Viene presentato oggi, in questo seminario organizzato dal gruppo di lavoro sul processo civile promosso da Magistratura Democratica e dai Movimenti Riuniti per la Giustizia, un progetto di organizzazione degli uffici giudicanti civili che mette in luce la centralità della giustizia del quotidiano, secondo la felice intuizione a cui ci richiamava alcuni anni fa Carlo VERARDI.
Il punto di partenza di queste riflessioni è stata la richiesta di assistenza al magistrato civile, l'unico professionista a non disporre di un servizio di staff : la tradizionale richiesta di un ufficio per il giudice; ma il dibattito successivo sviluppatosi nel nostro gruppo di lavoro ha portato ad un affinamento ed un'evoluzione dell'idea originaria, che non dà luogo solo ad una modifica lessicale. Quando oggi parliamo di "ufficio per il processo", e su questa idea ci confrontiamo con una serie di qualificati invitati esterni, diciamo qualcosa di più e di diverso dall'originaria istanza.
La necessità di nuove relazioni tra i protagonisti del processo porta oggi a questa tappa di verifica, che non è solo una verifica interna, su alcuni nodi critici emersi già nel corso della nostra discussione interna e nell'ambito associativo : le competenze della dirigenza amministrativa soprattutto nella prospettiva della creazione di un funzionario giudiziario; il ruolo ed i compiti della magistratura onoraria, la funzione del giudice inserita in una realtà organizzativa complessa, nella quale al "servizio giustizia" cooperano diversi soggetti.
All'interno di questo "ufficio per il processo", non è più sufficiente la figura tradizionalmente richiesta di un assistente per il magistrato, ma si richiede al giudice la capacità di organizzare risorse diverse. Chi responsabilizzare per un simile obiettivo? Nasce in questo modo la questione dei poteri di indirizzo, che nei nostri lavori trova uno sbocco positivo attraverso la conferenza di servizio. Però, poi, come attivare meccanismi di sostituzione se l'esperienza che auspichiamo non dovesse decollare?
Per la magistratura onoraria, si è costantemente sospesi tra l'aspetto funzionale e quello ordinamentale, in possibile conflitto tra di loro. In particolare, è sulla figura del GOT che si concentrano i maggiori interrogativi, visto che la piena copertura dell'organico e l'attivazione dei magistrati distrettuali dovrebbe progressivamente portare alla loro scomparsa.
Rispetto al "pilastro" costituito dal personale e dalla dirigenza amministrativa, il dato di novità di questi nostri studi consiste nel passaggio da una visione gerarchica ad una dimensione di collaborazione funzionale : da qui, la necessità di costruire progetti condivisi per organizzare le risorse. Il problema non è più chi comanda negli uffici, ma chi rende il servizio ai cittadini, e con questo spirito diamo il benvenuto ai nostri ospiti ed iniziamo i nostri lavori.
Seminario di Bologna "Ufficio per il processo" - giugno 2004