[Area] AreaDG - ULTIMO COMMA - Giustizia: prossimità o specializzazione?

Coordinamento AreaDG coordinamentoarea a gmail.com
Mar 11 Apr 2023 08:36:59 CEST


[image: unnamed.png]
Giustizia: prossimità o specializzazione?
Torna periodicamente la proposta di riaprire le piccole sedi giudiziarie.
Alcune obiezioni e controindicazioni.

Sempre più spesso provengono, da ambienti della attuale maggioranza
parlamentare, voci favorevoli alla riapertura dei “tribunalini”, chiusi
negli ultimi anni per razionalizzare la geografia giudiziaria.

L’Italia è il paese dei mille campanili ed una sede giudiziaria rende
lustro ad ogni città oltre a garantire l’avviamento del foro locale, bacino
elettorale non trascurabile. Ma non manca chi allega ragioni più nobili:
garantire una giustizia “di prossimità” e mantenere un presidio di legalità
anche in territori periferici e vittime della criminalità.

Si tratta di una legittima scelta politica che però deve essere fatta con
la consapevolezza delle conseguenze- soprattutto a risorse invariate-
sull’organizzazione degli uffici e sulla qualità della giurisdizione.

La questione non cambia sia se l’intento è quello di riaprire le sezioni
distaccate, articolazioni locali dei tribunali circondariali, sia se è
quello di riaprire i piccoli tribunali accorpati innanzi a quelli più
grandi (mentre forse ne andrebbero accorpati ancora di più).

Sul punto, il legislatore deve prendere una decisione: vuole una giustizia
di prossimità, ossia una pluralità di tribunali, anche piccoli e
piccolissimi, con sedi in tutta Italia, od una giustizia specializzata che
per forza di cosa presuppone tribunali medio grandi?

Nelle sezioni distaccate e nei piccoli tribunali soppressi, i giudici
trattavano le cause senza alcuna “specializzazione per materia”, come,
invece, tendenzialmente avviene nelle sedi centrali ed in quelle più
grandi. Per cui, si passava da un fascicolo in tema di infiltrazioni di
umidità sul soffitto ad uno su un contratto bancario milionario, con buona
pace della specializzazione che consente, come insegna l’esperienza,
migliore qualità nelle decisioni e maggiore celerità nelle definizioni.

La riapertura dei piccoli tribunali sarebbe in controtendenza rispetto a
tutte le ultime iniziative legislative. Il legislatore, da anni, insiste
per la specializzazione delle funzioni e per evitare giudici con ruoli
promiscui. L’Italia si è impegnata con il PNRR alla specializzazione dei
giudici fallimentari. I giudici del nuovo tribunale per la famiglia
dovranno essere specializzati. In materia di violenza di genere, le
convenzioni internazionali suggeriscono la specializzazione dei giudici.
Con un calcolo approssimativo, ciascun tribunale italiano dovrebbe avere
giudici a tempo pieno almeno per i settori del lavoro, della famiglia,
delle procedure concorsuali, del gip gup, per tacere delle altre
specializzazioni previste per i tribunali distrettuali. Perché si abbiano
tutti questi giudici specializzati ed insieme gli altri che trattano
“promiscuamente” anche tutte le altre materie, la pianta organica di
ciascun tribunale (e soprattutto la copertura effettiva) deve essere di
qualche decina di magistrati, molto superiore a quella delle sedi già
soppresse che si vorrebbero riaprire e molto superiore a quella di molti
tribunali che, tuttora operanti, hanno difficoltà a garantire la
specializzazione.

Vale la pena riaprire tanti uffici giudiziari a costo di rinunciare alla
specializzazione dei giudici che vi operano?

La copertura delle piccole sedi, che già era difficoltosa in passato,
sarebbe ancora più ardua con le scoperture di organico attuali e, del
resto, i giudici togati rifuggono le sezioni distaccate ancora esistenti di
Ischia, Lipari e Portoferraio (sopravvissute per la loro competenza
insulare) come testimonia il lungo ed intricato contenzioso tabellare sulla
individuazione del giudice napoletano da destinare ad Ischia.

