[Area] AreaDG - ULTIMO COMMA - Da avvocato ad addetto UPP: cambia-menti nel mondo della giustizia

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Mar 9 Maggio 2023 09:37:19 CEST


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L’esperienza di addetto all’ufficio del processo consente una diversa
prospettiva sulla magistratura e sul funzionamento della giurisdizione a
chi aveva prima svolto la professione di avvocato e suggerisce la necessità
di una permanente e benefica alleanza fra tutti i protagonisti del processo.
Da avvocato ad addetto UPP: cambia-menti nel mondo della giustizia

Da avvocato civilista ritenevo, forse ingenuamente, che il superamento del
concorso in magistratura rappresentasse, oltre che il raggiungimento di un
traguardo professionale di eccezionale caratura, anche la porta di accesso
per lo svolgimento di una attività, quella giurisdizionale, che immaginavo
essere sì impegnativa ma comunque priva di tutte quelle criticità proprie
della professione forense.

Già dopo i primi mesi di lavoro quale addetta all’ufficio per il processo,
assegnata al settore civile, tuttavia, tale convinzione è venuta meno,
essendosi sin da subito palesate le molte difficoltà che l’esercizio della
funzione giurisdizionale comporta.

Tra queste, vengono sicuramente ad essere poco percepite dall’avvocatura
sia la gravosità del “carico di ruolo”, sia l’indifferibilità delle molte
scadenze che mensilmente gravano sui singoli magistrati del settore civile
(quantomeno in un Tribunale di medie dimensioni) tra trattazione delle
cause, scioglimento delle riserve, gestione delle istanze ed emissione di
provvedimenti definitivi, costringendo, gli stessi, a ritmi di lavoro
serratissimi. Il carattere incessante dell’attività giurisdizionale (di
gran lunga superiore a quanto potessi immaginare da avvocato) si è
delineato, tuttavia, nella sua reale portata soltanto all’esito del primo
semestre da addetto UPP con la disamina dei dati emergenti dalle
statistiche ministeriali, le quali, purtroppo non vengono adeguatamente
condivise, a mio avviso, con gli Ordini Forensi di riferimento.

Da addetto all’ufficio del processo, difatti, avendo avuto accesso a tali
dati, ho compreso non solo la soverchiante mole di lavoro che viene
settimanalmente riversata sui singoli magistrati, ma ho anche capito che
gli attuali tempi del processo non sono frutto dell’indolenza dei giudici
assegnatari (come erroneamente ritenevo), ma necessitate da una serie di
elementi estranei alla volontà dei magistrati, i quali, in realtà, sono
essi stessi portatori di un interesse alla tempestiva definizione del
fascicolo onde rispettare i termini di deposito previsti ex lege ed
allineare la loro performance agli obiettivi fissati a livello ministeriale.

Condividere con l’avvocatura tali informazioni consentirebbe all’utenza,
professionale e non, di comprendere e forse accettare tempistiche
giudiziarie, che in assenza di tali elementi, io stessa, per anni, ho
ritenuto oltre modo dilatate ed incomprensibili.

Un ulteriore profilo rispetto al quale la mia percezione è mutata attiene
ai rapporti tra la figura del magistrato, la struttura organizzativa
dell’Ufficio ed il personale amministrativo.

Da legale, difatti, non avevo consapevolezza di quanto strettamente il
lavoro del magistrato fosse correlato al lavoro compiuto dal personale di
cancelleria.

Al riguardo, premesso che i Palazzi di Giustizia sono popolati da personale
che quotidianamente fa il proprio massimo per “mandare avanti” la macchina
giustizia, l’avvocatura è eccessivamente ignara di quanto i cambiamenti che
negli ultimi anni hanno interessato il procedimento civile abbiano
investito anche il ruolo del cancelliere, trasformandolo da mero recettore
materiale dell’atto cartaceo a soggetto che gioca un ruolo attivo nel
P.C.T. A fronte di ciò, tuttavia, il personale amministrativo, pur
volenteroso, risulta spesso privo di una formazione specifica (sia
giuridica che informatica), e solo osservando l’incidenza che l’attività
della cancelleria può produrre sull’attività giurisdizionale - soprattutto
in riferimento ad attività compiute fuori udienza, quali ad esempio il
vaglio delle istanze - ho compreso quanto spesso in passato avessi
criticamente imputato alla magistratura la mancata disamina di questioni
delle quali, come ho capito solo nel ruolo di addetto all’ufficio per il
processo, il magistrato, spesso, non ha contezza sino al giorno
dell’udienza (perché magari non ritenute istanze da parte della cancelleria
o non messe in visione al giudice).

Anche in tal caso, una maggiore consapevolezza da parte dell’avvocatura dei
molti limiti cui la funzione giurisdizionale è chiamata a far fronte,
potrebbe determinare un circuito virtuoso nell’utilizzo degli strumenti
informatici, così da ridurre e semplificare l’attività “interpretativa”
della cancelleria e conseguentemente agevolare il lavoro della
magistratura, ad evidente beneficio delle parti processuali.

Di converso ciò che non è cambiato nel corso di questa esperienza da
addetto all’ufficio per il processo, è la consapevolezza, che già mi era
propria da avvocato, che in assenza di una massiccia opera di reclutamento
tra i ranghi della magistratura e del comparto giustizia *lato sensu*,
oltre che di un investimento nella formazione del personale amministrativo,
gli interventi normativi di carattere acceleratorio rispetto alla durata
dei processi, susseguitisi nel corso degli anni, difficilmente
raggiungeranno gli annunciati obiettivi di efficienza ed efficacia. Ciò non
di meno, avendo personalmente esercitato la professione forense ed avendo
avuto l’opportunità di osservare molto da vicino l’attività della
magistratura, non posso non osservare quanto queste due professioni
risultino al contempo così vicine ma così lontane; difatti, se la prima è
troppo spesso solita abbracciare lo stereotipo del Giudice lento ed
arrogante, la seconda sembra quasi rassegnata alle inefficienze del
sistema, ed incapace di far comprendere all’esterno, a cominciare da chi
gli è seduto davanti in aula, le innumerevoli criticità del proprio lavoro,
rinunciando così ad un prezioso lavoro sinergico che potrebbe, forse,
assicurare una più efficace risposta all’esigenza di giustizia dell’utenza.

*Flavia Iacovella*
*Addetto UPP Tribunale Latina*
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