giurisdizione
 
Il link all'intervento al webinar, registrato da Radio Radicale:
https://www.radioradicale.it/scheda/632076/dalla-crisi-e-dalle-cadute-nel-governo-della-magistratura-allattacco-alla        [  ]( # )       [  ]( # )       [  ]( # )       [  ]( # )
 

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