[Area] AreaDG _ ULTIMO COMMA - I giudici di Milano e l’orso JJ4

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Mer 19 Apr 2023 12:44:44 CEST


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I giudici di Milano e l’orso JJ4
*https://www.areadg.it/ultimo-comma/i-giudici-di-milano-e-l-orso-jj4
<https://www.areadg.it/ultimo-comma/i-giudici-di-milano-e-l-orso-jj4> *

Succede una disgrazia in montagna: un orso sbrana un giovane atleta che
stava correndo per i boschi. Un incidente che può capitare, nel tentativo
di trovare un punto di equilibrio fra antropizzazione e tutela della
natura, soprattutto se l’amministrazione non vigila sull’eccessivo
proliferare dei plantigradi e sulla troppa confidenza che hanno ripreso con
gli esseri umani.

Ed allora cosa si fa? si discute di vita in montagna, di monitoraggio
elettronico degli animali più pericolosi, del tema secolare del rapporto
fra uomo e bestie feroci?

No!

Si scatena la caccia all’orso perché l’opinione pubblica abbia un nemico
contro cui concentrarsi e si distragga dai temi sul cui sfondo si è
consumata la tragedia.

Succede un casino a Milano: un giovane russo, figlio di oligarca, in attesa
di estradizione negli Stati Uniti, che più volte hanno sollecitato il
Ministro italiano ad una più severa vigilanza, evade dagli arresti
domiciliari ove era collocato dai giudici milanesi, pure con il controllo
diuturno del braccialetti elettronico, che pare però fosse avariato.

Un incidente che capita ogni giorno, nei tribunali italiani, nel tentativo
di trovare un punto di equilibrio fra esigenze preventive e tutela della
liberta’ personale, soprattutto se non funzionano i sistemi di controllo,
anche elettronico, che la amministrazione dello Stato (e non i giudici)
apprestano. Ogni giorno accettiamo il rischio della fuga di un imputato
dagli arresti domiciliari perché la custodia in carcere è la extrema ratio.
Tema, fra l’altro, carissimo a tutti noi e, fra tutti, all’attuale
Guardiasigilli che più volte ha annunciato misure che limitano la custodia
carceraria. Meno caro ai suoi colleghi di maggioranza, visto che è pure di
questi giorni la notizia di una iniziativa legislativa per aumentare i
massimi di pena per i piccolissimi spacciatori affinché possano andare,
ancora prima della condanna, in carcere (… c’è posto per tutti, diremmo se
la questione carceraria non fosse una delle tragedie nazionali).

Ed allora che si fa? Si discute di custodia cautelare e presunzione di
innocenza? si pensano e costruiscono luoghi, diversi dal carcere, dove
trattenere, in attesa del giudizio, chi possa reiterare il delitto, possa
fuggire o possa inquinare le prove? si indaga per colpa di chi e perché il
controllo, anche elettronico, del giovane russo non ha funzionato?

No!

Si scatena la caccia ai giudici milanesi che non hanno chiuso in carcere il
giovane russo lasciandolo ai domiciliari, perché l’opinione pubblica abbia
un nemico contro cui concentrarsi e si distragga dai temi sul cui sfondo si
è consumato l’incidente.

Si esercita un’azione disciplinare perché i giudici milanesi non hanno
valutato con ponderazione gli elementi che l’amministrazione americana
aveva girato a quella italiana e che – se fossero stati valutati
diversamente –  avrebbero imposto il carcere per il giovane russo.

Un’azione disciplinare non perché i giudici sono stati gravemente
negligenti o perché hanno adottato un atto abnorme ma perché hanno dato una
interpretazione dei fatti, fra le diverse possibili, che ha consentito di
lasciare l’estradando ai domiciliari ed a costui di evadere. Un’azione
disciplinare che entra palesemente nel merito di una decisone giudiziaria.

Insomma, in un solo colpo, si abdica al principio di separazione dei
poteri, al principio della presunzione di non colpevolezza ed al principio
del carcere come extrema ratio e pare pure si trascuri la norma che recita
“l'attività di interpretazione di norme di diritto e quella di valutazione
del fatto e delle prove non danno luogo a responsabilità disciplinare”.

Non è l’epoca per riflettere, per capire e spiegare che problemi complessi
necessitano di soluzioni complesse, per valutare tutti i valori in gioco e
per ammettere che un incidente è sempre possibile.

È solo l’epoca per offrire un colpevole, chiunque sia, meglio se il più
indifeso, all’opinione pubblica.

*Giovanni Zaccaro*
*Giudice Tribunale Bari*
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