<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<div class="v1v1pre">La banalizzazione della pena di morte nel tramonto dell’era Trump ed il caso di Lisa Montgomery<br />di Paolo Passaglia<br />Sommario: 1. Sei mesi di esecuzioni. 2. Un caso forse più drammatico di altri<br /><br />Sei mesi di esecuzioni. – Il turbolento tramonto dell’era Trump, che l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio ha fatto piombare direttamente nella notte fonda, sta portando con sé, insieme con una serie di forzature, tentate e sovente realizzate, alla Costituzione statunitense, anche un rigurgito relativo alla pena di morte. Un rigurgito che, preannunciato da tempo (tutto ebbe inizio con … un tweet presidenziale dell’agosto 2019: <a href="https://twitter.com/realdonaldtrump/status/1158424951503884292?lang=en" target="_blank" rel="noopener noreferrer">https://twitter.com/realdonaldtrump/status/1158424951503884292?lang=en</a>), ha assunto, come temuto, caratteri preoccupanti, per ampiezza e per crudeltà.<br />La pena di morte, nel diritto federale statunitense, non è mai stata abolita, tuttavia, per lungo tempo, non è stata applicata (ovviamente per gli ordinamenti degli Stati membri il discorso è ben diverso). Dopo il marzo 1963, per quasi mezzo secolo le esecuzioni si erano infatti fermate, prima che, durante la presidenza di George W. Bush riprendessero, con un bilancio di due condanne eseguite nel giugno 2001 e una nel marzo 2003. Da allora, si era avuto un nuovo accantonamento, fino, appunto, alla presidenza Trump, che negli ultimi sei mesi del 2020 ha condotto ben 10 esecuzioni.</div>
<div class="v1v1pre"><strong>https://www.giustiziainsieme.it/it/giustizia-pene/1489-la-banalizzazione-della-pena-di-morte-nel-tramonto-dell-era-trump</strong></div>
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