Ed ancora, gli uffici piccoli, appunto perché con una minore dotazioni di
magistrati sopportano molto peggio le vacanze di organico od i congedi
parentali che fisiologicamente riguardano le sedi di prima destinazione:
una cosa, è “spalmare” il turno od il ruolo dei magistrati in congedo su un
organico complessivo di trenta magistrati, cosa assai più ardua è farlo su
un organico di dieci.

Vale la pena riaprire tanti uffici giudiziari senza avere la certezza di
disporre di un numero sufficiente di magistrati per coprirne le piante
organiche?

Infine, la moltiplicazione degli uffici, porterebbe anche alla
moltiplicazione dei dirigenti giudiziari. Spesso è più difficile dirigere
un ufficio piccolo, magari senza dirigente amministrativo, rispetto ad un
ufficio grande. Esistono tutte queste risorse od i magistrati più
attrezzati ed esperti preferiranno le sedi metropolitane? L’esperienza
consiliare ci ha consegnato ipotesi di piccoli uffici con un solo aspirante
per i ruoli semi direttivi o direttivi, spesso con un’anzianità minima ed
un’attitudine dirigenziale mai sperimentata prima.

Vale la pena riaprire tanti uffici giudiziari senza avere dirigenti
all’altezza di guidarli?

Ma torniamo alle ragioni a favore della riapertura dei piccoli uffici
giudiziari.

Il primo è l’esigenza di garantire una “giustizia di prossimità” ossia
fisicamente vicina ai cittadini.

Ma tale argomento varrebbe per i luoghi dove, per mancanza di investimenti
o per la difficile morfologia, la mobilità è più difficile mentre non
mancano casi clamorosi di uffici giudiziari tuttora operanti, a poche
decine di chilometri l’uno dall’altro, collegati con autostrade o strade
statali o linee ferroviarie, ciascuno con serie scoperture di organico, che
se gli uffici fossero tutti assorbiti in un’unica sede, sarebbero meglio
gestite.

La “giustizia di prossimità” va coniugata con la rivoluzione tecnologica
per la quale sempre più cittadini fanno acquisti, consumano prodotti
culturali, lavorano, interloquiscono con la pubblica amministrazione “da
remoto”.

Il processo civile telematico, con tutti i limiti di assistenza e di
periodico assestamento, già ora salva gli avvocati dai pellegrinaggi da
tribunale in tribunale, per gli adempimenti di cancelleria o la
partecipazione alle udienze.

Ed allora, più che il campanile, devono essere tutelati i cittadini
portatori di fragilità che devono avere il giudice che li tutela il più
possibile “vicino casa”. A tale fine, però, non serve un intero tribunale
ma, come già sperimentato felicemente, che la singola “prestazione di
giustizia” venga periodicamente svolta in una sede decentrata dove, magari
con l’aiuto degli enti locali, si concentrano, in quella occasione, tutti
gli affari dello stesso tipo e della stessa zona.

L’altro argomento usato è il carattere simbolico degli uffici giudiziari,
presidio di legalità e di presenza dello Stato. E’ un argomento suggestivo,
soprattutto nelle terre più martoriate dalla criminalità organizzata. Ma
anche qui: siamo sicuri che un piccolo ufficio, sguarnito di magistrati e
di personale amministrativo, con un turn over elevatissimo tale che la
parte processuale conosce, ogni anno, un nuovo giudice per la stessa causa,
ospitato in una sede inadeguata o fatiscente, possa essere un buon modo per
dimostrare ai cittadini che lo Stato non li abbandona?

*Giovanni Ciccio Zaccaro*
*giudice Tribunale Bari*



*https://www.areadg.it/ultimo-comma/giustizia-prossimita-o-specializzazione
<https://www.areadg.it/ultimo-comma/giustizia-prossimita-o-specializzazione>*
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20230411/2f86fead/attachment-0001.html>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato non testuale è stato rimosso....
Nome:        unnamed.png
Tipo:        image/png
Dimensione:  33536 bytes
Descrizione: non disponibile
URL:         <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20230411/2f86fead/attachment-0001.png>


Maggiori informazioni sulla lista Area