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<body dir="ltr" style="font-size:12pt;color:#000000;background-color:#FFFFFF;font-family:Calibri,Arial,Helvetica,sans-serif;">
<p>Sottoscrivo, per adesione, la mail di Umberto Gioele Monti e, tuttavia, devo ricordare che, con la delega al Governo per la riforma del processo penale, il legislatore si è mosso "in direzione ostinata e contraria" (e chiedo scusa a De André per la citazione) rafforzando
l'udienza preliminare nella speranza, probabilmente vana, di aumentarne l'efficacia deflattiva e introducendo un'udienza predibattimentale, tenuta da un giudice diverso rispetto a quello che seguirà il dibattimento, anche nel processo a citazione diretta.
A quanto pare, trent'anni non sono bastati a capire che l'udienza preliminare non funziona. </p>
<p>Sorge il sospetto che si "permettano il lusso" di parlare di separazione delle carriere, perché il lusso di parlare dell'efficienza del processo penale non se lo possono (o non se lo vogliono) permettere.</p>
<p>Lucia Vignale <br>
</p>
<hr tabindex="-1" style="font-size: 12pt; display: inline-block; width: 98%;">
<div dir="ltr" style="font-size:12pt; color:#000000; background-color:#FFFFFF; font-family:Calibri,Arial,Helvetica,sans-serif">
<div id="divRplyFwdMsg" dir="ltr"><font face="Calibri, sans-serif" color="#000000" style="font-size:11pt"><b>Da:</b> Area <area-bounces@areaperta.it> per conto di Umberto Gioele Monti <umbertogioele.monti@giustizia.it><br>
<b>Inviato:</b> sabato 19 febbraio 2022 14:12<br>
<b>A:</b> ed.brutiliberati@gmail.com; 'area'<br>
<b>Oggetto:</b> Re: [Area] Referendum giustizia.</font>
<div> </div>
</div>
<div>
<p>ringrazio Edmondo per l'inoltro ...</p>
<p><br>
</p>
<p>Coppi da applausi scroscianti ... e con spunti di riflessioni a mio parere importanti anche per noi magistrati e per le posizioni che abbiamo avuto e che dovremmo avere
<br>
</p>
<p><br>
</p>
<p>a volte , specie da ultimo, timidezze tra noi se non franche aperture sulla separazione carriere .... secondo una sorta di "assuefazione" al tema ossessivamente e strumentalmente ripetuto, ( e senza prendere atto -come ben rileva Coppi - che questo è l'ultimo
dei problemi :<em> "quando potremo permetterci il lusso di discuterne vorrà dire che tutti i problemi della giustizia sono stati risolti"</em>) senza percepire le implicazioni di fondo sul piano delle garanzie costituzionali dei principi di uguaglianza di
ciascuno davanti la legge e di tutela equanime dei diritti e anzi quasi in certi casi "auspicando" o tollerando l'idea di una discrezionalità della azione penale per risolvere i problemi della giustizia (lasciando indifferente e sullo sfondo il passaggio
successivo del controllo politico della azione penale) e in certi casi anche "disegnandone" i presupposti (come la previsione dei criteri per i criteri di priorità per le procure o gli applausi per le vaghe innovazioni come la particolare tenuità del fatto che o
sono irrilevanti sul piano degli effetti deflattivi o anticipano una discrezionalità nell'esercizio della azione penale per la quale occorre poi una responsabilità politica;
</p>
<p><br>
</p>
<p>come per i criteri di priorità: se si vuole che -pur tra mille priorità definite espressamente tali dalla legge (codice rosso; 132 bis att. cpp ...) o univocamente desumibili dal sistema ( pene edittali, presenza di misurte cautelari ....) - le procure
definiscano ulteriori specifici criteri di priorità ex ante (e non ex post per governare situazioni di sofferenza o di accumulo ingestibile di arretrato: e qui , e qui solo sono auspicabili e necessari criteri di priorità specifici stabiliti per Ufficio
Giudiziario) , magari coordinandole a livello distrettuale con il contributo/interlocuzione della avvocatura, beh a questo punto come meravigliarsi che i criteri di priorità vengano stabiliti a livello politico e con una responsabilità politica ?? </p>
<p><br>
</p>
<p>E il prof Coppi nell'ultimo passaggio della sua intervista affronta un tema da cui la magistratura si è quasi sempre tenuta lontana:</p>
