<html>
<head>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8">
</head>
<body>
<p>Beh, questo è un ragionamento in cui c'è sicuramente del vero,
quanto meno nell'analisi dei fatti.</p>
<p>Sicuramente c'è del vero sul fatto che spesso i parlamentari
votano al buio: questo però può dipendere da molte variabili; è
una questione tecnica e mi fido dei colleghi di partito o di
gruppo che se ne intendono; oppure sono un ignavo; oppure sono
tendenzialmente filo-capo e seguo le direttive; oppure non ho
avuto il tempo materiale di verificare se la legge è fatta bene o
male; oppure sono convinto che sarebbe meglio cambiare qualcosa,
ma il risultato finale è la miglior sintesi possibile (parola
spesso dimenticata da parte di chi valuta l'agire politico) e
quindi la accetto.</p>
<p>Ciò posto, e valutando comunque il risultato, non credo che
l'argomento (che nei suoi presupposti di fatto è fondato) implichi
che la posizione del NO sia sbagliata. E neanche quella del SI.
Che i parlamentari siano 100 o 1000, possono sempre comportarsi
nel modo di cui sopra, cioè votare al buio.</p>
<p>C'è poi la circostanza che non tutta l'attività parlamentare è
così "tecnica". <br>
</p>
<p>E c'è quella che avere un proprio rappresentante in parlamento,
non un rappresentante di condominio, ma un rappresentante diciamo
"di provincia". <br>
</p>
<p>Lascio perdere però il merito, anche perché gli argomenti sono
già stati spesi e sono reperibili comunque in tante fonti, aperte
o chiuse. E mi fermo sul metodo, criticato da Bernadette Nicotra e
irriso da Alessandro Cannavale.</p>
<p>Lo faccio non perché sia cambiato qualcosa, ma perché ogni tanto
è bene ricordare e distinguere, visto che poi di mestiere noi
siamo chiamati appunto a distinguere, discernere, <i>krinein <br>
</i></p>
<p>E quindi ricordo, non solo a me stesso, stavolta, che avere idee
politiche, e manifestarle, non si può confondere con lo
schieramento partitico. Si tratta di una semplificazione (cioè il
contrario della distinzione) che è molto in voga, ma anche se
fosse affermata dal 100% della popolazione mondiale (meno 1, al
momento, perché io non lo dirò mai, anzi due, c'è anche Valerio)
non diventa vera. E del resto per fortuna è chiara a molti altri.<br>
</p>
<p>Nel caso di cui si parla, poi, la posizione su una riforma
costituzionale, non riesce a collocare chi se ne occupa
(magistrato o non magistrato) in uno schieramento, visto che, per
motivi vari, tutti i partiti hanno posizioni variegate (dalla
libertà di voto, alla discussione, alla vera e propria divisione
interna, che magari si sanerà, ma certo non porrà nel nulla la
posizione subvalente. Solo il Movimento 5S (che infatti non è un
partito) sembra unito. Quindi neppure si può dire che la posizione
di Area sia pro o contro il governo, pro o contro l'opposizione.
