<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<div class="v1v1pre" style="text-align: justify;"><strong>Livatino ieri e oggi.</strong><br /><strong>Sacrificio di un giudice e giurista d’altri tempi o testimonianza limpida di un magistrato "di ogni tempo" al servizio della società?</strong><br /><em>Intervista</em> di Roberto Conti a <em>Roberto Saieva</em></div>
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<div class="v1v1pre" style="text-align: justify;">Il 21 settembre 1990 Rosario Livatino cadde, a 38 anni, sotto i colpi brutali della <em>stidda</em> a pochi chilometri da Agrigento, mentre a bordo della sua vettura stava per recarsi al Tribunale di Agrigento dove svolgeva le funzioni di giudice presso la sezione misure di prevenzione.</div>
<div class="v1v1pre" style="text-align: justify;">A trent'anni dalla morte <em>Giustizia Insieme</em> intende fare memoria su quell'agguato, raccogliendo la testimonianza di chi è stato accanto a Livatino, ne ha respirato l'aria, ha vissuto sulla propria pelle il <em>prima</em>, il <em>durante</em> e il <em>dopo</em> di quella vicenda e di quel periodo. Ciò in una prospettiva massimamente rivolta ai giovani, molti dei quali non hanno avuto conoscenza della statura morale e professionale di Livatino nè dell'<em>humus </em>in cui maturò la scelta di eliminarlo fisicamente.</div>
<div class="v1v1pre" style="text-align: justify;">Una testimonianza, quella di Roberto Saieva, oggi Procuratore <span style="background-color: #ffffff;">generale</span> presso la Corte di appello di Catania, che offre squarci importanti sul "contesto" ambientale – locale ma anche dei palazzi delle Istituzioni – nel quale maturò quell'omicidio e che assume oggi un valore davvero particolare provenendo da un magistrato schivo, che ha fatto della sobrietà e del riserbo la cifra della sua ormai lunga esperienza giudiziaria ma che oggi ha voluto tornare indietro nel tempo, forse convinto dalla drammaticità del momento storico che sta attraversando la magistratura e dal desiderio di offrire il ricordo di uno dei suoi più fedeli, coraggiosi e lindi rappresentanti. Quale il senso delle sue riflessioni? Esse non sembrano affatto rivolte a suscitare consenso, ammirazione o clamore, ma semmai a scuotere le coscienze, a riannodare i fili di una magistratura colpita oggi al cuore da vicende che ne hanno minato profondamente la credibilità.</div>
<div class="v1v1pre" style="text-align: justify;">Saieva fuori da ogni retorica indossa l'abito di chi la storia l'ha vissuta in prima persona e scolpisce con poche espressioni il "modello" <em>senza tempo</em> di magistrato. Lo fa senza enfasi, attraverso le parole di Rosario Livatino e del Presidente della Repubblica, confidando - non per sè, ma per la<em> società che cambia</em> di cui Livatino si fece interprete - in risposte concrete, comportamenti coerenti, prese di posizione ferme e univoche che possano onorare e vivificare il sacrificio di quel "giudice ragazzino" per renderlo realmente "senza tempo" e moltiplicarlo all'infinito.<span style="background-color: #3366ff;"></span>
<p class="v1text-justify"><strong>https://www.giustiziainsieme.it/it/le-interviste-di-giustizia-insieme/1297-livatino-ieri-e-oggi-sacrificio-di-un-giudice-e-giurista-d-altri-tempi-o-testimonianza-limpida-di-un-magistrato-di-ogni-tempo-al-servizio-della-societa</strong></p>
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