[Area] Perché NO al maggioritario per il CSM

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Ven 21 Gen 2022 19:47:37 CET


 

Messaggio lungo. Tasto CANC a portata di mano!

Edmondo Bruti Liberati

Perché NO ai sistemi maggioritari per il Csm 

Ogni sistema elettorale deve tener conto della specificità dell’elettorato e
dell’organo di cui si eleggono i componenti. I magistrati in servizio  sono
circa  9.500: un piccolo borgo, supera non di molto il numero di abitanti di
San Gimignano. 

Nei sistemi politici maggioritari può capitare che la maggioranza dei voti
espressi a livello nazionale dagli elettori non si traduca in maggioranza
dei seggi, ma l’evento non è frequente e la distanza tra i due dati non è
rilevante. Nel piccolo paese, suddiviso in piccoli collegi le distorsioni
possono essere rilevantissime. La legittimazione di un organo in cui la
totalità o quasi dei componenti sia espressa da una minoranza degli elettori
è soggetta a forti tensioni, come accadde per il Csm del 1972, nel quale un
gruppo che raccolse poco più del 40% dei voti si assicurò tutti i seggi, al
punto da indurre il Parlamento a mutare radicalmente, a larghissima
maggioranza, il sistema che aveva consentito quel risultato.

A seconda del numero, 16 o 20 dei componenti da eleggere in collegi
uninominali, ciascun collegio è formato tra 500 e 600 elettori, un quartiere
di un piccolo paese, ma le realtà sono molto diverse. A Milano città circa
500 magistrati lavorano nello stesso palazzo di giustizia. Nella intera
regione Umbria i magistrati sono 135.  A Milano il mitico “magistrato della
porta accanto” lavora ogni giorno nei diversi piani al civico 20123 Via
Freguglia 1. In altri collegi il vicino della porta a fianco si trova a
decine, talora a più di un centinaio di chilometri di distanza.

Il maggioritario uninominale “1 collegio= 1 eletto” non assicura, nella
maggioranza delle situazioni, la vicinanza eletto/elettore. Questa è
peraltro un valore ove l’eletto legittimamente sia portatore delle istanze
del territorio, ciò che avviene per le amministrazioni locali e anche per il
Parlamento, sia pure con il temperamento previsto dall’art. 67 Cost.” Ogni
membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni
senza vincolo di mandato”.

  Non lo è per il Csm, che deve svolgere il suo compito avendo di mira
l’organizzazione della giustizia a livello nazionale, rifuggendo anzi dalle
pressioni ed istanze localistiche. Ad assicurare il canale informativo e di
proposta delle realtà territoriali sono previsti ed operano i Consigli
Giudiziari presso ciascuna Corte di Appello.

Il “vicino della porta accanto” potrebbe essere piuttosto il collega che
opera nello stesso settore di specializzazione, in altri uffici e in altri
distretti, ma con il quale si è venuti in contatto nei seminari, nei
convegni e nello scambio quotidiano di opinioni, che a maggior ragione oggi
internet rende possibile superando ogni distanza fisica.

Il “vicino della porta accanto” potrebbe essere piuttosto, il collega del
quale condivido le opinioni sul sistema di giustizia e sulle riforme
necessarie, al quale magari mi accomuna l’adesione ad un  gruppo che opera
nell’associazionismo giudiziario.

Con il collegio unico nazionale posso scegliermi il “vicino della porta
accanto”. Il sistema proporzionale per liste concorrenti rispetta la mia
volontà di elettore di contribuire alla elezione dei colleghi con i quali
condivido le idee sulla giustizia, anche se la “porta accanto” è fisicamente
molto distante. Il candidato che abbia molti “colleghi della porta accanto”
declinata in questo modo, ha chances di essere eletto anche se opera in una
realtà territoriale in cui il suo gruppo di riferimento raccolga un consenso
limitato. 

E’vero che le dirigenze dei gruppi formano la lista dei candidati secondo le
regole interne, ma nessun apparato potrebbe praticare scelte di esclusione
in una lista ampia di 16 o 20 candidati e l’elettore, che possa esprimere un
numero limitato di preferenze, ha un’ampia possibilità di scelta.

La rigidità del meccanismo delle liste concorrenti, può essere poi attenuata
in diversi modi: Voto Singolo Trasferibile, panachage, vecchio sistema del
Senato.

Se i “pregi” fondamentali del maggioritario sono proprio quelli che per il
Csm si devono comunque evitare, occorrerebbe essere molto cauti nel
“giocare” con varie combinazioni incentrate sul maggioritario.  I “pregi”
che si attribuiscono ai sistemi maggioritari nelle elezioni politiche o
amministrative sono esattamente ciò che per il Csm si deve cercare di
evitare.

A sistemi che hanno insiti i rischi del notabilato, delle visioni
localistiche e delle pratiche di scambio (ineluttabili nel ballottaggio), si
contrappongono i sistemi che operando per la rappresentanza del pluralismo
di posizioni culturali e professionali, hanno in sé gli antidoti per quelle
derive. Si tratta allora di operare per valorizzare quegli antidoti.

Il pluralismo culturale e professionale caratterizza la magistratura, come
qualunque altro gruppo professionale. Nonostante le degenerazioni questo
pluralismo è insieme un valore positivo e una realtà che nessuna alchimia
elettorale può eliminare. Ovunque vi è una elezione libera si confrontano
diverse opinioni e si formano aggregazioni, nuove o preesistenti. 

 



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