<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia, palatino, serif; font-size: 11pt;"><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-civile/3003-ventanni-di-amministrazione-di-sostegno-avere-cura-dei-piu-fragili-ieri-oggi-domani" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Vent’anni di amministrazione di sostegno. Avere cura dei più fragili: ieri, oggi, domani</a></span><span style="font-family: georgia, palatino, serif; font-size: 11pt;"> di Paolo Cendon</span></p>
<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia, palatino, serif; font-size: 11pt;"><span>«</span></span><span style="font-family: georgia, palatino, serif; font-size: 11pt;">Pochi istituti privatistici hanno conosciuto, nel bilancio che possiamo trarre, a vent’anni dall’approvazione parlamentare, una crescita impetuosa come l’Amministrazione di sostegno. Si è molto allargata dal 2004 – prima notazione sociologica/disciplinare – la ‘’clientela’’ di riferimento. La lista dei beneficiari comprende ormai non soltanto sofferenti psichici, in senso stretto, ma in generale tutti coloro che, per serie ragioni, ‘’non ce la fanno’’ a gestirsi utilmente, sotto il profilo esistenziale. Ad esempio, anziani non più padroni di sé, esseri affetti da disabilità fisiche, malati contingentemente in difficoltà; oppure vittime di dipendenze, di <em>ictus </em>pesanti, portatori di disturbi invalidanti, nonché, secondo alcuni interpreti, analfabeti di ritorno, carcerati, eremiti irriducibili, <em>homeless</em>, migranti. E a rientrare nel raggio della protezione, come la Cassazione ha più volte riconosciuto, sono altresì coloro i quali erano affidati un tempo, in via esclusiva, alle competenze tecniche dell’interdizione, ossia gli infermi mentali gravi.</span><span style="font-family: georgia, palatino, serif; font-size: 11pt;"><span>»</span></span></p>
</body></html>