<p> se lo "strumento" funzionale al raggiungimento di uno scopo sostanziale non funziona si dovrebbe pensare a cambiare lo strumento e ad adattarlo allo scopo, non -paradossalmente il contrario.</p>
<p>Se il processo penale non funziona si dovrebbe seriamente pensare a cambiarlo nei suoi snodi di fondo e non a cambiare i diritti sostanziali adattandoli ed erodendoli cercando di creare le condizioni per far funzionare decentemente il processo.</p>
<p>E cos' in funzione del codice di procedura lento e farraginoso si sono operate e si continuando a invocare depenalizzazioni (e temo siamo arrivati al limite massimo ....) , si interviene sui profili dei reati e sulla loro procedibilità, si disegnano criteri
di priorità e margini di irrilevanza di reati che pongono evidenti piani inclinati verso al discrezionalità della azione penale e della connessa dipendenza del PM dall'esecutivo, si sono fatti anche interventi sulla costituzione in funzione di questo codice
di procedura ...</p>
<p><br>
</p>
<p>Restando in silenzio sui suoi paradossi e lungaggini prive di senso ma solo in certi casi continuando a muoversi all'interno dei principi di base (che andrebbero ridiscussi) come per ulteriori implementazioni dei riti alternativi (senza forse considerare
bene gli equilibri tra vantaggi sul piano della speditezza e perdite di credibilità per decisioni differenziate o contrastanti ..... e per la speditezza andrebbe ben valutato quanti siano i procedimenti con più di un imputato e più di un reato che si concludono
integralmente con il medesimo rito alternativo o in cui invece non vi sia disfunzionale frammentazione tra patteggiamenti, abbreviati e dibattimento ) o limitazioni per le impugnazioni;
</p>
<p>mentre la più banale idea di semplificare il dibattimento e renderlo meno impermeabile a quanto acquisito in fase di indagini resta qualcosa di lontanto .</p>
<p><br>
</p>
<p>E invece -con buon senso e efficace semplicità - il Prof Coppi scopre lo snodo più evidente per contribuire a risolvere la lentezza .... non ulteriori depenalizzazioni o ulteriori incentivazioni dei riti alternativi, non discrezionalità azione penale ....ma il
ripensare l'udienza preliminare e (soprattuto, dico io) il restituire al giudice la conoscenza degli atti delle indagini preliminari !
</p>
<p>senza badare all'ottuso e paradossale mito del "giudice ignorante" come momento di garanzia :
<em>" .. restituire al giudice la conoscenza degli atti farebbe risparmiar tempo. Si potrebbe recuperare quacosa del vecchio codice. non tutto quello che c'era è fascismo...."<br>
</em></p>
<p><br>
</p>
<p>applausi</p>
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</p>
<p>umberto monti<br>
</p>
<p><br>
</p>
<p><br>
</p>
<div style="word-wrap:break-word">
<hr tabindex="-1" style="display:inline-block; width:98%">
<div id="divRplyFwdMsg" dir="ltr"><font face="Calibri, sans-serif" color="#000000" style="font-size:11pt"><b>Da:</b> Area <area-bounces@areaperta.it> per conto di ed.brutiliberati@gmail.com <ed.brutiliberati@gmail.com><br>
<b>Inviato:</b> sabato 19 febbraio 2022 13:03<br>
<b>A:</b> 'area'<br>
<b>Oggetto:</b> [Area] Referendum giustizia.</font>
<div> </div>
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<p class="MsoNormal"> </p>
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<p class="MsoNormal"><span style=""> </span></p>
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<p class="MsoNormal"> </p>
<p class="MsoNormal">Con un giorno di ritardo allego una intervista del prof. Avv. Franco Coppi pubblicata su Corriere della sera ieri 18 febbraio 2022 con il titolo “Non abrogherei la Severino e non separerei le funzioni. Csm decida il parlamento”. Ieri nel
corso di un interessante dibattito a Pavia ho appreso che Coppi non è iscritto alle Camere Penali. Forse la posizione degli avvocati penalisti non è così monolitica come appare.</p>
<p class="MsoNormal">Edmondo Bruti Liberati</p>
</div>
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<tbody>
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