<div dir="ltr"><div style="text-align:center"><img src="cid:ii_lsydejq00" alt="image.png" width="410" height="163"></div><div><p class="MsoNormal" align="center" style="text-align:center;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><b><i><span style="font-size:20pt;line-height:115%;font-family:"Bookman Old Style",serif;color:rgb(82,82,82)">Emergenza carceri: che
fare.</span></i></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Dall’inizio dell’anno
sono ormai 20 i suicidi nelle nostre carceri, esattamente il doppio di quelli
avvenuti nello stesso periodo del 2022, anno in cui fu registrato il numero più
elevato da quando esistono le rilevazioni statistiche di questo tragico dato.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Non v’è dubbio che
l’istituzionalizzazione correlata ad un’esperienza detentiva priva di contenuti
e di progettualità, il sovraffollamento carcerario e la deprivazione di diritti
fondamentali che esso porta con sé, finisce per favorire nelle persone più
fragili, in quelle più sole o meno supportate, gesti estremi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Il sovraffollamento,
infatti, riduce lo spazio vitale, rende ancor più difficile l’accesso alle
prestazioni sanitarie, limita la possibilità di fruire delle opportunità
trattamentali, aggrava drammaticamente le difficoltà e le sofferenze della vita
in carcere, amplificando il senso di emarginazione, di abbandono e di
solitudine che l’istituzionalizzazione produce.
</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">In questo senso, non si può non cogliere una relazione diretta
tra l’aumento di suicidi in carcere
ed il sovraffollamento
carcerario, che registra al 31.1.2024 il numero di 60.637 persone detenute ,
ossia circa diecimila in più dei posti regolamentari, con situazioni
che in alcune carceri vedono ormai il tasso di occupazione ascendere alle percentuali del 140/150% e
condizioni di vita ormai estremamente scadute, tali da configurare, secondo i
parametri della giurisprudenza interna e sovranazionale una detenzione inumana
e degradante.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Il tasso di
occupazione abbassatosi nel 2020 con le misure urgenti dettate dall’emergenza
sanitaria, ha ripreso inesorabilmente a crescere dal 2021 con andamento
esponenzialmente progressivo, così da dimostrarsi un dato non accidentale o
temporaneo, bensì strutturale. E ciò nonostante che nel medesimo periodo siano
state adottate dalla magistratura di sorveglianza decine di migliaia di misure
alternative alla detenzione in carcere, tanto da risultare quelle attualmente
in gestione superiori alle 85.000, mentre sono pendenti oltre 90.000 istanze di
misure alternative proposte dai cosiddetti liberi sospesi che attendono in
libertà la definizione della loro richiesta di accedere a misura alternativa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">È perciò
improcrastinabile l’individuazione di soluzioni politiche atte a
decongestionare effettivamente e rapidamente le nostre carceri. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Un approccio
pragmatico e di sano realismo dovrebbe orientare un tale intervento verso
l’adozione di soluzioni di clemenza, quale un provvedimento di amnistia e
indulto per i reati minori e le pene detentive di breve durata. Le proposte di legge ora in discussione alle
Camere mirano invece a ridurre il tasso di sovraffollamento attraverso
l’estensione del beneficio della liberazione anticipata, così da abbreviare
ulteriormente solo per i più meritevoli il tempo della permanenza in carcere,
Si tratta di un'opzione non certamente risolutiva per la cui efficacia, in ogni
caso, devono essere necessariamente previsti
meccanismi automatici di
estensione del numero dei giorni di liberazione anticipata in relazione
ai periodi pregressi di positiva
valutazione della condotta e del riconoscimento del beneficio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Occorre, tuttavia, essere
consapevoli che si tratta di un intervento emergenziale che riduce il tempo
della carcerazione, ma non agisce sulle cause strutturali del sovraffollamento,
quali l’introduzione di nuovi reati in risposta ad ogni presunta emergenza, la
presenza di irrazionali automatismi nelle norme processuali che determinano l’automatica carcerazione di
chi potrebbe fruire di misure alternative, la previsione di limiti all’accesso ai benefici nelle norme
penitenziarie non giustificati da reali esigenze di contenimento della
pericolosità, la fragilità e l’inadeguatezza del complessivo sistema
dell’esecuzione penale, e la mancanza di
risorse adeguate per la magistratura di sorveglianza e per i Servizi deputati
all’Esecuzione penale. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Occorre, quindi, agire
sui meccanismi che determinano l’ingresso in carcere, piuttosto che continuare
del tutto irrazionalmente ad adottare periodicamente soluzioni “svuotacarcere”,
mentre contemporaneamente e sistematicamente operano norme che conducono a
riempirle.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;text-indent:14.2pt;margin:0cm 0cm 10pt;line-height:115%;font-size:11pt;font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Occorre inoltre
ripensare all’edilizia carceraria in un progetto complessivo che consenta al contempo
condizioni detentive dignitose e opportunità trattamentali in linea con il
dettato costituzionale e le carte sovranazionali e con la finalità rieducativa
della pena.</span></p>
<i><span style="font-size:18pt;line-height:115%;font-family:Garamond,serif;color:rgb(82,82,82)">Gruppo esecuzione penale e magistratura sorveglianza di AreaDG</span></i><br></div></div>