[Area] R: Referendum giustizia.

Giuliana Tondina giuliana.tondina a giustizia.it
Lun 21 Feb 2022 19:48:54 CET


Mi inserisco, sommessamente, nel dibattito, per ricordare che l’udienza
preliminare nel rito minorile è il perno del sistema, funziona benissimo e
va assolutamente salvaguardata. Lo vorrei ricordare perché tutte le volte
che si pon mano al processo dei maggiori, che ha tutti i problemi che avete
posto in luce, e beneficerebbe delle soluzioni proposte, il legislatore si
dimentica che c’è anche un sistema minorile,  su cui ricadono con
conseguenze assai negative le improvvide riforme.

 

Giuliana Tondina

Procuratore minorenni Brescia

 

 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Lucia Vignale
Inviato: sabato 19 febbraio 2022 19:52
A: Umberto Gioele Monti; ed.brutiliberati a gmail.com; 'area'
Oggetto: Re: [Area] Referendum giustizia.

 

Sottoscrivo, per adesione,  la mail di Umberto Gioele Monti e, tuttavia,
devo ricordare che, con la delega al Governo per la riforma del processo
penale, il legislatore si è mosso "in direzione ostinata e contraria" (e
chiedo scusa a De André per la  citazione) rafforzando l'udienza preliminare
nella speranza, probabilmente vana, di aumentarne l'efficacia deflattiva e
introducendo un'udienza  predibattimentale, tenuta da un giudice diverso
rispetto a quello che seguirà il dibattimento, anche nel processo a
citazione diretta. A quanto pare, trent'anni non sono bastati a capire che
l'udienza preliminare non funziona. 

Sorge il sospetto che si "permettano il lusso" di parlare di separazione
delle carriere, perché il lusso di parlare dell'efficienza del processo
penale non se lo possono (o non se lo vogliono) permettere.

Lucia Vignale 

  _____  

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Umberto Gioele Monti
<umbertogioele.monti a giustizia.it>
Inviato: sabato 19 febbraio 2022 14:12
A: ed.brutiliberati a gmail.com; 'area'
Oggetto: Re: [Area] Referendum giustizia. 

 

ringrazio Edmondo per l'inoltro ...

 

Coppi da applausi scroscianti  ... e con spunti di riflessioni  a mio parere
importanti  anche per noi magistrati  e per le posizioni che abbiamo avuto e
che dovremmo avere 

 

a volte , specie da ultimo, timidezze  tra noi se non franche aperture sulla
separazione carriere .... secondo una sorta di "assuefazione" al tema
ossessivamente e strumentalmente ripetuto,  ( e senza prendere atto -come
ben rileva Coppi - che questo è l'ultimo dei problemi : "quando potremo
permetterci il lusso di discuterne vorrà dire che tutti i problemi della
giustizia sono stati risolti") senza percepire le implicazioni di fondo sul
piano delle garanzie costituzionali  dei principi di uguaglianza di ciascuno
davanti la legge e di tutela equanime dei diritti e anzi quasi in certi casi
"auspicando" o tollerando l'idea  di una discrezionalità della azione penale
per risolvere i problemi della giustizia (lasciando indifferente e sullo
sfondo  il passaggio successivo del controllo  politico della azione penale)
e in certi casi anche "disegnandone"  i presupposti (come la previsione dei
criteri per i criteri di priorità per le procure  o gli applausi per le
vaghe innovazioni come la  particolare tenuità del fatto che o sono
irrilevanti sul piano degli effetti deflattivi o anticipano una
discrezionalità  nell'esercizio della azione penale per la quale  occorre
poi una responsabilità politica; 

 

come per  i criteri di priorità: se si vuole che -pur tra mille priorità
definite espressamente tali dalla legge (codice rosso; 132 bis att. cpp ...)
o univocamente desumibili dal sistema ( pene edittali, presenza di misurte
cautelari ....) - le procure definiscano ulteriori specifici criteri di
priorità ex ante (e non ex post per governare situazioni di sofferenza o di
accumulo ingestibile di arretrato: e qui , e qui solo sono auspicabili e
necessari  criteri di priorità specifici stabiliti  per Ufficio Giudiziario)
, magari coordinandole a livello distrettuale con il
contributo/interlocuzione  della avvocatura, beh   a questo punto come
meravigliarsi  che i criteri di priorità vengano stabiliti a livello
politico e con una responsabilità politica ??  

