[Area] La scelta dei commissari di concorso: il Csm torni ad assumerne la responsabilità

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Mar 30 Maggio 2023 13:12:00 CEST



La scelta dei commissari di concorso: il Csm torni ad assumerne la 
responsabilità

Esiste uno stretto legame tra autonomia, indipendenza e meccanismi di 
selezione di coloro che saranno chiamati a svolgere funzioni 
giurisdizionali.

Di ciò era ben consapevole il Costituente, che ha riservato 
esclusivamente al Consiglio superiore della magistratura i provvedimenti 
in materia di "assunzioni dei magistrati" (art. 105 Cost.), associandovi 
la regola costituzionale del reclutamento dei magistrati ordinari 
soltanto tramite concorso (art. 106 Cost.).

Nel nostro modello costituzionale, ispirato al principio di legalità, la 
legittimazione democratica all'esercizio della giurisdizione risiede, 
infatti, nell'imparzialità e nell'indipendenza, rafforzate e garantite 
proprio tramite un meccanismo concorsuale basato unicamente sulla 
verifica, in capo ai candidati, del possesso di determinate conoscenze 
tecniche e di capacità di ragionamento critico.

Il concorso per l'accesso alla magistratura ordinaria, assistito dalla 
garanzia dell'anonimato dei candidati e affrancato da qualunque filtro 
politico sulle loro qualità personali, corrisponde a una forma di 
selezione affidata non certo al caso o alla sorte, bensì alla verifica 
del possesso di determinate capacità di ragionamento e di specifiche 
competenze, peraltro non secondarie, dato che un insieme non semplice di 
conoscenze tecniche si richiede, oggi, per soddisfare 
quell'irrinunciabile garanzia di controllo sui provvedimenti giudiziari 
che è la motivazione.

Eppure, proprio alla mera sorte e alla pura casualità il Consiglio 
superiore della magistratura ha deciso di affidare i meccanismi di 
individuazione dei componenti delle commissioni esaminatrici, negli 
ultimi tre concorsi banditi con DD.MM. 29.10.2019, 1.12.2021 e 
18.10.2022.

Lo strumento selettivo del sorteggio, di per sé, non è certo sconosciuto 
alle istituzioni giudiziarie, come dimostrano i casi della designazione 
dei giudici popolari delle Corti di assise, dei componenti del Tribunale 
dei Ministri ovvero dei giudici popolari integranti il collegio della 
Corte costituzionale nei giudizi di accusa contro il Presidente della 
Repubblica.

Ma le ragioni che presiedono al suo impiego sono, tipicamente, estranee 
agli ambiti di esercizio del potere discrezionale, essendo piuttosto 
legate all'esigenza di garantire l'imparzialità dei selezionati.

Tale esigenza, tuttavia, non presiede alla designazione dei componenti 
di una commissione di concorso per l'accesso alla magistratura 
ordinaria, ove la principale necessità risiede invece nella selezione di 
una commissione esaminatrice autorevole e di alto profilo, pienamente 
legittimata, così, a svolgere l'alto e delicato compito che ad essa 
soltanto spetta, ossia di scegliere coloro che saranno chiamati a 
svolgere funzioni giurisdizionali.

Per questo crediamo che il ricorso al sorteggio, per il Consiglio 
superiore della magistratura, rappresenti uno strumento per sfuggire 
alla responsabilità, sullo stesso gravante, di operare scelte motivate, 
trasparenti e coerenti con gli scopi costituzionali che ne orientano 
l'azione, oltre che un modo per svilire un passaggio davvero cruciale 
nella "assunzione dei magistrati", qual è quello della designazione dei 
componenti le commissioni esaminatrici.

D'altra parte, l'avere affidato a un "tiro di dadi" la selezione dei 
commissari di concorso per l'accesso alla magistratura ordinaria non 
sembra avere portato alcun miglioramento, in termini di qualità ed 
efficienza, alla complessiva azione amministrativa, come dimostrano i 
dati relativi alle ultime procedure concorsuali, in cui le cronache 
hanno segnalato plurime problematiche connesse alla gestione delle prove 
scritte.

Consegnare alla sorte l'individuazione dei componenti delle commissioni 
esaminatrici non ci sembra, in definitiva, la strada migliore per 
assicurare a queste ultime quella composizione autorevole e di alto 
profilo, indispensabile per garantire un accesso parimenti autorevole 
alle funzioni giurisdizionali e in grado di rafforzare, per tale via, 
l'indipendenza stessa dell'istituzione giudiziaria e la sua complessiva 
credibilità di fronte alla cittadinanza.

È tempo, dunque, che il Csm prenda atto del fallimento del sorteggio 
quale metodo di selezione dei commissari per il concorso e torni ad 
assumersi, in questa materia, la responsabilità di scelte discrezionali, 
trasparenti e rendicontabili.

_Roma, 30 maggio 2023._

_L'Esecutivo di Magistratura democratica_

Leggi sul sito di Magistratura democratica [1]

Links:
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