[Area] Comunicato dell'Esecutivo di Magistratura democratica - Chi parla per noi?
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Ven 28 Apr 2023 12:23:50 CEST
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_Chi parla per noi?_
Lo scorso 19 aprile si è tenuta, nell'Aula Magna del Palazzo di
giustizia di Milano, una partecipatissima assemblea dell'A.N.M. locale,
nella quale molte magistrate e magistrati e milanesi, e gli stessi
dirigenti dei principali uffici giudiziari del distretto, hanno espresso
seria preoccupazione per l'iniziativa disciplinare avviata dal Ministro
della giustizia nei confronti di tre giudici della Corte d'Appello di
Milano nel noto caso Uss.
Tutti, dirigenti compresi, hanno approvato all'unanimità un documento
nel quale si sottolinea a chiare lettere come l'iniziativa del Ministro
costituisca un inedito, e quanto mai pericoloso, uso strumentale
dell'iniziativa disciplinare per intaccare le prerogative di autonomia e
di indipendenza della magistratura, affermando un inammissibile
sindacato politico su provvedimenti giudiziari fisiologici e motivati,
la cui eventuale impugnazione e correzione è, e deve restare, interna
alla giurisdizione e sottratta al potere politico, vieppiù in casi in
cui il Ministero è parte del procedimento e ben può ivi fare sentire la
sua voce.
La presenza ieri, 27 aprile, nella stessa Aula Magna, del Ministro
della Giustizia nel corso di un evento dedicato all'auspicabile prossima
istituzione a Milano della terza sede del Tribunale unificato dei
brevetti, rappresentava una giusta e doverosa occasione di
puntualizzazione di quanto accaduto e di riaffermazione, da parte della
magistratura milanese, della sua dirigenza e della sua rappresentanza
associativa, delle ragioni di preoccupazione e di protesta nei confronti
di quell'iniziativa disciplinare, così convintamente espresse pochi
giorni prima, visto che è stato lo stesso Ministro ad affrontare la
questione in quella sede.
Senza nulla togliere all'importanza dell'evento, la presenza del
Ministro non poteva e non doveva essere esautorata dal peso della
rappresentanza politica di quella pericolosa iniziativa disciplinare,
soprattutto alla luce del fatto che, nella settimana intercorsa tra
l'assemblea del 19 aprile e l'evento di ieri, il Ministro ha ribadito in
diverse sedi, istituzionali e mediatiche, la propria convinzione in
merito, senza muovere alcun passo indietro e anzi assumendo a tratti, in
particolare nel corso della relazione al Parlamento, un atteggiamento
persino irridente nei confronti dei giudici attinti dall'iniziativa
disciplinare in questione.
Le immagini dell'evento di ieri e le dichiarazioni fatte dallo stesso
Ministro, e da alcuni dirigenti, vogliono invece restituirci il quadro
di una quasi esibita ed eccessiva cordialità, spinta oltre i protocolli
di visita istituzionale, per accompagnare una narrazione di composizione
e di rassicurazione che, crediamo, non corrisponde alla realtà percepita
dall'intera Magistratura.
Non possiamo "sentirci rassicurati" dalle generiche petizioni di
principio del Ministro sul rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza
della magistratura, quando l'azione politica si muove in senso
contrario: nessun ripensamento, e anzi convinta insistenza, sul
procedimento disciplinare e, negli stessi giorni, l'annuncio di un nuovo
disegno di legge che vuole perseguire l'esiziale progetto di separare le
carriere di giudici e pubblici ministeri, colpendo il cuore della nostra
cultura giurisdizionale e del sistema di equilibri costituzionali, per
inseguire il disegno, fortemente voluto anche da una parte
dell'avvocatura associata, di politicizzazione (e di un conseguente
maggiore controllo) della magistratura requirente.
Di fronte a tutto questo la domanda che viene spontanea è _chi parla per
noi? _I dirigenti di uffici di eccellenza come quelli milanesi
(rispetto, peraltro, alle poche risorse riversate sul resto degli
uffici giudiziari italiani) o la voce corale ‒ ma forse ingenua a
questo punto? ‒ di un popolo di magistrate e di magistrati che,
attraverso la sua associazione, non guarda al colore del Ministro o alla
sua provenienza dalle nostre stesse file per denunciare pericolose
derive verso una Magistratura sempre più condizionata dalla politica e
quindi verso una cittadinanza sempre meno garantita e libera?
L'abbassamento della voce spesso costituisce un segnale di un malessere
più occulto e grave; non lasciamola cadere nel vuoto e torniamo a farla
sentire.
_L'esecutivo di Magistratura democratica_
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