<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<div class="pre" style="text-align: justify;"><strong><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Deontologia come habitus. Percorsi e sviluppi per la professione di assistente sociale</span></strong><br /><em><strong><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">di Maria Pia Fontana </span></strong></em><br /><br /><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Riflettere con serietà e lucidità sull’habitus deontologico di una professione è un’operazione sfidante se si vive in un clima culturale segnato dal relativismo etico, dal pluralismo culturale e da marcate forme di individualismo che minano il senso del noi anche quando esso riguarda una categoria professionale. Eppure, se consideriamo la capacità umana di percepire i limiti e di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato come una condizione essenziale della sana vita di relazione, non possiamo fare a meno dell’etica e, in particolare, di quell’etica pratica che si esprime anche attraverso il lavoro. Esiste un rapporto direttamente proporzionale tra l’aderenza alla deontologia e la qualità dell’agire professionale che, quando si ispira a dei criteri guida, conferisce sicurezza identitaria e credibilità al professionista e tutela i beneficiari dell’attività. </span><br /><br /><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Sebbene le norme deontologiche abbiano una valenza extragiuridica (e non a caso vengono definite regole di soft-law) esse mantengono un carattere di cogenza interna alla categoria professionale che, pur essendo rafforzato dalla previsione di conseguenze sanzionatorie in caso di inosservanza, non può prescindere dall’interiorizzazione delle stesse regole. Ogni professionista dovrebbe quindi indossare l’habitus della deontologia non come ornamento discrezionale o estemporaneo, ma come disposizione interiore persistente, vitale e consapevole, nucleo adamantino su cui si innestano saperi, abilità e pratiche. </span><br /><br /><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Da questi presupposti prende avvio la riflessione degli Autori del testo Deontologia come habitus. Introduzione al nuovo Codice deontologico dell’assistente sociale (FrancoAngeli, 2021), Marco Giordano, Antonella Gorgoni, Antonio Nappi e Maria Pia Fontana (...)</span></div>
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<div class="pre" style="text-align: justify;"><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;"><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/1601-deontologia-come-habitus-percorsi-e-sviluppi-per-la-professione-di-assistente-sociale">https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/1601-deontologia-come-habitus-percorsi-e-sviluppi-per-la-professione-di-assistente-sociale</a></span></div>
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