Fermo restando quel che si è detto prima.</p>
<p>La cosa singolare è che non ho mai sentito (per fortuna) nessuno
criticare ad esempio Andrea Reale (che legge questa lista e che
saluto) per le sue posizioni "pro-sorteggio".</p>
<p>Posizioni che evidentemente hanno natura politica; così come
quando Andrea, deluso dalle posizioni del ministro espresse al
congresso ANM di Genova, lo ha criticato.</p>
<p>Nessuno, a mia memoria, ha benevolmente o aspramente censurato
queste posizioni. <u>Ed è giusto così</u>, anche se io non
condivido il pensiero di Andrea; anzi è uno di quelli che leggo di
più, perché se leggere quelli che la pensano come te è utile,
leggere i contrari è utilissimo.</p>
<p>E ancora, perché mai dovremmo parlare della separazione delle
carriere che, per ora e spero per sempre, tutti i magistrati
ritengono sbagliata? Non sono questioni politiche?</p>
<p>E se intervengo a un convegno per dire che una certa riforma in
discussione sarebbe utile cosa significa, che entro nell'agone
politico? inteso come lotta fra i diversi partiti?</p>
<p>Beh mi pare che allora sarebbe meglio, quando la mattina si esce
di casa, bere un bicchiere d'acqua senza deglutirlo e tenerselo
fino a sera.<br>
</p>
<p>Insomma a me pare che la terzietà (vocabolo bruttissimo, ma ormai
è divenuto molto <i>à la page</i>: non bastava "indipendenza" o
se preferite "imparzialità" cioè non essere di parte, di nessuna
parte?) evocata da Bernadette non c'entri proprio nulla. Non è che
saremo chiamati a giudicare, finché facciamo i magistrati, della
legittimità di una riforma (costituzionale, poi!). Non è che
dicendo meglio il NO, meglio il SI, manifestiamo il parere
sull'oggetto di una causa, né presente, né futuro.<br>
</p>
<p>Non siamo cittadini dimezzati, e fermo restando che uno può
preferire il riserbo, questo non può certo limitare il diritto
(guarda un po' anche questo costituzionale) di manifestare il
pensiero. Per parte mia continuo a pensare che il rischio sia
quello di configurare ogni intervento come "possibile
intromissione nella lotta politica". Attenti però, perché alla
fine, se anche noi la pensiamo così, non potremo proprio dire più
niente. Che sarà anche una prospettiva rilassante, non lo nego, ma
la riserverei (per me) agli ultimi mesi di vita :-)</p>
<p>Cari saluti</p>
<p>Stefano Celli</p>
<p>PS: mi accorgo ora che non ho interloquito con Alessandro
Cannevale, che pure una risposta meritava. Meglio così, facciamo
che aderisco all'ipotesi di Valerio, spero che Alessandro non si
offenda<br>
</p>
<p><br>
</p>
<p><br>
<span style="color: rgb(64, 32, 32); font-family: Verdana;
font-size: 15px; font-style: normal; font-variant-ligatures:
normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400;
letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: -webkit-center;
text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal;
widows: 2; word-spacing: 0px; -webkit-text-stroke-width: 0px;
background-color: rgb(239, 239, 239); text-decoration-style:
initial; text-decoration-color: initial; display: inline
!important; float: none;"></span></p>
<p><br>
</p>
<p><br>
</p>
<p><br>
</p>
<div class="moz-cite-prefix">Il 02/09/2020 15:23, thorgiov ha
scritto:<br>
</div>
<blockquote type="cite"
cite="mid:fa6ca4a3-3f01-3eac-e4de-e952968730d4@libero.it">
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8">
<p>Quella di Area a me sembra, nel merito, una battaglia di
retrovia. Ciò in quanto parte da una visione del Parlamento che
andava bene due secoli fa. Mi spiego meglio. Correttamente si
evidenzia che l'intento dei promotori del referendum di
assicurare un risparmio di spesa con il taglio dei parlamentari
è pure demagogia. Si tenta di far credere ai cittadini che la
democrazia rappresentativa costituisce solo un costo, un costo
che non vale la spesa di sostenere perchè si tratta di far
campare una massa di nullafacenti e di persone inutili. In
effetti si tratta, a questo proposito, di qualunquismo puro, di
banalizzazione all'estremo della realtà istituzionale. A loro
volta però coloro che hanno assunto una posizione a favore del
NO, ed Area in particolare, non considerano affatto la medesima
realtà istituzionale. Non esiste più oggi , nel nostro sistema,
la legge statale come unica fonte del diritto. Nell'ordinamento
interno esistono anche le leggi regionali. Inoltre esiste la
legislazione dell'Unione europea che interviene in settori
sempre più ampi. Ma soprattutto oggi è la politica economica di
uno Stato dell'Unione che viene decisa a livello comunitario. In
altri termini, la legge di bilancio, che è quella che destina in
concreto le risorse e quindi decide che cosa in concreto si deve
