<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<div class="v1pre" style="text-align: justify;"><strong><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Dalla conservazione generalizzata a quella mirata e rapida: la Corte di giustizia ridelinea i contorni della data retention</span></strong><br /><em><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">di Federica Resta</span></em><br /><br /><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;">Sviluppando, in maniera più articolata, principi già affermati in passato, la Corte di giustizia chiarisce come la conservazione dei tabulati a fini di accertamento e perseguimento dei reati non possa essere generalizzata e indifferenziata ma soltanto “mirata” sulla base di criteri soggettivi, geografici o di altra natura (purché oggettivi e non discriminatori) ovvero “rapida” (quick freeze). I principi affermati dalla Corte suggeriscono l’opportunità di una riflessione sulla compatibilità, con la disciplina europea, di quella interna, già peraltro recentemente riformata a seguito della sentenza del 2 marzo 2021.</span></div>
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<div class="v1pre" style="text-align: justify;"><span style="font-family: book antiqua, palatino, serif;"><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-ue/2278-dalla-conservazione-generalizzata-a-quella-mirata-e-rapida-la-corte-di-giustizia-ridelinea-i-contorni-della-data-retention">https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-ue/2278-dalla-conservazione-generalizzata-a-quella-mirata-e-rapida-la-corte-di-giustizia-ridelinea-i-contorni-della-data-retention</a></span></div>
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