<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
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<h2><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-e-innovazione/3041-app-non-funziona-cronaca-di-una-difficile-transizione-digitale"><span style="font-family: 'book antiqua', palatino, serif;">APP non funziona! Cronaca di una difficile transizione digitale</span></a></h2>
<p><span style="font-family: 'book antiqua', palatino, serif;">di Fernanda Iannone</span></p>
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<p class="text-justify"><span style="font-family: 'book antiqua', palatino, serif;">Sommario: 1. Introduzione. La transizione digitale della giustizia penale italiana: l’approccio collaborativo ed inclusivo seguito da CSM e MdG - 2. APP: non funziona! - 3. La <em>roadmap</em> genetica ed evolutiva - 4. L’interattività e il prodotto della concertazione con gli utenti-effetti collaterali - 5. La somministrazione agli Uffici Giudiziari del prodotto. Il supporto fornito dal MdG e quello fornito da CSM-STO-RID-MagRif.</span></p>
<p class="text-justify"><span style="font-family: 'book antiqua', palatino, serif;">«La vicenda di APP sottolinea l'importanza di superare l'approccio tradizionale basato sulla relazione/fornitore-utente nel contesto dello sviluppo del Processo Penale Telematico. Ciò implica l'adozione di un modello più collaborativo e inclusivo, dove la corresponsabilità tra le parti coinvolte diventa un pilastro fondamentale. In questo scenario, magistrati e avvocati non sono semplici destinatari di tecnologie e soluzioni imposte dall'alto, ma attori attivi nel processo di innovazione, con una voce in capitolo significativa nella progettazione, implementazione e valutazione delle soluzioni tecnologiche. Abbracciare un modello di collaborazione effettiva significa riconoscere l'importanza di integrare le conoscenze e le esperienze dei professionisti del diritto fin dalle fasi iniziali dei progetti di digitalizzazione.»</span></p>
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