 

E il prof Coppi  nell'ultimo passaggio  della sua intervista affronta un
tema da cui la magistratura si  è quasi sempre tenuta lontana:

 se lo "strumento"  funzionale al raggiungimento di uno scopo sostanziale
non funziona si dovrebbe pensare a cambiare lo strumento e ad adattarlo allo
scopo, non -paradossalmente il contrario.

Se il processo penale non funziona si dovrebbe seriamente pensare a
cambiarlo nei suoi snodi di fondo e non a cambiare i diritti sostanziali
adattandoli ed erodendoli  cercando di creare le condizioni per far
funzionare decentemente il processo.

E cos' in funzione del codice di procedura lento e farraginoso si sono
operate e si continuando a invocare depenalizzazioni (e temo siamo arrivati
al limite massimo ....) ,  si interviene sui profili dei reati  e sulla loro
procedibilità, si disegnano criteri di priorità e margini di irrilevanza  di
reati che pongono  evidenti piani inclinati verso al discrezionalità della
azione penale e della connessa dipendenza del PM dall'esecutivo,  si sono
fatti anche interventi sulla costituzione in funzione di questo codice di
procedura ...

 

Restando in silenzio sui suoi paradossi  e lungaggini prive di senso ma solo
in certi casi continuando a muoversi all'interno dei principi di base (che
andrebbero ridiscussi)  come per ulteriori implementazioni dei riti
alternativi (senza forse considerare bene gli equilibri tra vantaggi  sul
piano della speditezza e perdite di credibilità per decisioni differenziate
o contrastanti ..... e per la speditezza andrebbe ben valutato quanti siano
i procedimenti con più di un imputato e più di un reato che si concludono
integralmente con il medesimo rito alternativo o in cui invece non vi sia
disfunzionale frammentazione tra patteggiamenti, abbreviati e dibattimento )
o limitazioni per le impugnazioni;  

mentre la più banale idea di semplificare il dibattimento e renderlo meno
impermeabile a quanto acquisito in fase di indagini resta qualcosa di
lontanto .

 

E invece -con buon senso e efficace semplicità - il Prof  Coppi  scopre  lo
snodo più evidente  per contribuire a risolvere la lentezza .... non
ulteriori depenalizzazioni o ulteriori incentivazioni  dei riti alternativi,
non discrezionalità azione penale ....ma il ripensare l'udienza preliminare
e (soprattuto, dico io) il restituire al giudice la conoscenza degli atti
delle indagini preliminari !  

senza badare all'ottuso e paradossale  mito del "giudice ignorante"  come
momento di garanzia : " .. restituire al giudice la conoscenza degli atti
farebbe risparmiar tempo. Si potrebbe recuperare quacosa del vecchio codice.
non tutto quello che c'era è fascismo...."

 

applausi

 

umberto monti

 

 

  _____  

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di ed.brutiliberati a gmail.com
<ed.brutiliberati a gmail.com>
Inviato: sabato 19 febbraio 2022 13:03
A: 'area'
Oggetto: [Area] Referendum giustizia. 

 

 

 

 

Con un giorno di ritardo allego una intervista del prof. Avv. Franco Coppi
pubblicata su Corriere della sera ieri 18 febbraio 2022 con il titolo “Non
abrogherei la Severino e non separerei le funzioni. Csm decida il
parlamento”. Ieri nel corso di un interessante dibattito a Pavia ho appreso
che  Coppi non è iscritto alle Camere Penali. Forse la posizione degli
avvocati penalisti non è così monolitica come appare.

Edmondo Bruti Liberati

 


 
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