<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<div class="v1pre" style="text-align: justify;">Per la chiarezza di idee in tema di creazione giudiziale di diritto e ruolo della giurisprudenza nel tempo presente (Riflessioni al confine tra filosofia del diritto, diritto comparato e diritto processuale civile).<br />di Carlo Vittorio Giabardo <br />Sommario: 1. Introduzione. Il ruolo crescente della giurisprudenza come “tendenza fondamentale del nostro tempo” – 2. Centralità del giudizio – 3. Lo sguardo giusrealista sul diritto (un punto in comune tra positivismo giuridico e neocostituzionalismo?) - 4. Qualche esercizio dell’ars distinguendi – 5. Creare o interpretare? (Creazione in senso forte e in senso debole) – 5.1. Sull’esistenza delle lacune nell’ordinamento - 5.2. (Segue) Il giudice di fronte al diritto ingiusto. Ingiustizia soggettiva… - 5.3. … E ingiustizia oggettiva. – 5.3.1. Due esempi processualcivilistici - 6. Creare o “inventare”? Il giudice come “bocca della legge” o come “oracolo del diritto” - 7. Creazione di diritto e giurisprudenza. Gli orientamenti consolidati come fonte del diritto – 8. Conclusioni (con una meditazione di Piero Calamandrei). <br /><br />Discorrere di creazione giudiziale di diritto e, più in generale, del ruolo crescente della giurisprudenza nell’epoca attuale significa porre il problema fondamentale del rapporto tra il giudice e la legge; un terreno sconfinato, oggetto di reazioni e valutazioni (normative, politico-ideologiche, a volte anche viziate da qualche pregiudizio) quanto più divergenti si possa immaginare.<br />Detrattori e fautori pari in autorevolezza si contendono l’insidioso campo con argomentazioni che, da entrambi i lati, hanno del buono. Per un verso, l’esigenza di garantire la piena effettività della tutela dei diritti, la quale, per definizione, non può non coinvolgere l’interprete a tutto tondo; per l’altro, quella di rispettare la separazione dei poteri, caposaldo della rule of law nelle democrazie liberali, e il principio di legalità, incarnato nella formula della “soggezione del giudice soltanto alla legge”, come afferma il nostro art. 101 della Costituzione. Da un lato, la necessità di giudicare, di ius dicere, in un mondo che è plurale e disomogeneo, il che richiede che si tenga conto delle infinite sfaccettature, dei connotati specifici, delle unicità irripetibili delle vicende concrete; dall’altro il bisogno di proteggere la certezza del diritto (composto da regole tendenzialmente universali, generali e astratte), di garantire il trattamento uguale di situazioni uguali e di allontanare, in definitiva, i pericoli di arbitrio.<br />Insomma, in gioco si agitano i principi cardine del nostro vivere giuridico, i quali - com’è d’altro canto nella natura stessa dei principi - si pongono spesso in contrasto, in conflitto, in opposizione tra di loro.</div>
<div class="v1pre" style="text-align: justify;">https://www.giustiziainsieme.it/it/scienza-logica-diritto/1284-per-la-chiarezza-di-idee-in-tema-di-creazione-giudiziale</div>
</body></html>