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<h2><a href="https://www.giustiziainsieme.it/it/ordinamento-giudiziario/3403-la-disgregazione-della-magistratura-perche-non-e-solo-una-riforma-sulla-separazione-delle-carriere-le-ragioni-di-uno-sciopero-riccardo-ionta">La disgregazione della magistratura (perché non è solo una riforma sulla separazione delle carriere). Le ragioni di uno sciopero</a></h2>
<p>di Riccardo Ionta</p>
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<p class="text-justify"><em>La chiamano “separazione delle carriere” ma il disegno di legge costituzionale di riforma della magistratura non prevede una semplice separazione delle carriere.</em></p>
<p class="text-justify"><em>È uno strappo. È un taglio nella Carta costituzionale voluta e ideata per garantire i diritti della persona, di qualunque persona, dagli eccessi del potere, di qualsiasi potere.</em></p>
<p class="text-justify"><em>È in questa direzione che la Costituzione affida la tutela dei diritti ai magistrati, giudici e pubblici ministeri, indipendenti e autonomi ed organizzati in un ordine, unico, indipendente e autonomo.</em></p>
<p class="text-justify"><em>La riforma disgrega la magistratura pensata dal costituente antifascista e rende più fragile ciascuno di noi.</em></p>
<p class="text-justify"><em>Scinde e svuota l’autogoverno, il C.S.M., chiamato proprio a garantirne quell’autonomia e quell’indipendenza e, al contempo, fonda il “quarto potere” dell’accusa costituito da una manciata di potenti pubblici ministeri guidati, se andrà male, da pochi di loro e, se andrà peggio, dai partiti che di volta in volta guideranno l’esecutivo.</em></p>
<p class="text-justify"><em>Il progetto di riforma - rafforzando e rendendo manovrabile il pubblico ministero, indebolendo e isolando il giudice - divide e sbilancia l’equilibrio delle garanzie, indebolisce il cittadino, fiacca la giustizia.</em></p>
<p class="text-justify"><em>Ogni discesa, anche la più profonda, inizia sempre con un primo passo verso il basso.</em></p>
<p class="text-justify"><em>“La situazione è grave, ma non è seria”. Avrebbe detto, del resto, un grande interprete dell’umore italiano.</em></p>
<p class="text-justify"><em>È stato detto, invece, che i magistrati-cittadini non hanno il diritto di parlare della riforma, di protestare contro la riforma, che non hanno il diritto di scioperare. Ed hanno ragione: hanno il dovere di farlo (“Ho sempre considerato come massima aggravante il fatto che uno non abbia potuto farci niente”, ha scritto una mente caustica).</em> </p>
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