fare, deve tenere conto di limiti esterni, che non vengono
stabiliti dal Parlamento nazionale. Aggiungo che anche le leggi
statali in realtà vengono votate dalla maggior parte dei
parlamentari al buio, nel senso che questi seguono le
indicazioni dei loro capogruppo senza sapere neppure di che cosa
si tratta. Ciò in quanto spesso le leggi statali hanno un
carattere specialistico incomprensibile per una persona di media
cultura, e quindi anche per chi le vota. Il vero intento
legislativo lo conosce solo la burocrazia che lavora nei
ministeri ed ha provveduto alla stesura materiale del testo che
viene portato in Parlamento. Che senso ha, oggi, il numero di
parlamentari stabilito dalla Costituzione del 1948? Ecco, di
questa realtà istituzionale Area non tiene alcun conto, ed anzi,
nel momento in cui paventa il rischio di limitare la
rappresentatività, sembra prestare il fianco alla vecchia logica
del campanile, che tanti danni ha fatto in Italia, laddove il
singolo parlamentare si sente in diritto di esercitare un potere
ricattatorio su ogni legge se non si cura prima l'interesse di
bottega della piccola circoscrizione che lo ha eletto. Mi viene
in mente, in questo momento, ciò che avvenne nel 2013 quando
finalmente il Governo Monti, che non a caso era un esecutivo di
tipo tecnico, finalmente riuscì a portare a compimento la
riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che si attendeva in
Italia da oltre un secolo e che è stata l'unica riforma
veramente efficace in materia di giustizia degli ultimi
cinquant'anni. Pure allora i parlamentari dei singoli territori
tentarono di bloccare l'abolizione dei piccoli uffici
giudiziari, ma non ci riuscirono, se non in piccola parte,
perchè in quel momento c'era un interesse superiore che si
imponeva su tutti gli altri : evitare il fallimento dello Stato.
In definitiva, la posizione di Area sembra esprimere la
nostalgia di quello stesso piccolo mondo antico.</p>
<p>FELICE PIZZI ( Giudice del Tribunale di Napoli )<br>
</p>
<div class="moz-cite-prefix">Il 02/09/2020 00:13, Valerio Savio ha
scritto:<br>
</div>
<blockquote type="cite"
cite="mid:CAN0_q6DZWwLDpdfu8Eo_J+ZDbdV9fLeKA8BtBLF9yrD6-BfFyQ@mail.gmail.com">
<div dir="auto">Dimenticavo: si deve votare No, al di la' dei
condivisibili argomenti collazionati e compendiati nel
documento di AreaDg, anche solo per l'assorbente ragione che
va contrastata la tanto facile quanto pericolosa demagogia
anti parlamentare ed antistituzionale di chi , nei partiti
piu' diversi, ha sostenuto la riforma. Per noi magistrati,
oltretutto, "aprire" a tale qualunquistica demagogia e' un
segare il ramo su cui anche noi si e' seduti.
<div dir="auto">Valerio Savio</div>
</div>
<br>
<div class="gmail_quote">
<div dir="ltr" class="gmail_attr">Il Mar 1 Set 2020, 23:55
Valerio Savio <<a
href="mailto:valerio.savio1960@gmail.com"
moz-do-not-send="true">valerio.savio1960@gmail.com</a>>
ha scritto:<br>
</div>
<blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0
.8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">
<div dir="auto">E' nella pluridecennale migliore storia del
nostro associazionismo (per capirci: di quello che non si
occupa di nomine ma di elaborare e proporre in materia
istituzionale) intervenire nel discorso pubblico quando si
discute di questioni che hanno a che fare non con
l'"indirizzo-politico di maggioranza" ma con l'"indirizzo
politico-costituzionale". Intervenire, quando si parla di
Costituzione, e' (ancora) diritto di ogni cittadino, e
(ancora) anche dei magistrati. E' il diritto negato dagli
Erdogan, dagli Orban, e' il diritto negato in Polonia. Poi
certo i magistrati devono intervenire con misura, in modo
problematico, non fazioso, utilizzando preferibilmente
argomenti tecnico-giuridici piuttosto che inerenti
direttamente alla contingente dialettica
politico-parlamentare . Direi, a leggerlo, che e' cio' che
fa il documento di Area-Dg, rispetto a questione che vede
il Si ed il No tagliare trasversalmente praticamente tutti
i partiti ( con Area che sceglie oltretutto con il NO
posizione per la quale non puo' certo essere accusata di
collateralismo filogovernativo, visto che sull riforma e'
nato il patto di governo Pd-5Stelle). Casomai , puo'
osservarsi che Area non intervenne nel 2016 sulla molto
piu' rilevante e devastante riforma costituzionale di
Renzi e sceglie invece di intervenire oggi su riforma
assai meno rilevante di quella di allora, assai piu'
"neutra" negli effetti immediati, e che non per nulla
divide anche i costituzionalisti (fatto che , per quello
che vale, personalmente giudico un grande passo in avanti
, per AreaDg, ed il riconoscimento di quello che fu un
errore politico).
