[Area] Magistratura democratica sente di dover esprimere solidarietà e sostegno a Iolanda Apostolico

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Dom 8 Ott 2023 10:09:10 CEST



Magistratura democratica sente di dover esprimere solidarietà e sostegno 
a Iolanda Apostolico

I decreti di non convalida del trattenimento di tre migranti tunisini 
nel centro per richiedenti asilo di Pozzallo, come ogni provvedimento 
giudiziario, rappresentano il frutto di un'operazione tecnica e non 
ideologica di interpretazione delle norme di legge alla luce dei 
principi della Costituzione italiana e del dovere del giudice di 
valutare la conformità delle leggi nazionali al diritto dell'Unione 
Europea dotato di immediata ed obbligatoria efficacia. Attribuire quegli 
atti a una presunta intenzione politica della giudice, descrivendoli 
come il frutto di convinzioni personali vissute nella famiglia e nella 
libera partecipazione alla vita civile del Paese, costituisce un 
pericoloso scivolamento verso una grammatica estranea alla Costituzione.

Il principio costituzionale di soggezione dei magistrati _soltanto_ alla 
legge impone loro di adottare i provvedimenti _soltanto_ sulla base 
dell'interpretazione delle norme, senza cedere a opinioni dominanti o 
interessi nazionali in qualunque modo declinati. Sul terreno 
dell'interpretazione le decisioni giudiziarie possono (devono) essere 
criticate e possono essere impugnate. Il terreno della maggiore o minore 
distanza dalla volontà della maggioranza politica del momento, 
viceversa, non costituisce metro di giudizio del lavoro del giudice in 
democrazia.

L'indipendenza dei magistrati è costruita appositamente per far in modo 
che essi possano tutelare i diritti delle persone anche dall'azione dei 
poteri pubblici, che non è assistita da presunzione di legittimità per 
definizione, neanche quando è sostenuta dalla forza e dal consenso. 
L'ordine giudiziario è chiamato a emettere decisioni che possono 
risultare sgradite alle maggioranze, ai poteri, ai governi. Le uniche 
credenziali che i magistrati devono esibire a sostegno dei loro 
provvedimenti sono i diritti e le leggi, esaminati con profondità e 
meticolosità scientifica. Giovanni Conso ci ha ricordato più volte la 
definizione che dell'atteggiamento scientifico ha dato John Dewey: "Nel 
suo lato negativo, è libertà dal dominio dell'abitudine, del 
pregiudizio, del dogma, della tradizione acriticamente accettata, del 
mero egoismo; positivamente, è volontà di ricercare, esaminare, 
decidere, trarre conclusioni solo sulla base delle prove e solo dopo 
essersi data la pena di procurarsi tutte le prove disponibili". Sono 
frasi che scolpiscono il lavoro del giudice indipendente in una 
democrazia matura.

È questo incessante lavoro di sottrazione ai condizionamenti e di 
approfondita conoscenza della realtà che offre la vera misura 
dell'imparzialità del magistrato. L'appassionata partecipazione alla 
conoscenza e alla critica del mondo, l'impegno civile nella vita del 
Paese non rendono il magistrato meno imparziale: semmai, lo rendono meno 
misero e non lo espongono al rischio di cadere vittima del potere e del 
sapere della parte processualmente più forte. Crediamo non ci sia 
cittadino, di destra o di sinistra, a volere un giudice sulle nuvole, 
debole e ignaro. La vera imparzialità è equidistanza dalle parti in 
carne ed ossa del caso concreto, non è, invece, lontananza dalla realtà, 
indifferenza ai valori e dai principi della Costituzione e delle 
Convenzioni internazionali.

Pensare, con riferimento alla vicenda di Iolanda Apostolico, che la 
partecipazione, cinque anni orsono, a una manifestazione a tutela dei 
diritti fondamentali della persona getti una luce di sospetto politico 
sui provvedimenti significa trascurare che i giudici italiani sono 
tenuti a rendere trasparenti i loro convincimenti attraverso la 
motivazione. Nel nostro Paese, un giudice non può limitarsi a un 
verdetto, a un sì o un no, a un annullamento o a una convalida. Deve 
spiegare le ragioni di quel sì e di quel no, deve dimostrare che la 
decisione è l'esito di un percorso argomentativo, logico, razionale, 
attendibile. La motivazione rende ogni giudice, nel momento in cui mette 
nero su bianco la sua scelta, un palazzo di cristallo dal quale devono 
essere sgombrate quelle convinzioni soggettive che sono proprie di tutti 
gli esseri umani, dei magistrati che si impegnano pubblicamente come di 
quelli che tale impegno legittimamente rifiutano.  La motivazione è 
garanzia della trasparenza del processo decisionale, dell'imparzialità 
del giudice, della sua sottrazione a condizionamenti che non siano 
quelli del ragionamento giuridico.

Per tutto questo crediamo che la difesa di Iolanda Apostolico, vittima 
di un uso spericolato di ingerenze nella sua vita privata, sia difesa 
dell'intera indipendenza di tutta la magistratura. Difesa, dunque, della 
democrazia.

_Il Consiglio nazionale di Magistratura democratica_

Leggi sul sito di Magistratura democratica [1]



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