[Area] Lo stato dei figli: una questione di diritti fondamentali
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Mer 21 Giu 2023 15:46:09 CEST
Lo stato dei figli: una questione di diritti fondamentali
L'iniziativa della Procura della Repubblica di Padova di impugnare - con
il procedimento di rettificazione previsto dall'articolo 95 del d.P.R.
n. 396 del 2000 - gli atti di nascita di 33 bambini di coppie composte
da due mamme, registrati dal Comune a partire dal 2017, pone degli
interrogativi enormi con i quali, in quanto giuriste e giuristi,
dobbiamo confrontarci.
Siamo perfettamente consapevoli che il procedimento è in fase iniziale e
che, per capire meglio le ragioni e le argomentazioni della Procura,
occorrerà attendere le udienze fissate dal Tribunale e le conseguenti
decisioni, ma non possiamo, oggi, non pensare alla sofferenza e alla
paura che hanno trafitto in queste ore la serenità di quelle famiglie,
di quelle mamme e di quei bambini.
Come associazione di magistrate e magistrati convintamente impegnati
nella diffusione della cultura dei diritti umani e delle libertà
fondamentali, seguiremo con attenzione lo sviluppo di questa e di altre
vicende analoghe che si stanno susseguendo negli ultimi mesi nel nostro
panorama politico e giudiziario.
Ma vogliamo subito ricordare, per il ruolo che ogni giorno esercitiamo
incidendo concretamente sulle vite degli altri, che la funzione del
diritto non è quella di ostacolare ma quella di proteggere i legami
familiari che si fondano sull'affetto, sull'amore e sulla cura
reciproca; che, sotto lo scudo dell'articolo 2 della nostra Costituzione
nessuna autorità politica, amministrativa o giudiziaria può impedire a
una famiglia che si fondi su questi legami di essere tale: una famiglia,
senza distinzioni di genere, di orientamento sessuale e di altre
condizioni personali che possano renderla "meno famiglia" delle altre.
E, ancora, che l'apertura al diritto sovranazionale e il recepimento dei
principi introdotti dalle convenzioni internazionali cui il nostro
Paese ha prestato adesione determina un'interpretazione del concetto di
ordine pubblico, interno e internazionale, caratterizzata da un sempre
più marcato riferimento ai valori giuridici condivisi dalla comunità
internazionale e alla tutela dei diritti fondamentali, al quale fa
inevitabilmente riscontro un affievolimento dell'attenzione verso quei
profili della disciplina interna che, pur previsti da norme imperative,
non rispondono ai predetti canoni comunitari ed europeisti.
La giurisprudenza della Corte E.D.U. (casi Mennesson c. Francia, ricorso
n. 65192/11; Labassee c. Francia, n. 65941/11; D. c. Francia, ricorso n.
11288/18 e, da ultimo, D.B e altri c. Svizzera, ricorsi nn. 58817/15 e
58252/15) è costante nell'affermare che il mancato riconoscimento delle
sentenze e la mancata trascrizione dei certificati di nascita che
accertano in capo al minore lo stato di filiazione da entrambi i
genitori, biologico e intenzionale, costituiscono un'interferenza nella
vita privata e sono contrari al superiore interesse del minore.
La stessa Corte costituzionale, con le sentenze n. 32 e n. 33 del 2021,
ha pienamente riconosciuto il progetto genitoriale scaturito dalla
relazione omoaffettiva, censurando esplicitamente la situazione di
ingiustificata discriminazione dei figli minori delle coppie
omoaffettive che si verifica nel nostro ordinamento interno, con
particolare riguardo alla denegata tutela del diritto del minore
all'inserimento e alla stabile permanenza nel proprio nucleo familiare e
del diritto alla propria identità.
Anche la Corte di cassazione ha stabilito, con la sentenza n. 23319 del
23 agosto 2021, che non può essere ritenuto contrario all'ordine
pubblico il riconoscimento di un rapporto di filiazione in assenza di un
legame biologico, quando la madre intenzionale abbia comunque prestato
il consenso all'impiego da parte della partner di tecniche di
procreazione medicalmente assistita, anche se tali tecniche non sono
consentite nel nostro ordinamento.
La giurisprudenza di merito, la più vicina ai casi concreti e ai corpi
delle persone che dietro a quei casi vivono, ha ritenuto, anche con
decisioni molto recenti, che nel bilanciamento tra l'interesse pubblico
a rimuovere lo stato di filiazione e l'interesse del figlio alla
conservazione dei quello stato, prevale in concreto quello del figlio
alla certezza dello stato, in quanto la stabilità del rapporto
garantisce tutela a un suo interesse fondamentale, ravvisabile nella
necessità di mantenere l'identità personale acquisita quale figlio degli
adulti che, pur privi di legami genetici, lo abbiano accudito, mantenuto
e educato, e siano stati riconosciuti dalla collettività come suoi
genitori; conseguentemente, l'azione di rettificazione di cui
all'articolo 95 del d.P.R. 396 del 2000 non dovrebbe essere proposta con
l'unico fine di risolvere una "questione di stato" ottenendo la
rimozione di uno _status_ già acquisito dal minore attraverso
l'annotazione sul proprio atto di nascita del relativo riconoscimento.
Questo nostro intervento vuole essere un contributo al dibattito su
questi nuovi diritti che, espandendosi, creano conflitti che interrogano
la coscienza giuridica e personale di tutti coloro che hanno a cuore la
protezione delle persone più vulnerabili.
Riteniamo che la Costituzione riconosca l'indipendenza della
magistratura quale presidio di legalità e di giustizia di fronte a ogni
forma di invasione, privata e pubblica, nella sfera dell'_habeas corpus_
di ciascuna e di ciascuno di noi.
_L'Esecutivo di Magistratura democratica_
Leggi il comunicato sul sito di Magistratura democratica [1]
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[1] https://bit.ly/md_figlipadova
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