<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<div class="pre" style="text-align: justify;"><em>Giustizia insieme, all'indomani dell'editoriale pubblicato il 12 ottobre scorso- L'estremo saluto al Protocollo n.16 annesso alla CEDU- ha attivato un cantiere sul futuro del Protocollo n.16 aperto a studiosi</em><br /><em>e giuristi rivolto a raccogliere opinioni plurali.</em><br /><em>Il dibattito si apre con uno scritto di Antonio Ruggeri.</em><br /><br /><strong>Protocollo 16: funere mersit acerbo?</strong><br />di Antonio Ruggeri <br />Improprio forse evocare il titolo della nota poesia carducciana per riassumere ed emblematicamente rappresentare l'esito toccato in sorte al prot. 16, se non appunto per lo struggente rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere e che non è stato e non sarà. Il figlioletto del poeta era, infatti, comunque venuto alla luce e, sia pure per un breve arco temporale, aveva allietato l'esistenza dell'illustre genitore, a differenza del protocollo che - è da temere - la luce stessa non vedrà (salva una ad oggi poco probabile resipiscenza dei decisori di turno), diversamente da altri ordinamenti nei quali ha trovato accoglienza e nei quali potrà dunque crescere sano e forte, grazie alla lungimiranza di coloro che in essi hanno avuto (ed hanno) responsabilità di governo, intuendone il benefico potenziale espressivo...</div>
<div class="pre" style="text-align: justify;">Quel che è certo, in conclusione, è che lo strumento di cooperazione inventato dal protocollo non giova soltanto (e già solo per ciò meriterebbe di far parte della dotazione di cui i giudici dispongono) al fine della più ampia diffusione ed efficace implementazione dei diritti riconosciuti dalla Convenzione ma anche - come si è tentato di mostrare - di quelli di cui alla Carta di Nizza-Strasburgo ed alla stessa Costituzione (e, in generale, ad ogni altra Carta avente vigore in ambito interno), al fine dunque della ottimale conoscenza e salvaguardia di… noi stessi, della nostra identità appunto. Si riuscirà, dunque, a rimediare alla miopia di cui hanno dato mostra i parlamentari non proseguendo l'esame del protocollo? In fondo, si tratta solo di dotarsi delle lenti giuste per riuscire a vedere con chiarezza la realtà che ci circonda ed anche - come si è veduto - di vedere meglio dentro noi stessi. <br /><br /><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/news/74-main/1354-protocollo-16-funere-mersit-acerbo" target="_blank" rel="noopener noreferrer">https://www.giustiziainsieme.it/it/news/74-main/1354-protocollo-16-funere-mersit-acerbo</a></div>
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