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</head>
<body>
<p>Allora d'ora in poi, anzichè dichiarare in sentenza che
l'imputato è colpevole, si dovrà scrivere che "forse" l'imputato è
responsabile del reato addebitatogli, con la clausola di stile
della salvezza nei successivi gradi di giudizio di una diversa
decisione sul merito della accusa. Non esisteranno più i gravi
indizi di colpevolezza da indicare nelle ordinanze cautelari, ma
dovrà accertarsi e dichiararsi che è probabile allo stato degli
atti la attribuzione all'indagato di un fatto di reato, sempre
fatti salvi i diversi sviluppi dell'accertamento non solo nel
corso delle indagini ma anche e soprattutto nel dibattimento.
Basta certezze, d'ora in poi anche il Giudice dovrà mettere in
dubbio quello che scrive.</p>
<p>Quanti guai sta creando il politicamente corretto, divenuto ormai
giudiziariamente corretto, alla civiltà occidentale ! E poi ci
lamentiamo del fatto che gli Afghani preferiscono i talebani.</p>
<p>FELICE PIZZI ( Giudice del Tribunale di Napoli )<br>
</p>
<div class="moz-cite-prefix">Il 03/09/2021 15:21, Questione
Giustizia - Redazione ha scritto:<br>
</div>
<blockquote type="cite"
cite="mid:QYV132$7FAC7C2497517509B2237D5323BC84FE@questionegiustizia.it">
<meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=UTF-8">
<span style="font-family: Arial; font-size: small;"
xam-editor-container="true"><span style="text-align: justify;
background-color: rgb(255, 255, 255);"><font
face="title-regular, Georgia, serif" color="#003366"><span
style="font-size: 24px;">E’ sul versante mediatico e della
motivazione dei provvedimenti giudiziari che, nel nostro
Paese, la presunzione di innocenza può essere contraddetta
e vulnerata. E’ questo il filo conduttore del decreto
legislativo ancora in itinere, che - in attuazione della
Direttiva UE n. 343 del 2016 - mira a rafforzare la
presunzione di innocenza dell’indagato e dell’imputato,
con l’ambizione di incidere profondamente sul linguaggio
di tutte le “autorità pubbliche”, sulla comunicazione
degli uffici giudiziari e sulla motivazione delle
decisioni interne al processo. Non è facile, oggi,
prevedere se le nuove norme daranno il via ad una vera
rivoluzione culturale nella rappresentazione delle persone
sottoposte ad indagini e a processi o se le innovazioni
resteranno una facciata destinata a mascherare malamente
la sopravvivenza di inveterati “pregiudizi”. E’ certo però
che la genuina adesione all’ispirazione di fondo della
nuova normativa non implica la rinuncia a ragionare, anche
criticamente, sui differenti aspetti del testo normativo,
sulla sua genesi, sulle sue ricadute nei mondi del diritto
e dell’informazione.</span></font><br>
<font size="4" face="Georgia"><br>
<font color="#003366">di Nello Rossi</font><br>
<br>
</font></span><a
href="https://www.questionegiustizia.it/articolo/il-diritto-a-non-essere-additato-come-colpevole-prima-del-giudizio"
target="_blank" moz-do-not-send="true"><font size="4"
face="Georgia">https://www.questionegiustizia.it/articolo/il-diritto-a-non-essere-additato-come-colpevole-prima-del-giudizio </font></a></span>
<br>
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