<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 12pt; font-family: Georgia,Palatino,serif'>
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<p style="text-align: center;"><img src="cid:171498050566388699169e6934499440@magistraturademocratica.it" width="359" height="150" /></p>
<p style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt; color: #ba372a;"><strong><em>IL CARCERE: TRA DIGNITÀ UMANA E RIEDUCAZIONE</em></strong></span></p>
<p><strong> </strong></p>
<p style="text-align: justify;"><em>Il tasso di sovraffollamento, il numero di suicidi, le criticità nell’assistenza sanitaria espongono le persone detenute e quelle che in carcere lavorano a una quotidianità che rischia di porre in discussione i diritti fondamentali della persona e compromettere la funzione di reinserimento sociale che la Costituzione indica come coessenziale all’esecuzione delle pene. </em></p>
<p style="text-align: justify;"><em>Lo stesso Presidente della Repubblica ha sottolineato quanto sia indispensabile affrontare immediatamente la situazione, con l’adozione di interventi urgenti.</em></p>
<p style="text-align: justify;"><em>È necessario riformare il sistema dell’esecuzione penale, in modo da poter riaffermare il volto costituzionale della pena e assicurare <strong>la dignità di ogni persona che si trova a vivere e lavorare in carcere</strong>.</em></p>
<p style="text-align: justify;"><em>Sono auspicabili interventi<strong> </strong>che possono <strong>offrire una risposta nell’immediato</strong>: la rapida approvazione di un provvedimento legislativo sulla c.d. liberazione anticipata speciale; la previsione – calibrata secondo razionali criteri di priorità – della sospensione dell’ordine di esecuzione della pena detentiva (ove essa debba essere eseguita in strutture sovraffollate); l’approvazione di provvedimenti di clemenza.</em></p>
<p style="text-align: justify;"><em>Sono tuttavia necessari anche<strong> interventi di medio e lungo periodo</strong>: un ripensamento dell’edilizia penitenziaria, ma, soprattutto, un potenziamento delle risorse umane (polizia penitenziaria, operatori sanitari, educatori, UEPE, magistratura di sorveglianza); un ripensamento delle modalità di esecuzione della pena detentiva, immaginando la costruzione di percorsi trattamentali differenziati e capaci di proporre alle persone detenute concrete possibilità di reinserimento sociale al momento della conclusione della pena detentiva; un rafforzamento del sistema delle pene sostitutive, con un più ampio coinvolgimento di enti territoriali e mondo delle associazioni nella costruzione di percorsi di reinserimento sociale, che non può essere solo responsabilità dell’amministrazione penitenziaria, ma è compito di tutta la comunità repubblicana; un rafforzamento delle strutture deputate a trattare il disagio psichico degli autori di reato; un ripensamento di alcune politiche penali informate a una cultura sicuritaria rivelatasi poco efficace e per lo più carcerogena.</em></p>
<p style="text-align: justify;"><em>Solo assicurando <strong>autentiche e concrete condizioni di dignità</strong> alle persone sottoposte all’esecuzione penale e rendendo non utopica la promessa di reinserimento sociale si riuscirà ad ottenere un avvicinamento alla funzione che la Costituzione assegna al diritto penale.</em></p>
<p style="text-align: center;"> </p>
<p style="text-align: center;"><a href="https://www.magistraturademocratica.it/articolo/il-carcere-tra-dignita-umana-e-rieducazione" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><span style="font-size: 14pt;"><em>Leggi il documento dell'Esecutivo di Magistratura democratica</em></span></a></p>
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