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<div class="pre" style="text-align: justify;"><strong><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Diritti negati: supplenza dei giudici nell’inerzia del Parlamento?</span></strong><br /><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;"><em>di Chiara Saraceno</em> </span><br /><br /><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Sono molti i cambiamenti che dal dopoguerra ad oggi hanno modificato la percezione di ciò che è normale e socialmente accettabile, anzi necessario e di ciò che non lo è, investendo la stessa configurazione dei diritti e di conseguenza hanno messo in questione norme giuridiche che vuoi li negano, vuoi li ignorano... Alcuni di questi cambiamenti riguardano i mutati rapporti tra uomini e donne, che hanno reso sempre più inaccettabili norme e comportamenti prima dati per scontati – dalle differenze salariali al prevalere del cognome paterno su quello materno, dalla illiceità dell’aborto all’idea che il sesso nel matrimonio sia un debito che la donna deve onorare e l’uomo può esigere. [...]<br /></span></div>
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<div class="pre" style="text-align: justify;"><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;"><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/2175-diritti-negati-supplenza-dei-giudici-nell-inerzia-del-parlamento">https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/2175-diritti-negati-supplenza-dei-giudici-nell-inerzia-del-parlamento</a></span></div>
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