<div dir="auto">Infine: che in Area-Dg, come ahime' in
tutta la Magistratura , ci sia chi "pensa sempre a cosa
fare da grande" e' un fatto certo. Scrivere pero' che la
posizione per il No del documento sia dovuta al
desiderio (evidentemente , si ritiene: dei dirigenti di
Area) di voler salvaguardare centinaia di agognati posti
da parlamentare mi sembra francamente cosa invero
becera, al minimo: non degna dell'abituale intelligenza
ed arguzia di chi l'ha scritta. Ma forse, anzi, senza
forse , era solo una battuta.</div>
<div dir="auto">Valerio Savio </div>
</div>
<br>
<div class="gmail_quote">
<div dir="ltr" class="gmail_attr">Il Mar 1 Set 2020, 21:53
Alessandro Giuseppe Cannevale <<a
href="mailto:alessandro.Cannevale@giustizia.it"
target="_blank" rel="noreferrer"
moz-do-not-send="true">alessandro.Cannevale@giustizia.it</a>>
ha scritto:<br>
</div>
<blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0
.8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">
<div dir="auto"> Sai, c’è chi pensa sempre a cosa fare
da grande. E qualche centinaio dì opportunità in più è
un peccato lasciarle sfumare <br>
<br>
<div dir="ltr">Inviato da iPhone</div>
<div dir="ltr"><br>
<blockquote type="cite">Il giorno 1 set 2020, alle
ore 21:34, Bernadette Nicotra <<a
href="mailto:bernadette.nicotra@giustizia.it"
rel="noreferrer noreferrer" target="_blank"
moz-do-not-send="true">bernadette.nicotra@giustizia.it</a>>
ha scritto:<br>
<br>
</blockquote>
</div>
<blockquote type="cite">
<div dir="ltr">
<p><br>
</p>
<div style="color:rgb(33,33,33)">
<hr style="display:inline-block;width:98%">
<div
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dir="ltr"><font style="font-size:11pt"
face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b>Cari
colleghi di AreaDG,</b></font></div>
<div
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dir="ltr"><font style="font-size:11pt"
face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b>ma
i magistrati non dovrebbero rimanere
estranei alla contesa partitica-politica
che si sviluppa nei periodi di campagna
elettorale? ma " schierarsi"
- pubblicamente perchè il Vostro
comunicato viene diffuso più o
meno pubblicamente tanto che, mentre
scrivo, ne leggo il contenuto come
riportato dall'HuffPost <em>on line</em> - in
un referendum anche se di natura
costituzionale, non significa tradire la
terzietà e confermare così alla politica
di essere "politicizzati" ? ma il codice
etico dell'anm non ci ricordava forse di
evitare qualsiasi coinvolgimento nelle
vicende della politica? </b></font></div>
<div
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dir="ltr"><font style="font-size:11pt"
face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b>Buon
inizio di settembre a tutti !</b></font></div>
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dir="ltr"><font style="font-size:11pt"
face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b>Bernadette
Nicotra </b></font></div>
<div
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dir="ltr"><br>
</div>
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dir="ltr"><font style="font-size:11pt"
face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b><br>
</b></font></div>
<div
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face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b><br>
</b></font></div>
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face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b><br>
</b></font></div>
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</b></font></div>
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</b></font></div>
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</b></font></div>
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dir="ltr"><font style="font-size:11pt"
