<html><head><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /></head><body style='font-size: 10pt'>
<h2 style="font-weight: 100; text-align: justify;"><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/giustizia-e-comunicazione/3179-limiti-alla-comunicazione-social-extraistituzionale-del-magistrato-ordinario-luigi-salvato">Limiti alla comunicazione social extraistituzionale del magistrato ordinario</a> di Luigi Salvato</h2>
<p style="text-align: justify;">«I <em>social media</em>, soprattutto nei primi anni di diffusione, hanno costituito uno spazio in cui tutto sembrava possibile, regolamentato dal legislatore, non solo italiano, con ritardo e non sempre con efficacia. Questo spazio virtuale è occupato anche dai magistrati, non di rado con esternazioni su questioni della politica e di costume e su vicende giudiziarie, con esiti spesso criticati dall’opinione pubblica, ma non solo, soprattutto in quanto rischierebbero di appannare l’immagine di imparzialità. Il loro uso da parte dei magistrati è quindi diventato «argomento di attuale preoccupazione» per la stessa magistratura<a href="applewebdata://1F090D79-2833-416E-96D3-2167B4754155#_ftn2" name="_ftnref2"><span>[2]</span></a>ed ha reso pressante la questione delle regole che devono governarlo.»</p>
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