face="Calibri, sans-serif" color="#000000"><b>Da:</b>
Coordinamento AreaDG <<a
href="mailto:coordinamentoarea@gmail.com"
rel="noreferrer noreferrer"
target="_blank" moz-do-not-send="true">coordinamentoarea@gmail.com</a>><br>
<b>Inviato:</b> martedì 1 settembre 2020
17:44<br>
<b>A:</b> area; <<a
href="mailto:nuovarea@nuovarea.it"
rel="noreferrer noreferrer"
target="_blank" moz-do-not-send="true">nuovarea@nuovarea.it</a>>;
<<a
href="mailto:mailinglist-anm@associazionemagistrati.com"
rel="noreferrer noreferrer"
target="_blank" moz-do-not-send="true">mailinglist-anm@associazionemagistrati.com</a>><br>
<b>Oggetto:</b> [Mailinglist-anm] AreaDG
sulla riduzione del numero dei parlamentari</font>
<div> </div>
</div>
<div>
<div dir="ltr"><br>
<div>
<div style="text-align:center">
<div><AreaDG.jpg></div>
<br>
</div>
</div>
<div>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:center;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"
align="center"> <b><i><span
style="font-size:15pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">AreaDG sulla
riduzione del numero dei
parlamentari</span></i></b></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">A breve i
cittadini italiani saranno chiamati a
pronunciarsi con referendum
confermativo sulla legge di revisione
costituzionale dal titolo :” Modifiche
agli artt. 56,57 e 59 della
Costituzione in materia di riduzione
del numero dei parlamentari “. La
legge n. 249/2019 prevede un drastico
taglio, pari a 36,5%, dei componenti
di Camera e Senato, che passano
rispettivamente da 630 a 400, da 315
a 200, fissa a cinque il numero dei
senatori a vita, riduce da 6 a 4 il
numero dei senatori eleggibili nella
circoscrizione Estero, abbassa a 3 il
numero di minimo di senatori
assegnato ad ogni regione, con
l’eccezione del Molise e Valle d’Aosta
per le quali il numero minimo di
senatori è fissato rispettivamente a 2
ed 1, mentre le province autonome di
Trento e Bolzano sono equiparate alle
regioni e per esse il numero minimo è
fissato a 3 per ciascuna provincia.
Si tratta di un referendum
confermativo per il quale non è
previsto un quorum: a prescindere
dalla partecipazione al voto, se
dovessero prevalere i “SI” , con le
prossime elezioni, le rappresentanze
parlamentari saranno ridotte di oltre
un terzo e ciò in assenza della
riforma della legge elettorale.</span></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Secondo i
sostenitori della legge, questa
dovrebbe portare tre risultati :
allineare il numero dei nostri
rappresentati in Parlamento alle medie
degli altri Parlamenti, in
particolare di quelli europei,
sull’assunto che quello italiano sia
eccessivo; ridurre i costi della
politica e assicurare maggiore
efficienza al nostro Parlamento. </span></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Ma molti
autorevoli costituzionalisti hanno
assunto posizioni fortemente critiche,
osservando che si tratta di una
riforma che non realizza gli obiettivi
prefissati e che rischia, invece, di
produrre effetti distorsivi sulla
qualità della nostra democrazia. La
riforma, comportando un taglio lineare
di oltre un terzo dei parlamentari,
non assicura un recupero di efficienza
del Parlamento, specie in assenza di
riforma dei Regolamenti parlamentari e
delle procedure di approvazione delle
leggi; determinerà, invece, un
sensibile rallentamento, se non la
paralisi, del lavoro parlamentare e
delle Commissioni, aggravandone
l’inefficienza. </span></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Quanto ai costi,
affrontando il tema senza inseguire le
spinte populiste dell’antipolitica, si
deve riconoscere che la democrazia ha
esborsi che occorre sostenere per
assicurare il funzionamento delle
istituzioni repubblicane, dalle quali
dipende la garanzia delle libertà
fondamentali, il cui valore non è
comparabile con il declamato
risparmio. Sul quale, peraltro,
nessuno è stato in grado, finora, di
fornire dati affidabili: i sostenitori
della legge parlano di un risparmio di
500 milioni a legislatura, i
detrattori la stimano in
cinquantamilioni o poco più. Nessuno è
in grado di fornire dati certi e
verificabili. Quale che sia l’entità
del risparmio, esso non inciderà
realmente sui costi del Parlamento, e
quindi sulle uscite dello Stato. Il
taglio ridurrà solo le indennità di
mandato ma non le spese, certo più
cospicue, di funzionamento delle
camere; soprattutto non inciderà sui
costi realmente inutili della
politica, sugli enti superflui, sulle
spese fuori controllo, sugli sprechi e
sui privilegi, sulle pratiche
degenerative ed illegali. </span></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Quanto
all’allineamento del numero dei nostri
parlamentari alle medie di quelli
europei, le comparazioni hanno
dimostrato che l’argomento è
suggestivo e demagogico; certo è che,
invece, se la riforma andrà a regime
l’Italia sarà tra i paesi europei con
il minor numero di rappresentanti
eletti in Parlamento. </span></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Occorre allora,
molto seriamente, domandarsi se un
risparmio di spesa incerto, e
scarsamente incidente sui costi della
politica, costituisca un vantaggio
tanto significativo da giustificare
gli effetti distorsivi che la riforma
rischia di determinare sulla
democrazia, sulla rappresentanza
politica e sul pluralismo. Effetti che
rischiano di aggravarsi in assenza
della riforma della legge elettorale,
aumentando la distanza tra la politica
e i cittadini elettori; perché in
presenza della legge elettorale
attuale, nelle quale la composizione
delle liste è decisa delle segreterie
dei partiti, la riduzione del numero
degli eleggibili accresce il ruolo di
queste ultime, che finiranno con
l’occupare ogni spazio di
rappresentanza, e determina una
marcata marginalizzazione delle
minoranze, se non la loro espulsione
dal Parlamento. </span></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Né potranno
trovare adeguata rappresentanza tutte
le differenti realtà territoriali del
nostro Paese, perché la riforma
penalizza i territori più fragili che
non potranno più portare in Parlamento
le loro istanze e bisogni, ma anche la
ricchezza di idee e visioni che le
periferie del nostro Paese spesso sono
capaci di esprimere. Ciò si
inserirebbe in un quadro istituzionale
che già registra un progressivo e
preoccupante svilimento del ruolo del
Parlamento rispetto al Governo,
attuato attraverso l’irrigidimento
della disciplina di partito, fino alla
sostanziale imposizione del vincolo di
mandato, il costante ricorso alla
decretazione d’urgenza, alla legge
delega ed al voto di fiducia, il
sistematico accantonamento delle
proposte di legge di iniziativa
parlamentare per dare corso più rapido
a quelle governative. </span></p>
<p class="MsoNormal"
style="text-align:justify;line-height:normal;margin:0cm
0cm
10pt;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif">
<span
style="font-size:14pt;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Il risultato
sarà un Parlamento meno
rappresentativo, meno efficiente, meno
pluralista, perché privo dei
contributi di tanti territori e delle
minoranze, e omologato alla direttive
del Governo. Un <i>vulnus</i> per la
democrazia rappresentativa voluta
dalla Costituzione che rischia di
aggravare la crisi di credibilità
nella quale da tempo versano le
istituzioni del nostro Parlamento,
sempre più distanti dai cittadini.</span></p>
<span
style="font-size:14pt;line-height:115%;font-family:"Baskerville
Old Face",serif">Il Coordinamento
nazionale di AreaDG</span> <br>
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